Storia di chi fugge e di chi resta, la terza stagione della fortunata serie tv L’amica geniale tratta dalla tetralogia di Elena Ferrante, si conferma un capolavoro. I primi due episodi, andati in onda in prima visione ieri domenica 6 febbraio, si sono rivelati un adattamento perfettamente riuscito visto da 4.650.000 spettatori, pari al 20.6% di share.
Tornano i volti delle due indimenticabili protagoniste, Gaia Girace e Margherita Mazzucco, nella serie tv prodotta da Fandango, The Apartment, Fremantle e Wildside in collaborazione con Rai Fiction e con HBO Entertainment.
L’Amica geniale 3 andrà in onda per quattro settimane per un totale di 16 puntate, dal 6 al 27 febbraio ogni domenica in prima serata su Rai 1.
L’Amica geniale 3: un capolavoro di regia
Il tanto temuto passaggio di regia da Saverio Costanzo a Daniele Luchetti è stato in realtà una scelta felice. Luchetti ha saputo aggiungere alla serie un tocco diverso ed elegante: più chiaroscuri che rievocano i sentimenti contrastanti che abitano le protagoniste, porte che si aprono e si chiudono e vengono ritratte nel loro chiudersi come se volessero lasciare il mondo fuori o creare una maggiore intimità, primi piani intensi e scene che si “sdoppiano magnificamente” mostrando il dissidio abissale tra ciò che le protagoniste pensano e le loro azioni.
Meravigliosa la scena finale che ritrae la “smarginatura” di Lila, dando corpo e voce a un’esperienza difficile persino da descrivere a parole. Cosa accade alla giovane protagonista in quei momenti? “Mi si sta scollando la testa”, dice Lila a Lenù, ma la capacità visionaria dell’ultima scena del secondo episodio La febbre diretto da Luchetti rende tutto l’intenso potere suggestivo di quella sensazione travolgente e terribile.
Tutto il dramma di Raffaella Cerullo e la tormentata unicità del suo personaggio dal carisma incandescente sono incentrati in quei pochi minuti di silenzio tutti proiettati nella mente della protagonista. C’è il mare di Napoli, un silenzio che però fa rumore, la visione sfocata che amplifica una scissione interiore e, nel mezzo, un’anima dilaniata in aperto contrasto con se stessa. La smarginatura di Lila, fatto che nel libro assume un fascino conturbante, sul grande schermo prende finalmente corpo restituendo al telespettatore lo strazio vissuto dal personaggio e suscitando al contempo la più viva compassione.
Mai come in questo momento le strade delle due protagoniste, Lila e Lenù, sono divise: eppure con un certo talento la regia di Daniele Luchetti riesce a mostrarci i punti di incontro, i frequenti rimandi, tra i percorsi delle due ragazze.
L’Amica geniale 3: la trama
Fedelissime al romanzo Storia di chi fugge e di chi resta, le prime puntate de L’amica geniale 3 sono partite esattamente da dove il racconto si era interrotto in Storia del nuovo cognome.
Elena è fuggita dal rione, si è laureata in Lettere e ora è una scrittrice affermata; mentre Lila è rimasta nel quartiere popolare dove sono cresciute, si è sposata come imponeva la consuetudine, ha avuto un figlio, si è separata dal marito e ora lavora come operaia in una fabbrica, costretta a turni massacranti.
In Storia di chi fugge e di chi resta le vite delle due protagoniste si dividono prendendo strade parallele. Il punto di unione si è rotto, Lila e Lenù appaiono più distanti che mai, eppure c’è sempre qualcosa nel profondo che le unisce.
Daniele Luchetti è magistrale nel rendere, attraverso la regia, il senso di competizione che abita le due protagoniste, il loro costante compararsi l’una all’altra mentre procedono per le turbolente strade della vita.
Dopo aver lasciato Stefano Carracci, Lila vive con Enzo Scanno e lavora come operaia nella fabbrica di salumi di Bruno Soccavo. Lavora in condizioni disumane che la portano ad ammalarsi, ma la sera studia informatica con Enzo nella speranza di cambiare la propria condizione di vita.
Fisicamente provata Lila fa promettere a Lenù di prendersi cura di suo figlio, Gennaro, nel caso in cui a lei dovesse succedere qualcosa. Ora vede l’amica come una donna sicura di sé e affermata, che è riuscita a emanciparsi dalla povertà e dall’ignoranza del rione. In questo momento della storia la parabola di Lenù e all’apice, mentre quella di Lila sembra destinata a precipitare inesorabilmente.
Tuttavia Elena Greco non è affatto felice. Sta per sposare il professore universitario Pietro Airota, ma non si trova a suo agio con quel nuovo ruolo di “moglie” che le viene imposto e sembra soffocare la sua identità. Il fantasma di Lila la perseguita sempre, anche nella sua nuova vita, continua a vedere nell’amica una persona migliore, invincibile, un’eroina senza macchia e senza paura. Questa ansia del confronto viene più volte rimarcata attraverso riflessioni e azioni della protagonista, ma diventa più evidente in certi momenti quando - nel dialogo con Nino Sarratore e con Franco Mari - il personaggio di Lila viene menzionato casualmente da altri. Elena appare schiacciata, oppressa, dal confronto con l’amica, nella sua mente ne esce sempre sconfitta: Lila è migliore di lei, anche se lavora in fabbrica, anche se ha le mani distrutte perché spolpa le carni tutto il giorno per il salumificio.
La nuova esistenza di Elena - solo all’apparenza vincente, realizzata, in fervente attesa per il matrimonio con Pietro - è offuscata da una patina costante di infelicità. Lenù legge costantemente sui giornali le recensioni del suo romanzo, ma in realtà l’unica recensione che vorrebbe davvero è l’opinione di Lila, la sua conferma, il suo giudizio dall’effetto capitale.
Nella vita di Elena poi fa ritorno Nino Sarratore che, ancora una volta, è destinato a creare tempeste nei suoi sentimenti e sconvolgere le sue prospettive.
L’Amica geniale 3: l’ambientazione
L’ambientazione storica infine, in questo terzo episodio della serie, riveste un ruolo decisivo. Sullo sfondo delle azioni delle due protagoniste dilaga il caos sociale dell’Italia degli anni ’70 che rivestirà un’importanza sempre maggiore negli avvenimenti narrati.
Seguendo le vicende del romanzo, L’Amica geniale 3 dà rilievo anche alle vicende di personaggi all’apparenza minori che tuttavia sono essenziali per ritrarre l’affresco storico che circonda Elena e Lila: abbiamo quindi Mariarosa - sorella di Pietro -, Nadia - la figlia della professoressa Galiani - due ragazze borghesi di buona famiglia impegnate nella rivolta studentesca. Nell’adattamento viene data evidenza anche al personaggio di Silvia, una giovane ragazza-madre che nel libro occupa una manciata di pagine, il cui destino è legato strettamente a quello di Nino Sarratore.
Il tema del conflitto di classe è onnipresente e costantemente rimarcato, confermandosi come una chiave di lettura forte dell’intera storia. Il gioco di contrasti creato dal regista quando Lila si reca nella sontuosa abitazione della professoressa Galiani riesce a dare corpo e voce anche a questa parte essenziale della vicenda, come se la regia de L’Amica geniale 3 riuscisse a leggere tra le righe del romanzo.
I turbolenti anni ’70, le rivolte politiche e il femminismo nascente, saranno i veri protagonisti di questo terzo capitolo della tetralogia, ma la domanda di fondo che ritorna in realtà è sempre la stessa: riusciranno Elena e Lila a emanciparsi dal destino di miseria e sottomissione del rione? La loro ribellione sarà ripagata? Riusciranno mai ad essere felici?
Il lettore sa che, no, Elena e Lila non saranno mai pienamente felici, ma è proprio questo forte conflitto esistenziale in fondo la materia vincente del capolavoro di Elena Ferrante.
La storia di Elena e Lila è un rapporto ambiguo, contrastato, di amore e odio, certamente uno dei sentimenti più complessi e tormentati da portare sul grande schermo.
La vicenda di due giovani donne che proseguono nell’accidentato percorso della vita seguendo due strade opposte, eppure unite da un indefinibile legame esistenziale:
Ero voluta diventare qualcosa – ecco il punto – solo perché temevo che Lila diventasse chissà chi e io restassi indietro. Il mio diventare era diventare dentro la sua scia. Dovevo ricominciare a diventare, ma per me, da adulta, fuori da lei.
Nonostante Lenù abbia ormai superato Lila in tutto, continua a guardare all’amica con rimpianto, nostalgia e una sottile forma di diffidenza. Solo quando si trova vicina a Lila la vita di Elena torna ad essere a colori.
Come testimonia il senso d’attesa suscitato dalla regia per la prima apparizione del personaggio, non v’è dubbio che è Lila, con il suo controverso fascino e complesso mistero, il vero motore della storia e la ragione del successo de L’Amica geniale.
Domenica 13 febbraio andranno in onda in prima serata su Rai 1 rispettivamente il terzo e il quarto episodio de L’Amica geniale 3.
È possibile vedere le puntate in diretta streaming sulla piattaforma digitale RaiPlay, dove sono disponibili anche in replica.
Trailer de L’amica Geniale 3
Recensione del libro
Storia di chi fugge e di chi resta
di Elena Ferrante
Recensione del libro
Storia del nuovo cognome
di Elena Ferrante
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’Amica geniale 3: perché i primi episodi sono un capolavoro
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