Il grande libro illustrato delle fobie di Gianluca Bavagnoli e Andrea Q

Possibili stazioni cliniche della parabola evolutiva di un fobico-tipo: prima infanzia oscillante tra clinofobia (paura di dormire) e sciofobia (paura delle ombre), adolescenza attraversata da fase scopofobica (non pensate male, è la paura di essere guardati o fissati), per approdare infelice e stressato – mica ci si sbarazza facilmente dalle paure sviluppate nel corso della crescita – all’attuale coulrofobia (paura dei clown), sviluppata guardando IT. Se vi venisse di sorridere alla sua faccia, non avete idea che l’escalation potrebbe riguardare anche voi: la galassia è amplissima quanto trasversale. Secondo il dizionario clinico fobia riferisce a uno

“stato psichico caratterizzato da senso di paura, repulsione, disgusto per persone o situazioni reali o irreali”.

Deducendo da “Il grande libro illustrato delle fobie” curato e disegnato da Gianluca Bavagnoli e Andrea Q (Baldini & Castoldi, 2017) una condizione diffusa a macchia di leopardo tra il genere umano. Leggere per credere di cosa e capace la nostra mente quando è alle prese con la realtà (anche la più comune).

L’elenco patologico è articolato, in molti casi contorto. Si va dalle comuni claustrofobia (spazi chiusi), agorafobia (spazi aperti), aracnofobia (paura di ragni), ornitofobia (uccelli), acrofobia (altezze) e bacillofobia (microbi) ai terrori più insoliti: la levofobia e la dextrofobia che sono la paura di tutto ciò che sta alla sinistra – o alla destra – del proprio corpo, la Jangelafobia (paura delle gelatine, sic!) e la koutaliafobia che è l’angoscia che si prova al cospetto dei cucchiai (!). Insomma: le 160 pagine di questo compendio illustrato di timori e tremori, incrocia il fiume carsico delle fissazioni della specie umana civilizzata. Un arco vastissimo, così che nessuno – scava, scava - può dirsene immune. Per dirla nel tono sorridente (ma non troppo) degli autori, in “Il grande libro illustrato delle fobie” vi imbatterete in:

“Fobie inaudite, terribili e fantastiche. Ci sono le scale e l’aria contaminata, il terrore della simmetria e dell’asimmetria, degli oggetti alla sinistra del corpo e delle uova, la paura di sedersi e quella di dormire. In certi casi si tratta soltanto di lievi timori, cose o situazioni che generano un leggero fastidio, qualcosa di facilmente controllabile. In altri, invece, la reazione è davvero paralizzante”.

Preso atto dell’universalità della sensazione fobica, piuttosto che guardare alla gobba degli altri, conviene guardare al gibbo terrifico che ci portiamo dietro, chissà da chissà quando, prima di questo libro di Gianluca Bavagnoli e Andrea Q forse senza saperlo.