Il fuoco di Sant’Antonio è spesso nominato, dal momento che si tratta di una malattia abbastanza comune. Ma cos’è in realtà e perché si chiama così? Incuriositi dal nome siamo andati a cercare qualche informazione su quella che sembra essere una cosa strettamente legata alla sfera sanitaria.
E così è nella realtà: l’etimologia del nome, infatti, non deve ingannare. Il fuoco di Sant’Antonio è chiamato così perché per la sua guarigione veniva invocato il Santo, ovvero Sant’Antonio Abate nel riconoscimento del suo culto taumaturgico che ha origini in Francia a partire dal XII secolo.
Ma guarire da cosa? Di seguito le informazioni sulla malattia e le evoluzioni nel corso della storia che hanno accostato quest’ultima alla figura del Santo.
Che cos’è il fuoco di Sant’Antonio?
Per tutti coloro che si sono sempre chiesti che cos’è il fuoco di Sant’Antonio ecco svelato il mistero: si tratta, infatti, del più comune herpes zoster, ovvero una malattia virale che interessa la cute e le terminazioni nervose.
Lo scatenarsi del fuoco di Sant’Antonio sembra avere come causa la riattivazione del virus della varicella infantile. Quando si viene infettati per la prima volta dal virus, spesso da bambini, si sviluppa la varicella; successivamente il virus permane nell’organismo in uno stato di latenza e può riattivarsi (ad esempio in caso di stress o di eccessiva esposizione al sole) portando allo scatenarsi del Fuoco di Sant’Antonio. Trattandosi dello stesso virus della varicella, è necessario prestare attenzione a non entrare in contatto con soggetti con eruzione da fuoco di Sant’Antonio, soprattutto se si rientra in categorie a rischio come bambini piccoli, donne in gravidanza e pazienti immunodepressi: se non si è già immuni alla varicella (per vaccinazione o per infezione precedente) si rischia di contrarla. Se invece si ha già avuto la varicella o si è stati vaccinati, non c’è pericolo ad entrare in contatto con un soggetto con Fuoco di Sant’Antonio.
Nel nome Herpes Zoster ritroviamo parte di quelli che sono i sintomi principali. Le due parole tradotte dal greco significano "serpente" e "cintura" e descrivono appunto quella che è una malattia dolorosa. Il fuoco di Sant’Antonio è paragonabile ad un serpente di fuoco che si annida all’interno del corpo, presenta strascichi lunghi e invalidanti. Si manifesta attraverso una vera e propria eruzione cutanea molto dolorosa fatta di vescicole e nella maggior parte dei casi interessa solo un lato del corpo.
Il fuoco di Sant’Antonio: perché si richiama questo santo?
Come abbiamo in parte accennato il fuoco di Sant’Antonio si chiama così perché per la sua guarigione, nel passato, veniva invocato Sant’Antonio Abate. A lui, infatti, erano riconosciute potenti capacità taumaturgiche.
E proprio Sant’Antonio divenne, durante l’Età moderna, il personaggio assoluto della malattia: durante infatti tutto il Medioevo in presenza del fuoco di Sant’Antonio venivano invocati anche altri santi che successivamente passarono in secondo piano.
Inoltre, fino alla prima Età moderna l’espressione era utilizzata anche per identificare altri tipi di eziologia o cancrene: in quel periodo, infatti, a causa delle conoscenze limitate in ambito medico e sanitario, era difficile distinguere da un punto di vista diagnostico le diverse manifestazioni cutanee che potevano interessare la pelle.
Attualmente, invece, l’espressione fuoco di Sant’Antonio viene utilizzato solo per identificare l’herpes zoster che può colpire gli uomini in modo più o meno significativo e per il quale è necessario intervenire con l’aiuto del medico, cercando così di limitare il prolungarsi dello stato infiammatorio e di dolore.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Fuoco di Sant’Antonio: cos’è e perché si chiama così
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