Il mondo della cultura da tempo la osanna come una delle maggiori poetesse italiane viventi, ma Mariangela Gualtieri al grande pubblico era ancora sconosciuta almeno finché Jovanotti non ha reso la sua una “poesia pop”. Il re dei “Jova Beach Party” dell’estate ha sempre grandi intuizioni letterarie, come dimostra anche il recente volume da lui pubblicato Poesie da spiaggia edito da Crocetti editore, tra i libri più venduti dell’ultima edizione del Salone del libro di Torino.
A volte anche la poesia ha bisogno di essere declamata sul palco per essere riscoperta; il cantautore e rapper romano l’ha celebrata quest’anno all’Ariston nella quarta serata del Festival di Sanremo 2022.
Dal titolo Bello mondo sembrerebbe una canzone di Jovanotti, invece - sorpresa - si tratta dell’opera della grande poetessa italiana originaria di Cesena che per scriverla si è ispirata a Borges.
Mariangela Gualtieri, classe 1951, ha pubblicato quasi tutte le sue raccolte di poesia per la prestigiosa collana detta la “bianca” di Einaudi. Tra le sue opere principali ricordiamo Bestia di gioia (2010), Le giovani parole (2015) e l’ultima, Quando non morivo, pubblicata nel 2019.
La poesia di Gualtieri che è divenuta virale appartiene alla raccolta Le giovani parole, pubblicata da Einaudi nel 2015, caratterizzata da un peculiare racconto poetico di stampo contemplativo e meditativo. Le parole della poetessa sembrano infatti pulsare all’unisono con ogni fibra dell’esistente, invitando il lettore a riflettere sulla dimensione spirituale insita nella natura e in ogni elemento del mondo. Nelle sue opere Gualtieri invita a una peculiare attenzione dello sguardo e a una forma di gratitudine nei confronti dell’esistenza.
La poesia si articola dunque in un riconoscimento del bene che ci circonda - dalla grazia di un fiore sino all’elogio del benessere della quiete domestica - in un susseguirsi di versi che sembrano trasformare il finito nell’infinito. Attraverso le parole Gualtieri rende eterno l’istante e invita a guardare la fragilità della vita con indulgenza e compassione.
Bello mondo può essere letta come un inno o una lunga ode di ringraziamento, perché dice parole che alleggeriscono l’anima. Scopriamone testo, analisi e commento.
Bello mondo di Mariangela Gualtieri: testo
In quest’ora della sera
da questo punto del mondoRingraziare desidero il divino
labirinto delle cause e degli effetti
per la diversità delle creature
che compongono questo universo singolare
ringraziare desidero
per l’amore, che ti fa vedere gli altri
come li vede la divinità
per il pane e il sale
per il mistero della rosa
che prodiga colore e non lo vede
per l’arte dell’amicizia
per l’ultima giornata di Socrate
per il linguaggio, che può simulare la sapienza
io ringraziare desidero
per il coraggio e la felicità degli altri
per la patria sentita nei gelsomini.
e per lo splendore del fuoco
che nessun umano può guardare
senza uno stupore antico
e per il mare
che è il più vicino e il più dolce
fra tutti gli Dèi
ringraziare desidero
perché sono tornate le lucciole
e per noi
per quando siamo ardenti e leggeri
per quando siamo allegri e grati
per la bellezza delle parole
natura astratta di Dio
per la scrittura e la lettura
che ci fanno esplorare noi stessi e il mondo
per la quiete della casa
per i bambini che sono
nostre divinità domestiche
per l’anima, perché se scende dal suo gradino
la terra muore
per il fatto di avere una sorella
ringraziare desidero per tutti quelli
che sono piccoli, limpidi e liberi
per l’antica arte del teatro, quando
ancora raduna i vivi e li nutre
per l’intelligenza d’amore
per il vino e il suo colore
per l’ozio con la sua attesa di niente
per la bellezza tanto antica e tanto nuova
io ringraziare desidero per le facce del mondo
che sono varie e molte sono adorabili
per quando la notte
si dorme abbracciati
per quando siamo attenti e innamorati
per l’attenzione
che è la preghiera spontanea dell’anima
per tutte le biblioteche del mondo
per quello stare bene fra gli altri che leggono
per i nostri maestri immensi
per chi nei secoli ha ragionato in noi
per il bene dell’amicizia
quando si dicono cose stupide e care
per tutti i baci d’amore
per l’amore che rende impavidi
per la contentezza, l’entusiasmo, l’ebbrezza
per i morti nostri
che fanno della morte un luogo abitato.
Ringraziare desidero
perché su questa terra esiste la musica
per la mano destra e la mano sinistra
e il loro intimo accordo
per chi è indifferente alla notorietà
per i cani, per i gatti
esseri fraterni carichi di mistero
per i fiori
e la segreta vittoria che celebrano
per il silenzio e i suoi molti doni
per il silenzio che forse è la lezione più grande
per il sole, nostro antenato.
Io ringraziare desidero
per Borges
per Whitman e Francesco d’Assisi
per Hopkins, per Herbert
perché scrissero già questa poesia,
per il fatto che questa poesia è inesauribile
e non arriverà mai all’ultimo verso
e cambia secondo gli uomini.
Ringraziare desidero
per i minuti che precedono il sonno,
per gli intimi doni che non enumero
per il sonno e la morte
quei due tesori occulti.
E infine ringraziare desidero
per la gran potenza d’antico amor
per l’amor che se move il sole e l’altre stelle.
E muove tutto in noi.
Bello mondo di Mariangela Gualtieri: analisi e commento
Nella sua poesia Mariangela Gualtieri ringrazia persino per la morte, che viene vista come un dono. È l’altra faccia della vita, il suo naturale risvolto, un lungo riposo dalle fatiche che il vivere comporta; non a caso viene affiancata infine al “sonno” definito l’altro “tesoro occulto”, dunque nascosto, un processo che diamo per scontato e di cui ignoriamo la forza rigeneratrice. Si tratta una visione pacificante, rasserenante, che sembra liberare l’essere umano dal suo fardello più greve, quello della mortalità.
L’ingrediente principale della lirica tuttavia, ciò che muove ogni cosa e tesse le fila dello stesso linguaggio poetico, è l’amore che opera sotto forma di energia e governa le azioni degli umani teleologicamente dando un senso ultimo all’esistenza. In questa ripresa, volutamente non contrapposta, dei temi chiave di “eros” e “thanatos” si snoda l’intero canto che elogia tanto la vita quanto la morte senza fratture né parallelismi in un atto inesausto, quasi sacrale, di gratitudine.
“L’attenzione”, dice la poetessa in un verso prezioso, “è la preghiera spontanea dell’anima”. Tutta la spiritualità del canto è racchiusa in queste parole che rimandano alla dimensione interiore, all’importanza del silenzio che è la lezione più grande e preziosa e cela infiniti doni per chi è in grado di ascoltarlo.
Mariangela Gualtieri ha affermato di essersi ispirata nella scrittura a Jorge Luis Borges e al tema del ringraziamento che ricorre come una costante nella sua poesia. La gratitudine è infatti un elemento fondamentale e forse la più antica forma di poetica poiché la parola “grazie” consente di caricare di senso tutto ciò che si nomina. Secondo la poetessa è necessario educarsi alla pratica della gratitudine in un mondo che è sempre più chiuso, imprigionato nelle gabbie egoistiche dell’Io. Volgere lo sguardo alla natura, all’esistenza al di fuori di noi ci riporta l’incanto primigenio della meraviglia, ci consente di accogliere in noi lo stupore.
Sono tanti i poeti che cantano insieme alla voce di Mariangela Gualtieri e nella lunga ode Bello mondo sono tutti nominati: Borges, Whitman e persino Francesco d’Assisi con il suo Cantico delle creature. Nella conclusione l’autrice si ricollega al barbarico grido di Whitman sopra i tetti del mondo e ci ricorda che la poesia è inesauribile e prosegue in un unico flusso ininterrotto dall’inizio dei tempi. Un lungo canto di celebrazione della vita, con le sue gioie e i suoi dolori.
Un elogio di ciò che ci rende umani e della forza invisibile del nostro essere nel mondo, di quello spirito che non muore mai e ci circonda come un’energia impalpabile sin dall’inizio dei tempi. Mariangela Gualtieri tramite la sua poesia canta proprio quell’energia che scorre ovunque e ci circonda come luce: canta l’essere vivi con la grazia sapiente e fantastica di una mistica compiendo la magia di trasferire l’energia stessa nei nostri corpi come una musica.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Bello mondo”, la poesia di Mariangela Gualtieri declamata da Jovanotti
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