Di recente è andato in onda Uomini che odiano le donne, l’adattamento americano del romanzo di Stieg Larsson, diretto da David Fincher con protagonisti Daniel Craig e Rooney Mara.
Il film, candidato a 5 Oscar e vincitore come miglior montaggio, è il secondo adattamento del romanzo di Larsson, la sceneggiatura è a cura di Steve Zaillian.
Il film di Fincher ha incassato in tutto il mondo 232 milioni di dollari, 2,1 milioni di euro in Italia. Il romanzo invece fa parte della Trilogia Millennium e ha venduto cento milioni di copie ed è stato tradotto in molte lingue. In Italia si trova ancora nelle librerie edito da Marsilio.
Scopriamo di più sul libro caso editoriale Uomini che odiano le donne e il suo autore, lo svedese Stieg Larsson.
Chi era Stieg Larsson, l’autore della trilogia Millenium
Stieg Larsson è morto nel 2004, poco dopo aver consegnato nelle mani di un editore svedese l’intera opera.
Era un giornalista, direttore della rivista Expo, un trimestrale che si occupava della destra nazionale svedese, ne ricostruiva i gruppi, le trame.
La destra veniva considerata pericolosa e Larsson, come esperto, veniva chiamato a tenere incontri anche in Gran Bretagna da Scotland Yard.
Purtroppo Stieg Larsson non era così bravo a gestire gli aspetti finanziari del suo lavoro e così decide di mettersi a scrivere in romanzo. Un giallo, per l’esattezza. In ossequio alla tradizione nordica, dove da alcuni decenni gli scrittori di gialli spopolano.
Di quel libro Larsson diceva che doveva essere la sua pensione o forse sperava di ripianare gli ammanchi della rivista.
Quando morì, nel 2004, aveva da poco consegnato la Trilogia Millennium nelle mani di un editore svedese. Il film americano è tuttavia la trasposizione solo del primo volume, quello che prendiamo in esame.
Larsson aveva progettato la produzione di ben dieci volumi e nel computer nelle mani della sua compagna c’era una parte del quarto libro. Come si può immaginare c’è stata una battaglia per l’eredità che infine è andata al padre e al fratello.
La casa editrice poi, nel 2015, ha affidato a un altro scrittore il compito di proseguire l’opera e ha pubblicato altri tre volumi, che però mancano dello spessore letterario del primo.
Uomini che odiano le donne: un’analisi del libro
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Il romanzo Uomini che odiano le donne si suddivide in quattro parti. Ha un prologo e un epilogo.
Le quattro parti hanno tutte un incipit che riporta delle statistiche sul numero delle violenze subite dalle donne in Svezia. Al di là della trama che è molto intrigante il romanzo si propone di approfondire alcune tematiche sociali.
La più importante è certamente la violenza sulle donne. I dati statistici potrebbero essere ripresi da quelli forniti da un centro di ricerca dell’Università di Uppsala, città svedese.
In realtà molti media affermano che la Svezia è fra i paesi nel mondo dove avvengono più violenze nei confronti delle donne.
Il romanzo poi è suddiviso in alcune decine di capitoli che rappresentano un cambiamento di scena o di personaggi, come gli atti in una opera teatrale.
I capitoli riportano le date in cui si svolge la storia, guidando il lettore attraverso i vari salti temporali.
Gli episodi descritti coprono un arco temporale preciso, di circa un anno. Così come ha la durata di un anno un contratto molto originale che viene stipulato fra Mikael - il protagonista maschile del romanzo - ed Henrik, un ricco industriale svedese.
L’aspetto più avvincente della trama riguarda un cold case. La vicenda si svolge fra la fine del 2002 e la fine del 2003. Nel romanzo tuttavia gli anni non sono mai citati. Ma non è difficile ricostruirli. Il contratto riguarda la scomparsa di una ragazza di sedici anni avvenuta quaranta anni prima.
La ragazza di nome Harriet è la nipote di un ricco industriale. Henrik è convinto che sia stata uccisa e che il colpevole sia un membro della sua numerosa famiglia che annovera fra gli altri anche persone che avevano aderito all’ideologia nazista.
L’altro protagonista del romanzo è una giovane hacker di nome Lisbeth Salander, ragazza molto acuta, ma anche un po’ asociale.
Nella prima metà del romanzo le vicende di Lisbeth e Mikael corrono parallele, poi si uniscono.
Per i primi sei mesi di indagine Mikael infatti non scopre nulla di nuovo di quello che avevano portato alla luce le indagini di polizia e quelle personali raccolte da Henrik.
La location è un’isola a tre ore di treno a nord di Stoccolma.
Nel romanzo l’isola si chiama Hedeby ed è praticamente di proprietà della famiglia Vagner, gli industriali.
Ma un’isola con questo nome non esiste sulla cartina geografica. E così lo scrittore continua a inserire dati veri e dati falsi nel romanzo per dichiararne la verosimiglianza, non la verità.
Dopo sei mesi di ricerca Mikael scopre che Harriet era terrorizzata da qualcuno, che il giorno della scomparsa una ragazza più grande era entrata nella sua stanza, attraverso delle foto. Infine scopre che quello che si pensava fosse una rubrica di Harriet erano invece dei versetti della Bibbia.
A questo punto Mikael chiede e cerca l’aiuto di Lisbeth per approfondire le ricerche. Ci sono delle connessioni fra alcuni omicidi avvenuti molti anni prima e i Vagner. Le due storie si uniscono e i due insieme scopriranno l’intrigo.
Nella trama del romanzo inoltre Mikael, che è comproprietario e direttore responsabile di una rivista, ha subito una querela per un articolo pubblicato contro un uomo dell’alta finanza. Ma in tribunale non è stato in grado di difendersi. Tramite la tecnica del flashback Larsson ci fa sapere che cosa Mikael aveva saputo di Wennerstrom, il finanziere; ma è un falso indizio.
La verità verrà svelata alla fine del romanzo.
L’interesse che muove Mikael è avere informazioni su Wennerstrom ed Henrik gliele ha promesse. Per questo l’uomo sottoscrive il contratto, che comunque prevede un lauto compenso. Le informazioni tuttavia Mikael le otterrà da Lisbeth, abilissima hacker.
Nelle prime pagine del romanzo viene citata Astrid Lingren, la creatrice di Pippi Calzelunghe e di Kalle Blomquist. La prima è una bambina dotata di poteri magici e rievoca Lisbeth, il secondo è una giovanissimo detective e richiama il personaggio di Mikael.
Con una certa frequenza vengono citati libri gialli della tradizione svedese o anglosassone, in alcuni casi del genere hard boiled, quel genere che adopera un linguaggio crudo nel descrivere le violenze, anche sessuali, quasi ad anticipare le scene molto crude descritte nel romanzo.
Inoltre la scomparsa di Harriet sarebbe avvenuta nell’isola, da cui secondo Henrik non sarebbe potuta uscire. Ricorda la citata Dorothy Sayers, il giallo della camera chiusa in cui il delitto avviene in una stanza chiusa e non ci si spiega come il colpevole ne sia uscito.
I co-protagonisti nel romanzo sono Henrik ed Erika. Erika Berger e comproprietaria e direttrice della rivista Millennium.
A differenza di Mikael, la donna proviene da una famiglia dell’alta borghesia e stabilisce un ottimo rapporto con Henrik per farlo diventare comproprietario e inserzionista di Millennium e così salvare la rivista da un probabile fallimento.
Mikael ha delle perplessità perché teme che l’indipendenza di Millennium venga compromessa.
La figura di Mikael viene descritta da Lisbeth che per lavoro ha condotto un’indagine su di lui. Infatti Lisbeth ufficialmente lavora per una agenzia che si occupa di sicurezza e che spesso viene incaricata di ricerche in cui la ragazza è considerata competente. Nella sua descrizione Lisbeth definisce Mikael “arrogante” perché nel suo saggio pubblicato, dal titolo I cavalieri dell’Apocalisse, critica i colleghi giornalisti che si occupano di finanza ma che sono troppo accondiscendenti con industriali e finanzieri.
La sua arma più forte è la credibilità sua e della rivista.
La figura di Lisbeth invece verrà descritta dal suo datore di lavoro: la definisce una persona competente e afferma che la considera una persona fragile.
L’incarico ufficiale che Mikael riceve da Henrik è quello di scrivere una biografia della famiglia. Mikael raccoglie quindi materiale ed emerge una vicinanza con una famiglia di industriali svedesi: i Wallenberg, citati nel romanzo.
I Vagner hanno collaborato con la Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale e il clan ha al proprio interno dei membri nazisti convinti. Lo scrittore sembra assolvere il primo comportamento - non si poteva fare altrimenti - e condanna il secondo.
Nella politica dei matrimoni poi sembra si voglia osteggiare i matrimoni con ebrei. Fa eccezione Henrik che una donna ebrea, dopo averla salvata, l’ha anche sposata.
Fa eccezione anche Harriet che, nella migliore delle tradizioni borghesi, sposa un ricco industriale.
È presente dunque anche il tema della saga familiare, un filone di successo, che ci ricorda I Buddenbrook di Thomas Mann.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Uomini che odiano le donne” di Stieg Larsson: un’analisi testuale del romanzo
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