

Mentre continuano in tutto il mondo le manifestazioni di protesta contro la disuguaglianza razziale e la brutalità della polizia americana nei confronti dei neri (che anziché limitarsi a destare sdegno a distanza dovrebbero aprire anche gli occhi sulla discriminazione in Italia), su Sololibri abbiamo deciso di dedicare un articolo ai libri da leggere a tema “Black Lives Matter”. Perché “le vite dei neri contano” anche nel loro risvolto culturale: c’è un’ampia fascia di produzione letteraria ancora troppo spesso vittima di un pregiudizio quantomeno qualitativo, a cui solo negli ultimi anni ci stiamo aprendo.
Quello che sta accadendo oggi in America e nel mondo è, dunque, anche un importante segnale di quanto dovremmo, noi bianchi, imparare a metterci in ascolto: del respiro mozzato, del dolore e delle grida, così come delle storie, dei resoconti, delle riflessioni. Per questo motivo, anche se esistono sicuramente opere degne di attenzione sul tema scritte da autori bianchi (due esempi, uno saggistico e uno narrativo: Bianco e nero di Gaia Giuliani e Il buio oltre la siepe di Harper Lee, grande classico in questi giorni molto citato), abbiamo deciso di radunare in un elenco i libri che secondo noi non dovreste lasciarvi sfuggire se volete approfondire la questione riguardante i diritti dei neri (in America, ma anche in Italia) o volete affacciarvi su un panorama narrativo a voi inedito.
Black books matter: letteratura e saggistica da leggere


Link affiliato
Tra me e il mondo, Ta-Nehisi Coates (Codice edizioni, 2018)
È una lunga e straziante lettera che Ta-Nehisi Coates scrive al figlio Samori per il suo 15esimo compleanno. Nell’articolare il racconto della sua infanzia, l’autore trasmette al ragazzo gli insegnamenti necessari per poter sopravvivere quotidianamente se nasci nero in America. Di Ta-Nehisi Coates consigliamo anche Otto anni al potere e Una lotta meravigliosa.


Link affiliato
Donne, razza e classe, Angela Davis (Edizioni Alegre, 2018)
Pubblicato per la prima volta quasi quarant’anni fa, è un saggio fondamentale per il femminismo moderno, che individua l’importante interconnessione su genere, razza e classe e conduce uno studio storico sulla condizione delle donne afroamericane, raccontando episodi tragici della storia degli Stati Uniti.


Link affiliato
Pelle nera, maschere bianche, Frantz Fanon (ETS, 2015)
Scritto nel pieno della decolonizzazione, il saggio analizza i meccanismi di oppressione politica e psicologica effettuati nel corso della storia sui neri, di cui racconta le sofferenze con l’obiettivo di "liberare l’uomo di colore da se stesso", dal ruolo a cui l’uomo bianco lo ha relegato.
Io so perché canta l’uccello in gabbia, Maya Angelou (Beat, 2015)
Acclamato come uno tra i mille migliori libri di sempre, è il disarmante racconto dell’infanzia della poetessa e scrittrice e di cosa significhi essere una bambina e un’adolescente nera nell’America razzista degli anni Trenta, tra "eroi" (i raccoglitori di cotone che frequentano l’emporio di sua nonna) e "orchi" (i bianchi del Ku Klux Klan, ma anche l’amico della madre che una sera la attira a sé).


Link affiliato
Negroland, Margo Jefferson (66thand2nd, 2017)
Negroland è "un’enclave senza confini geografici", "l’élite di colore" ossessionata dalla perfezione; da qui bisogna partire per demolire le convinzioni sulla razza, rendendola un concetto mutevole che intreccia lingua, genere, censo, ambizioni personali. Jefferson costruisce un "lessico famigliare" squarciato da digressioni storiche, che parte proprio da "Negro", con la g e con la N maiuscola, una parola diventata tabù di cui riappropriarsi.


Link affiliato
Barracoon, Zora Neale Hurston (66thand2nd, 2019)
È il racconto di Cudjo Lewis, l’ultimo testimone della tratta atlantica, raccolto con acutezza da Zora Neale Hurston tra il 1927 e il 1931. Sopravvissuto alla "Clotilda", l’ultima nave negriera ad aver attraversato l’oceano, Lewis racconta la sua cattura, la prigionia nei barracoon, la lunga traversata, il lavoro nei campi, la Guerra Civile e la fondazione di Africatown.


Link affiliato
I ragazzi della Nickel, Colson Whitehead (Mondadori, 2019)
Colson Whitehead è tra le voci più note della letteratura afroamericana degli ultimi anni. Vincitore di due premi Pulitzer, il primo con La ferrovia sotterranea e il secondo con I ragazzi della Nickel, in questo romanzo racconta la storia di Elwood, brillante e operoso ragazzino nero che per errore viene spedito alla Nickel, la scuola-riformatorio che presto si rivela un inferno di violenza insensata.


Link affiliato
Amatissima, Toni Morrison (Pickwick, 2013)
Premio Nobel per la letteratura nel 1993, Toni Morrison è una tra le più note scrittrici afroamericane del Novecento, morta la scorsa estate. Amatissima (premio Pulitzer 1988) è un romanzo ambientato dopo la fine della Guerra Civile e ispirato alla storia di Margaret Garner, una schiava nera che fuggì in Ohio le cui vicende furono riportate in un articolo del 1856.
The hate U give. Il coraggio della verità, Angie Thomas (Giunti, 2017)
Starr vive in equilibrio precario tra il quartiere di colore in mano alle gang dove è cresciuta e la scuola prestigiosa che frequenta per volere della madre, che spera di lasciare ai figli un futuro migliore. Un giorno, però, assiste alla morte del suo migliore amico, Khalil, un ragazzo (uno dei tanti) disarmato ucciso dalla polizia, e diventerà l’unica testimone di una verità che metterà in pericolo la sua stessa vita.


Link affiliato
Il colore viola, Alice Walker (SUR, 2019)
È il romanzo da cui è stato tratto l’omonimo film di Steven Spielberg e racconta la storia di due sorelle, Celie e Nettie, entrambe in fuga da un padre violento. Celie riuscirà a ricostruirsi una vita caotica e bizzarra con una nuova famiglia, mentre di Netti si perderanno le tracce.


Link affiliato
E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana, Espérance Hakuzwimana Ripanti (People, 2019)
Le voci nere da ascoltare non vengono tutte da oltreoceano: Espérance Hakuzwimana Ripanti racconta la sua storia che parte dal Ruanda e continua in Italia, condividendo con il lettore i propri ricordi e le esperienze più significative e portando avanti una preziosa lotta contro i pregiudizi.
La prossima volta il fuoco, James Baldwin (Fandango, 2020)
Pubblicato per la prima volta nel 1963, si costituisce come il resoconto sincero della vita nera negli Stati Uniti, l’ipocrita paese della libertà, ed è considerato uno tra i saggi più autorevoli e appassionati sui rapporti interrazziali. Dello stesso autore consigliamo anche la raccolta di racconti Stamattina stasera troppo presto e La stanza di Giovanni.


Link affiliato
Americanah, Chimamanda Ngozi Adichie (Einaudi, 2015)
Abbiamo già citato Chimamanda con il saggio Dovremmo essere tutti femministi quando vi abbiamo parlato dei libri sul femminismo e non possiamo non citarla nuovamente oggi con Americanah. Il romanzo racconta di Ifemelu e della sua traversata dalla Nigeria agli Stati Uniti, abbandonando una vita difficile per cadere in una realtà inclemente, in cui scopre di essere nera e dove successo e insoddisfazione per ciò che si è saranno l’una la conseguenza dell’altro.


Link affiliato
Denti bianchi, Zadie Smith (Mondadori, 2017)
La Londra di Zadie Smith è una città multiculturale e multigenerazionale, estremista, animata dal costante conflitto tra desiderio di libertà e spinta di appartenenza. Su questo tessuto ingestibile e tragicomico si muovono i protagonisti del romanzo, i grandi amici Archie, inglese, e Samad, bengalese.


Link affiliato
Citizen. Una lirica americana, Claudia Rankine (66thand2nd, 2017)
Un poesia lungo un libro, che scardina le convenzioni della poesia tradizionale innestando altre forme testuali e mediatiche: ne viene fuori un ritratto sfaccettato della questione razziale negli Stati Uniti, che racconta dettagliatamente le micro e macroaggressioni quotidiane subite dai neri.


Link affiliato
Friday Black, Nana Kwame Adjei-Brenyah (SUR, 2019)
Per raccontare la realtà non serve essere per forza realistici: Nana Kwame Adjei-Brenyah restituisce tramite la distopia un puntuale resoconto della società americana di oggi, tra consumismo, disuguaglianze di classe, tensioni razziali e uso incontrollato delle armi da fuoco.


Link affiliato
Le cose crollano, Chinua Achebe (La nave di Teseo, 2016)
Da guerriero temuto e venerato a eroe oltraggiato. È la tragica e inattesa parabola di Okonkwo, fiero, ostinato, ambizioso, deciso a diventare il leader indiscusso del suo clan in un villaggio Ibo, in Nigeria. L’irruzione degli europei, però, sovvertirà presto l’ordine consueto delle cose e il mondo che lo circonda, trascinandolo nella polvere. Dello stesso autore, consigliamo anche Non più tranquilli e La freccia di Dio.
I nostri consigli di lettura non si fermano qui. Sul nostro profilo Instagram, @libri_sololibri, trovate altre due liste di titoli che contengono questi e tanti altri romanzi e saggi da non farvi sfuggire sul tema.
Avete già letto qualcuno di questi libri? Se volete, potete condividerle nelle vostre storie segnalando quelli che avete già letto.
Se invece avete qualche ulteriore titolo da suggerirci, scrivetecelo nei commenti!
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Black Lives Matter: i libri da leggere contro il razzismo
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Mondadori Einaudi Giunti Fandango Libri Libri da leggere e regalare BEAT La nave di Teseo Colson Whitehead Angie Thomas Maya Angelou
Il libro di Frantz Fanon “Pelle nera e maschere bianche” esordisce con uno studio preliminare dedicato al linguaggio a cui l’autore attribuisce un’importanza fondamentale.
“Parlare significa utilizzare una certa sintassi, possedere la morfologia di questa o di quella lingua, ma è soprattutto assumere su di sé una cultura, sostenere il peso di una civiltà”.
Essere arrivata in Sardegna negli anni settanta quando ancora si percepiva tra i parlanti il peso di una colonizzazione linguistica che misconosceva la lingua sarda nell’insegnamento, mi ha fatto scoprire le pagine di Fanon che da giovane a scuola impara a disprezzare il dialetto. Anche in Sardegna come in Martinica le famiglie borghesi proibivano l’uso del dialetto perché “Si, bisogna che mi controlli nel mio modo di parlare, perché è attraverso questo che mi si giudicherà … Si dirà di me, con disprezzo: Non sa neanche parlare il francese”.
Anch’io insegnante di italiano di quella cultura che si faceva dominante nei confronti di quella sarda discriminavo i miei alunni in base alla proprietà o meno dell’uso della lingua italiana, non ero in grado di pormi di fronte al sardo con quella curiosità intellettuale che l’originalità della cultura locale era capace di trasmettermi. Furono letture come quella di Fanon che mi aprirono al confronto con i valori di un idioma portatore di un modo di pensare che rischia di veicolare sentimenti di inferiorità nei confronti di quelli che considerano più evoluti.
Il libro di Fanon merita di essere letto non solo da questo aspetto, sarebbe riduttivo, la grande questione del razzismo che un antilliano studia individuando il complesso di dipendenza del colonizzato è troppo complessa per essere trattata nello spazio di poche righe. A me non rimane che invitare alla lettura o alla rilettura un testo ricco di sempre nuove interpretazioni.