Ricorre oggi, 24 novembre, l’anniversario della nascita del papà di Pinocchio, Carlo Collodi.
La storia del burattino di legno dal naso lungo continua ad affascinare le persone di tutto il mondo, tramandandosi di generazione in generazione. Ormai il personaggio di Pinocchio è talmente parte integrante della memoria collettiva, che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo: perché, senza Pinocchio, chi insegnerebbe ai bambini che le bugie non si dicono? Verrebbe meno la minaccia suprema: "Guarda che poi ti viene il naso lungo, come quello di Pinocchio."
Le avventure di Pinocchio
Il libro Le avventure di Pinocchio fu pubblicato dalla casa editrice fiorentina Felice Paggi nel febbraio del 1883, ma prima i vari episodi della storia erano usciti a puntate sulla rivista per l’infanzia Giornale per Bambini.
Oggi Le avventure di Pinocchio è stato tradotto in oltre 260 lingue e pubblicato in 187 edizioni, ed è uno tra i libri più amati e letti al mondo. Il calcolo esatto del numero di copie vendute è impossibile, perché i diritti d’autore decaddero ufficialmente nel 1940.
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La storia di Pinocchio è ormai ritenuta un’allegoria della vita, un racconto sapiente e geniale nel quale è possibile rintracciare un intero sistema di valori. Nelle avventure del birbante burattino che sogna di diventare un bambino vero, in carne e ossa, si cela un percorso di crescita e maturazione che tutti, prima o poi, ci troviamo ad affrontare nel corso dell’esistenza. Le avventure di Pinocchio è una fiaba per bambini, ma anche una storia per adulti che non cessa mai di riproporre nuovi significati e suscitare nuove interpretazioni.
Il grande filosofo novecentesco Benedetto Croce decretò che Pinocchio fosse tra le migliori opere della "letteratura infantile italiana". Nella sua Storia della letteratura Croce dichiarò:
Il legno, in cui è tagliato Pinocchio, è l’umanità.
Perché Pinocchio in fin dei conti narra la storia della vita umana, l’importanza di non cedere alle tentazioni, ai capricci, e la necessità di resistere e sfidare gli ostacoli che sempre l’esistenza ci pone d’innanzi.
Ma chi era Carlo Collodi, l’autore di questo romanzo straordinario capace di plasmare l’immaginazione di tutto il mondo?
Carlo Collodi: una biografia
Carlo Collodi, all’anagrafe Carlo Lorenzini, fu un celebre scrittore e giornalista italiano. Nacque a Firenze il 24 novembre 1826, figlio di un cuoco e di una domestica. La madre Angiolina era stata cameriera presso la tenuta Collodi, da cui derivò il soprannome scelto da Carlo che era molto legato a quel ricordo d’infanzia.
I genitori del piccolo Carlo lavoravano al servizio della ricca famiglia dei Marchesi Ginori. Furono proprio i marchesi a finanziare gli studi di Carlo, che ebbe quindi accesso all’esclusivo seminario di Val d’Elsa, gli studi religiosi erano considerati la miglior istruzione per l’epoca.
Collodi non prese mai i voti, tuttavia continuò gli studi presso la scuola di retorica e filosofia dei Padri Scolopi a Firenze.
Una volta completati gli studi, Carlo Collodi lavorò nella libreria Piatti di Firenze. Nel 1847, dopo la pubblicazione di un articolo di musicologia sulla rivista L’Arpa, cominciò a scrivere per L’Italia Musicale, celebre periodico milanese del quale divenne una delle firme di punta.
Fondò anche un proprio giornale di taglio politico-umoristico Il Lampione nel quale si proponeva di "fare luce a chi brancolava nelle tenebre", dando già prova di una creatività innovativa. Qualche anno più tardi Collodi collaborava già con quotidiani nazionali famosi, come Il Fanfulla, e nel tempo libero si dedicava alla scrittura dei suoi primo romanzi.
Nel 1856 pubblicò il suo primo libro Un romanzo in vapore. Fu uno tra i primi scrittori italiani a trattare della novità rappresentata dalla ferrovia a vapore.
Carlo Collodi e le fiabe per bambini
L’autentica rivoluzione per Carlo Collodi avvenne però quando quest’ultimo si avvicinò al mondo delle fiabe per l’infanzia.
Nel 1874 Carlo era ormai avanti con gli anni quando, per ragioni professionali, si ritrovò a tradurre le favole dell’autore francese Perrault per l’editore fiorentino Felice Paggi. Fu proprio in quel periodo che il giornalista Carlo Lorenzini adottò lo pseudonimo di Collodi, con l’intento di firmare, con quel nome, i libri per l’infanzia.
Collodi scrisse alcuni testi pedagogici e, in seguito, dei romanzi per bambini come Giannettino (1875) e Minuzzolo (1877). Ma il vero successo sarebbe arrivato qualche anno dopo con l’invenzione del mitico burattino Pinocchio.
Il 7 luglio 1881 Carlo Collodi cominciò a scrivere una storia a puntate per il Giornale dei bambini. Il primo racconto si intitolava emblematicamente La storia di un burattino. Nacquero così Le avventure di Pinocchio, che sarebbero state pubblicato in formato libro alcuni anni dopo dall’editore Felice Paggi di Firenze.
Nell’idea dell’autore Le avventure di Pinocchio si concludevano tragicamente, ovvero con la morte del burattino per impiccagione. Le proteste dei piccoli lettori del Giornale dei bambini tuttavia lo indussero a cambiare il finale. Carlo Collodi quindi diede a Pinocchio il suo lieto fine: lo trasformò in un bambino vero.
L’eredità di Carlo Collodi
Carlo Collodi morì improvvisamente il 26 ottobre 1890, probabilmente a causa di un aneurisma. Poco prima di compiere il suo sessantaduesimo anno lo scrittore si sentì male mentre saliva le scale di casa. Lo portarono immediatamente nel suo letto dopo spirò pochi minuti dopo.
Nel 1962 è stata costituita la Fondazione nazionale Carlo Collodi che ha, tra i suoi scopi, quello di diffondere e far conoscere nel mondo le opere dello scrittore, in particolare Le avventure di Pinocchio.
Oggi il paese di Collodi, in occasione dell’anniversario, celebra l’autore con la mostra Trucioli d’arte nel paese di Pinocchio che sarà visitabile fino al 9 gennaio. Ma sono molte le iniziative dedicate a Collodi e al suo Pinocchio in tutta Italia, da non perdere la Pinocchio Immersive Art Experience, una mostra interattiva e digitale dedica all’opera di Carlo Collodi che permetterà ai visitatori di vivere in prima persona la storia del mitico burattino.
Perché la storia raccontata da Carlo Collodi non perde il suo fascino nonostante lo scorrere del tempo, il suo Pinocchio non sembra invecchiare mai e continua ad affascinarci con quel suo naso lungo e le mirabolanti avventure vissute assieme al Grillo Parlante, il Gatto e la Volpe, la Fata Turchina, Lucignolo e il buon Mastro Geppetto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Carlo Collodi: i 195 anni del padre di Pinocchio
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