Wikipedia non funziona in Italia e l’oscuramento di tutte le pagine andrà avanti per l’intera giornata, dal momento che si è stabilito di protestare. L’enciclopedia virtuale ha deciso di non mostrare le proprie pagine esprimendo il proprio dissenso contro la nuova direttiva Ue sul copyright, esaminata in seduta plenaria il 5 luglio 2018 e che verrà votata nella giornata del 26 marzo 2019.
L’iniziativa di oscurare Wikipedia sembra essere nata in Italia, dal momento che invece in altre lingue è possibile consultare il sito senza problemi.
Non è la prima volta che assistiamo a questo tipo di protesta da parte dell’enciclopedia digitale, che già prima della seduta plenaria svoltasi a luglio 2018 aveva deciso di non mostrare i propri contenuti.
In quel caso comunicato troneggiava su tutte le pagine di Wikipedia, che spiegava agli utenti le motivazioni che hanno spinto Wikipedia ad oscurare le proprie pagine in italiano. Una spiegazione che risulta essere molto simile a quella che vediamo in questa nuova edizione della protesta.
La nuova legge sul copyright infatti rischia di far chiudere il motore di ricerca e moltissime altri fonti d’informazione, nel comunicato del 4 luglio si leggeva:
Anziché aggiornare le leggi sul diritto d’autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell’informazione, essa minaccia la libertà online e crea ostacoli all’accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere.
La proposta ha già incontrato la ferma disapprovazione di oltre 70 studiosi informatici, tra i quali il creatore del web Tim Berners-Lee, 169 accademici, 145 organizzazioni operanti nei campi dei diritti umani, libertà di stampa, ricerca scientifica e industria informatica e di Wikimedia Foundation .
Oggi, 25 marzo, si ripropone questa forma di protesta, cercando ancora una volta di fronteggiare la decisione che tra poche ore verrà votata dal Parlamento europeo. Di seguito vediamo nello specifico per cosa protesta Wikipedia e quali sono le problematiche della nuova legislazione.
Wikipedia oscurata: per cosa protesta l’enciclopedia digitale
Per la precisione sono due i punti che risultano problematici nella legge che l’Ue si appresta ad approvare e per cui Wikipedia sta protestando:
- l’articolo 11 che prevede la così detta tassa sui link, che prevede il pagamento di una quota nel momento in cui si cita una parte di testo di un altro sito inserendo il link e la citazione dell’autore;
- l’articolo 13 che invece impedisce di caricare file e video che siano protetti dal diritto d’autore su canali quali Youtube e Instagram.
Nel suo spirito di cooperazione Wikipedia va oltre il semplice comunicato e inserisce un link attraverso il quale è possibile contattare eurodeputati ed esporre le proprie perplessità sulla legge. Qui potete vedere la proposta dell’enciclopedia libera e contattare telefonicamente e per email gli eurodeputati.
La richiesta che Wikipedia fa ai deputati del Parlamento europeo è di respingere la proposta e di votare contro questa legge che non porta alla progressione del diritto sul copyright, ma che anzi fa retrocedere ancora di più i Paesi dell’UE. Si legge infatti:
Il 26 marzo il Parlamento europeo voterà su una nuova direttiva sul diritto d’autore. La direttiva darà agli editori il potere di limitare la diffusione di notizie e titoli in ogni sito altrui (articolo 11). Costringerà inoltre quasi tutti i siti ad analizzare preventivamente ogni contributo dei propri utenti per bloccarli automaticamente se non autorizzati dalle industrie del copyright (articolo 13).
Entrambi questi articoli rischiano di colpire in modo rilevante la libertà di espressione, la partecipazione e la creatività online. Nonostante Wikipedia possa non essere direttamente toccata da queste norme, il nostro progetto è parte dell’ecosistema di internet. Gli articoli 11 e 13 indebolirebbero il web, e indebolirebbero Wikipedia.
Il voto è imminente.
Per favore, dedica due minuti del tuo tempo a contattare i tuoi rappresentanti nel Parlamento europeo e dir loro che non puoi appoggiare una direttiva che contenga l’articolo 11 o l’articolo 13.
Nel caso la legge fosse approvata le restrizioni sarebbero molto forti e porterebbero non solo l’enciclopedia libera ad avere problemi, ma anche gli utenti stessi. Diffondere un articolo su Facebook potrebbe non essere più possibile, nemmeno sulla propria pagina personale, dal momento che ci si starebbe appropriando di un’opera altrui.
A schierarsi contro questa proposta di legge non è solo Wikipedia, ma moltissimi studiosi ed esperti di diritto, libertà di stampa e colossi dell’industria informatica, che ritengono la legge un vero e proprio salto nel passato. Non è chiaro al momento fin quando durerà l’iniziativa di Wikipedia, dal momento che non è presente una durata precisa.
La paura è che l’enciclopedia rimanga oscurata fino al 26 marzo compreso, in modo da dare un segnale forte agli eurodeputati, che verranno senza dubbio subissati di chiamate ed email dagli utenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Wikipedia non funziona: il sito oscurato per protesta
Il grido di allarme di Wikipedia è senz’altro legittimo, ma, a mio parere, c’è da considerare un problema di fondo, che è molto importante e che incide ’ab origine’ sul principio fondamentale della libertà e della diffusione della stampa. Il problema è quello della caduta verticale, da alcuni anni a questa parte, delle vendite dei quotidiani cartacei, proprio perché in un modo o in un altro sul web si trovano sempre gli articoli che interessano. E purtroppo si trovano in contemporanea all’uscita del quotidiano. Un rimedio è necessario e urgente perché se i quotidiani non vendono, i quotidiani chiudono e con essi l’informazione professionale che è fondamentale per la circolarità della conoscenza, ripeto, quella approfondita, professionale. E se il giornalismo professionale dovesse chiudere, a rimetterci sarà non solo la libertà di stampa, ma con essa uno dei più importanti capisaldi della democrazia. Io credo che in qualche modo il problema debba essere affrontato senza barricate e pregiudizi. Di certo è che l’informazione, quella reale e professionale, ha un costo e deve essere pagata, come quando si va all’edicola e si acquista un quotidiano. Per non parlare anche della tutela del diritto d’autore che è un principio ordinamentale. Basta porre pensiero al fatto che di un libro si possono riprodurre in fotocopia solo alcune pagine per motivo di studio.....Per carità, è importantissimo poter trovare velocemente in internet ciò che serve per la ricerca, ma è altrettanto importante, a mio parere, che non scompaia la conoscenza attraverso i testi. Insomma. occorre cercare e trovare una soluzione di compromesso.
Sono d’accordo con la soluzione di compromesso.
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