Escono in questi giorni classifiche poco incoraggianti: l’Italia appare negli ultimi posti della classifica per il consumo di beni culturali, soprattutto al sud della penisola. Ciò vuol dire che si spende pochissimo in teatro, cinema, musei, mostre, concerti e ahimè libri.
La mancanza di biblioteche diffuse sul territorio, il numero esiguo di librerie fornite ed accoglienti, le sale cinematografiche sempre più in difficoltà data la competizione delle serie Tv e di Netflix, fanno sì che l’Italia, soprattutto le giovani generazioni, attaccate spasmodicamente agli smartphone, finisca per perdere la propria ricchezza culturale della quale invece dovremmo tutti fare tesoro, in senso anche strettamente economico.
Ecco allora che l’esempio di una libreria indipendente può dare uno spunto di riflessione, può costituire un modello da imitare. Alla libreria Koob nel quartiere Flaminio di Roma, ci sono molteplici iniziative, rivolte un po’ a tutti i generi di lettori: cominciando dall’ampio spazio dedicato ai libri per i bambini, con un arredo invitante, ecco che settimanalmente si svolge un’attività musicale, Musica e Biberon: arrivano i piccoli in passeggino, in braccio, gattonando, eppure sono attratti da questi primi accenni di educazione al suono, intrattenuti e indirizzati da chi sa bene come farlo. Libri, album, giochi per tutte le età attraggono mamme e nonne che devono scegliere il regalo giusto per bambini che sanno già tutto, e che non è facile attrarre verso le pagine scritte.
Una libraia esperta sa cosa consigliare. Per gli adulti i consigli vengono dati mensilmente con un appuntamento intitolato “Cosa si legge in città”: insieme al bravo e competente libraio Paolo Nicoletti Altimari, anche io ho trovato il modo di condividere le mie tante letture. Per il pubblico che spesso non sa come orientarsi nella massa dei libri che escono, delle recensioni spesso scoraggianti, consigli di lettura di lettori forti e appassionati possono essere un regalo per chi, pur amando leggere, cerca in libreria conforto alle proprie scelte, alternative valide alla pubblicità di bestseller non sempre raccomandati, scoperta di case editrici più piccole e meno conosciute che pubblicano testi interessanti anche se un po’ di “nicchia”.
In libreria ci si incontra, si scambiano pareri, si chiede un’informazione, si ordina un libro raro, si incontrano scrittori esordienti o già famosi, si seguono corsi di scrittura, si fanno regali “pensati” agli amici. Amazon non è sempre l’unica scelta valida per chi ama davvero i libri e il loro profumo!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il fascino di una libreria indipendente di quartiere
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