We Shall not be moved. Voci e musiche dagli Stati Uniti (1969-2018)
- Autore: Alessandro Portelli
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
We shall not be moved sta per “non ci spostiamo”, “non cederemo”. Dentro metafora questo libro è dunque un libro che tratta resistenze ed è un libro resistenziale a sua volta. C’è in giro così tanto disimpegno che un lavoro come questo - “We Shall not be moved. Voci e musiche dagli Stati Uniti (1969-2018)”, per esteso - si lascia assumere - se non altro concettualmente - come retaggio ideale anni Settanta. Il tempo, cioè, delle fragole e del sangue, quando le parole - nei dischi, per le strade, come nei libri e nei film - contavano qualcosa ed erano ancora pietre, come scriveva qualcuno.
“We Shall not be moved” è un lavoro corposo – supera le 300 pagine –, epitome dei quattro cd che ne accompagnano l’uscita. Slogan da corteo, esibizioni unplugged, canzoni sindacali, blues, gospel, protest-song dell’America che andava e che va per piazze & sogni a manifestare le sue idee. Ieri il Vietnam, oggi l’uso indiscriminato delle armi e le stragi nelle scuole. L’America che insiste. Che (r)esiste. E che protesta. Per annosa inclinazione ho cominciato ad ascoltare le canzoni a partire da qui, dal cd n. 4 (L’America della contestazione). Di pari passo leggevo il libro - efficacemente governato da Alessandro Portelli - che di queste voci e canzoni sociali estrapolala la genesi girovagandovi intorno. Ognuno ha le sue fedi, le mie passano ancora dal messaggio. Lo cerco nei libri come nelle canzoni che ascolto.
Il 19 gennaio 1969 era la vigilia della “inaugurazione” di Richard Nixon alla presidenza degli Stati uniti. Ferdinando Pellegrino e io andammo a Washington con un autobus organizzato da amici del movimento a New York, per partecipare alla “contro parata” di protesta. Eravamo partiti da Roma con pochi soldi, un mese di ferie, la mia tredicesima investita nel biglietto aereo e tanta fiducia negli amici americani (…) Mentre il corteo di manifestanti si avvicinava alla Constitution Avenue, percorrendo le strade su cui il giorno dopo sarebbero sfilati Nixon e i suoi dignitari, alla testa della manifestazione sventolavano due bandiere Viet Cong. Il primo giorno che si sentì scandire quel giorno era destinato a diventare familiare in tutte le lingue: ‘Ho-Ho-Ho-Chi-Min/ NLF is gonna win’. Ho-Ho-Ho-Chi-Min, il FNL (il Frontre Nazionale di Liberazione) vincerà.
Il volume ha questo passo: a beneficio di coloro che non c’erano o sono poco adusi alla lingua inglese, traduce i brani evocati-contenuti nei dischi e ne spiega moventi ed eventi che vi stanno dietro. Tracce spurie, spesso grezze, registrate alla buona, in casa, in studio, in chiesa, sulla strada, con i mezzi disponibili di volta in volta. Il racconto è di prima mano: Alessandro Portelli - già docente di Letteratura Americana all’Università "La Sapienza" di Roma e presidente del benemerito "Circolo Gianni Bosio") e Ferdinando Pellegrino lo hanno (idealmente) scritto sul campo a stelle e strisce, registrando gli sdegni, le liriche, le passioni dell’America dei minatori in sciopero in Virginia, degli studenti nativi americani che rivendicano terra e scuola in Colorado, di Barbara Dane cantante del movimento che interpretava canzoni da “cantare camminando lungo una strada insieme a qualche migliaio di amici” cambiando i nomi all’occorrenza.
Le parole di Portelli illuminano i suoni ed entrambi (parole e suoni) emozionano, in quanto testimonianza vitale, prima ancora che storica, di credo che sfidano questi tempi di afasia e acquiescenza collettiva.
Libro e cd sono pubblicati da Squilibri, una delle realtà editoriali più significative, impegnata negli ambiti esplorativo e correlativo della canzone di contenuto e dei testi che in diverso modo la raccontano e la riguardano.
We shall not be moved. Voci e musiche dagli Stati Uniti (1969-2018). Con 4 CD-Audio
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