Strettamente legati alla sfera religiosa, i due termini agnostico e ateo hanno un preciso significato e le differenze tra i due sottolineano l’esistenza di due vere e proprie tipologie di persone in relazione al tema della fede.
Infatti, se da una parte è facile confondere le due parole e ricondurre tutto al significato di "chi non crede", a ben vedere i due termini esprimono un concetto diverso e in particolare si distinguono per alcune precisazioni che vale la pena conoscere per un utilizzo corretto dei due termini.
Di seguito un approfondimento su entrambe le parole, agnostico e ateo, sul significato e le differenze che caratterizzano i due termini e, infine, alcuni esempi per comprendere meglio come e in quali contesti vengono usati.
Agnostico e ateo: il significato dei due termini
A partire dal primo termine che abbiamo incontrato, ovvero agnostico, il significato di quest’ultimo richiama la volontà di un soggetto di esprimere un giudizio rispetto ad un tema specifico.
In altre parole con agnostico si intende colui che si autodefinisce una persona che non è in grado esprimere una valutazione in relazione ad un determinato problema in quando non possiede elementi a sufficienza o una conoscenza adeguata per prendere una posizione.
Sul tema della fede, quindi, l’agnostico è colui che si astiene dal manifestare una propria idea sulla questione divina: il termine deriva, infatti, dal greco antico ἀ- (a-), "senza", e γνῶσις (gnōsis), "sapere", "conoscenza", e sta ad indicare proprio "colui che è senza conoscenza". La sua astensione, però, non è dovuta ad una mancanza di fede quanto al fatto che non possedere una risposta perché quest’ultima non è conoscibile dagli essere umani.
Il secondo termine invece, ovvero ateo, ha un significato completamente diverso: a differenza del primo che pensa di non avere conoscenze adeguate per poter giudicare, l’ateo prende una posizione a priori e nega l’esistenza di Dio qualunque elemento si trovi davanti in contrasto alla sua tesi.
Anche ateo deriva dal greco antico ἄθεος, àtheos, composto da α- privativo, senza, e θεός, dio, e letteralmente significa esattamente "senza dio", una vera propria posizione filosofica abbracciata da coloro che in merito alla questione religiosa non si mettono in discussione, bensì hanno idee ben salde e radicate.
Agnostico e ateo: le differenze e alcuni esempi di utilizzo
Ora che il significato di agnostico e ateo appare più chiaro è facile comprendere anche le differenze tra i due termini e i contesti di utilizzo dell’uno e dell’altro.
In particolare possiamo dire che la differenza principale tra agnostico e ateo, seppur entrambi si riferiscono al tema della fede e della religiosità, è nella volontà o meno di prendere una posizione.
Mentre l’agnostico non sappiamo se creda o meno, se persegua riti e funzioni o se sia completamente lontano dagli ambienti più strettamente religiosi, l’ateo nega completamente l’esistenza di Dio in qualunque forma.
L’agnostico pensa di non avere elementi a sufficienza per rispondere alle domande che da sempre hanno interessato la ricerca filosofica e che tentano di ricostruire il senso della vita, al contrario l’ateo ha già scelto e in cuor suo non pensa assolutamente che possa esistere un’entità superiore e divina chiamata Dio.
Pertanto sarà facile incontrare il termine agnostico in riferimento a scienziati, filosofi e ricercatori che lavorano nel tentativo di scoprire cosa c’è oltre la vita terrena. Chi si definisce ateo, invece, fa un’autodichiarazione quando chiamato a pronunciarsi sull’esistenza di Dio si dichiara non credente ritenendo che dopo la morte non esiste nulla.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Agnostico e ateo: significato e differenze
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Avete spiegato nella maniera più semplice e comprensibile un argomento molto confuso nei più, in questi tempi, e forse anche agli stessi interessati.
Vi ringrazio di questa Vs. chiarezza.
Enrico
Solo un piccolo appunto sulla parte finale dell’articolo. Nella conclusione è evidente una preferenza dell’autore per l’agnosticismo, per la sospensione del giudizio. Per cui si attribuisce questo atteggiamento prevalentemente a filosofi, scienziati e pensatori in genere, asciando il termine "ateo" a chi non crede senza alcun dubbio, come se rifiutasse, o non fosse capace, di ragionarci sopra. In realtà molti pensatori, scienziati e filosofi preferiscono definirsi atei piuttosto che agnostici, argomentando che l’ipotesi Dio, proprio dopo averci indagato sopra, è semplicemente poco probabile. Il che è diverso dal dichiararsi non competenti per esprimere una scelta. Il termine "ateo" però non è felice perche a-teo significa letteralmente "senza Dio". E’ un termine coniato dai credenti per indicare persone, a loro giudizio, prive di qualcosa che loro invece possiedono: Dio. Per il non credente invece Dio o esite per tutti o non esiste per nessuno, per cui spesso rifiuta di definirsi ateo.