Immagine di copertina Credits: Francesca Marchi / International Journalism Festival, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons
Si è spento all’età di 98 anni Eugenio Scalfari, una delle firme più prestigiose della stampa italiana. Con le testate da lui ideate Repubblica e L’Espresso Scalfari è stato un patriarca del giornalismo nazionale, fautore di inchieste memorabili che hanno fatto la Storia e ideatore di un’informazione che fosse effettivamente al servizio dell’opinione pubblica.
Oggi Eugenio Scalfari esce di scena ma rimane la sua impronta determinante nel mondo del giornalismo italiano e in una forma di cultura illuminista e europea che lui stesso aveva contribuito a creare. Restano le idee e le parole sapienti, coraggiose che sapevano interrogare le cose nel profondo dischiudendo nuovi orizzonti di senso.
Gli anni trascorrevano ma Scalfari non invecchiava davvero, continuava a essere giovane nella curiosità del suo approccio al mondo, nell’audacia delle sue domande, nel suo modo di interrogare il presente. Ci lascia la profondità del suo sguardo e il suo approccio laico e filosofico a tutti i grandi temi dell’esistenza.
Scopriamo la vita e le opere di uno dei maggiori giornalisti italiani del XX secolo.
Eugenio Scalfari: la vita
Sono nato a Civitavecchia il 6 aprile del 1924 alle ore 10,30, all’ultimo piano di un palazzo costruito nei primi anni dell’Ottocento nella piazza centrale della città.
Nato a Civitavecchia il 6 aprile 1924, Eugenio Scalfari mosse i primi passi nel mondo del giornalismo durante l’università mentre studiava alla facoltà di giurisprudenza. Iniziò a collaborare con Roma Fascista per cui firmò la sua prima serie di editoriali.
Nel 1950 mentre lavorava presso la Banca Nazionale del Lavoro iniziò a collaborare saltuariamente per Il Mondo e L’Europeo. Sarà il suocero Giulio de Benedetti, padre della moglie Simonetta, ad addestrarlo alla scuola del giornalismo di cui Scalfari si fece portavoce.
Cinque anni dopo contribuisce a fondare il settimanale L’Espresso, un nuovo organo di informazione moderno e autonomo a ogni logica di potere, di cui è direttore amministrativo. In seguito ne sarebbe diventato anche il direttore editoriale responsabile portando il settimanale a superare il milione di copie vendute.
Le inchieste di Scalfari per L’Espresso fecero discutere l’opinione pubblica e rischiarono di costargli il carcere. Per l’inchiesta sul SIFAR scritta a quattro mani con Lino Jannuzzi, il giornalista rischia di essere condannato a quattordici mesi di reclusione ma riesce a evitare il carcere grazie all’immunità parlamentare offerta dal Partito Socialista Italiano.
La politica fu, insieme al giornalismo, la vocazione di una vita. Eugenio Scalfari dopo la Seconda guerra mondiale abbracciò gli ideali del Partito Liberale Italiano concorrendo alla sua trasformazione.
Nel 1976 Eugenio Scalfari fondò, con il sostegno del gruppo L’Espresso e della Arnaldo Mondadori editore, lo storico quotidiano la Repubblica che giungerà nelle edicole nel mese di gennaio di quell’anno. Il giornale compierà una rapida scalata diventando in breve tempo il maggior quotidiano italiano per tiratura.
Per Repubblica Scalfari condusse alcune delle inchieste investigative più importanti degli anni Settanta, come quella del caso Emimont che sarà in seguito confermata dallo scandalo di Mani Pulite.
Le sue posizioni politiche sono sempre nette e vengono combattute sempre con carta e penna alla mano: dopo la ventennale battaglia contro Silvio Berlusconi, il giornalista nel 2018 fu tra i primi ad avvertire nell’aria la potenziale discesa politica di Beppe Grillo. Le sue parole scritte nero su bianco avevano il sapore di profezie.
Abbandonò il ruolo di direttore di la Repubblica nel 1996, lasciando la direzione a Ezio Mauro. Continuò comunque a collaborare con l’inserto domenicale del quotidiano scrivendone l’editoriale.
Negli ultimi anni fecero discutere le sue interviste al neo-eletto Papa Francesco, che provocarono più volta le smentite della sala stampa vaticana. Dissero che aveva messo in bocca al Papa parole non sue. Ma del resto Scalfari voleva far parlare la cultura laica e portare al grande pubblico una visione nuova: razionalista e illuminista.
Papa Francesco continuò a concedergli interviste e tra i due nacque persino un’amicizia, nonostante la distanza siderale che li divideva. Il Papa accettò di stare a colloquio con un intellettuale. Scalfari in una lettera pubblicata su la Repubblica si professò pubblicamente “ateo”, ma questo non minò la sua intesa umana e laica con il Pontefice che continuò a nutrire nei suoi confronti grande stima.
Eugenio Scalfari: le opere
Tra le principali opere di narrativa di Eugenio Scalfari ricordiamo il suo primo romanzo Il labirinto, edito da Rizzoli nel 1998, che indagava il rapporto tra sentimenti e ragione.
Nel libro Scalfari inaugura la forza della sua voce autoriale che si muove in bilico tra realtà e mito, mettendo a nudo con un’appassionata dissertazione le contraddizioni dell’animo umano e il potere creativo dell’arte. Nel 2016 il libro è stato riedito da Einaudi che lo celebrava come “l’opera prima di uno dei maggiori intellettuali del nostro tempo”.
Il labirinto
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Nel 2011 pubblica per Einaudi Scuote l’anima mia eros in cui analizza con la consueta lucidità le pulsioni razionali e irrazionali, la dimensione della psiche e quella della mente.
In quest’opera di narrativa Scalfari svela ancora una volta il suo pensiero più filosofico, riprendendo il filone iniziato con in romanzi precedenti L’uomo che non credeva in Dio (Einaudi 2008) e Per l’alto mare aperto (Einaudi 2010).
Scuote l'anima mia Eros
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in occasione dei suoi novant’anni nel 2014 fu pubblicata la sua autobiografia Racconto autobiografico, edita da Einaudi, in cui Scalfari ripercorre tutta la sua esistenza a partire dall’infanzia quando sognava di salpare come i marinai in “mare aperto”. Il ricordo in questo libro si fa racconto e ci consegna l’avventura irripetibile di una vita. Una preziosa testimonianza storica e intellettuale di uno dei maggiori testimoni del nostro tempo che trasformò il giornalismo in un racconto liberal-popolare.
Racconto autobiografico
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Addio a Eugenio Scalfari, il patriarca laico del giornalismo italiano
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