E se per una volta fossimo noi a fare un regalo alla Befana?
Da secoli la dolce e generosa vecchina ogni anno in occasione dell’Epifania, nella notte tra il 5 e il 6 Gennaio, percorre infaticabile i cieli d’Italia per portare doni ai bambini, che trepidanti attendono che riempia le loro calze di dolciumi e piccoli giochi.
Per adempiere alla propria missione, la Befana vola a cavallo del manico di una scopa, talmente lento e scomodo che Gianni Rodari pensa di regalarle un micromotore che possa rendere il mezzo più veloce, permettendole così di arrivare in breve tempo in ogni casa, senza saltarne nessuna.
Il poeta, scrittore e maestro piemontese lo scrive in Voglio fare un regalo alla Befana, la simpatica filastrocca con cui oggi vogliamo celebrare la lieta ricorrenza.
“Voglio fare un regalo alla Befana”: testo della filastrocca
La Befana, cara vecchietta,
va all’antica, senza fretta.Non prende mica l’aeroplano
per volare dal monte al piano,si fida soltanto, la cara vecchina,
della sua scopa di saggina:è così che poi succede
che la Befana… non si vede!Ha fatto tardi fra i nuvoloni,
e molti restano senza doni!Io quasi, nel mio buon cuore,
vorrei regalarle un micromotore,perché arrivi dappertutto
col tempo bello o col tempo brutto…Un po’ di progresso e di velocità
per dare a tutti la felicità!
“Voglio fare un regalo alla Befana”: analisi e significato della filastrocca
Cosa succederebbe se la Befana potesse aggiungere un micromotore alla consunta scopa di saggina su cui viaggia per portare dolci e giochi ai più piccoli? Che di certo andrebbe più veloce, riuscirebbe a schivare pioggia e nuvoloni e nulla le impedirebbe di arrivare in poco tempo in ogni casa, riuscendo a soddisfare le aspettative di ogni bambino, nessuno escluso.
Per questo il poeta e scrittore piemontese Gianni Rodari pensa scherzosamente di regalargliene uno e lo scrive in Voglio fare un regalo alla Befana, una filastrocca nel tipico stile leggero e scanzonato che da decenni appassiona generazioni di giovanissimi.
Attenzione però, perché le opere del Maestro non sono mai solo ciò che appaiono e, al di là della palese allegria che trasmettono al lettore, recano sempre con sé un messaggio di speranza che vuole essere anche un importante insegnamento per la vita.
Se vi state chiedendo quale sia quello di Voglio fare un regalo alla Befana, ecco la risposta: che ogni bambino sia felice e appagato.
Consapevole dell’ansia gioiosa che l’arrivo dell’amata vecchietta, da sempre, suscita nell’animo dei più piccoli, l’autore vuole che nessuno di loro resti deluso dalla mancata soddisfazione della propria "lista dei desideri". Ricordate il senso di frustrazione che provavamo da piccoli se la mattina del 6 Gennaio scoprivamo che mancava qualcosa di quanto avevamo gentilmente richiesto nella letterina? Ebbene, Rodari si augura che non accada più.
Il significato della filastrocca tuttavia, come è caratteristica della poetica del piemontese, va ben oltre la circostanza specifica dell’Epifania, che diventa pretesto e simbolo di un agognato mondo in cui i più piccoli non debbano mai soffrire.
Oggi il pensiero corre inevitabilmente ai terribili conflitti in corso in alcune zone del pianeta e l’augurio, in questo inizio di 2025 in occasione della festività più attesa dai bambini, è che giunga loro il dono della pace e della speranza.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Voglio fare un regalo alla Befana”, la filastrocca di Gianni Rodari dedicata all’Epifania
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