Matteo Salvini continua a girare per l’Italia e a condividere idee su come, secondo lui, dovrebbe essere la scuola del futuro. L’ultima volta è stata in data 1° maggio, nell’ambito di un comizio elettorale nel Lazio (in provincia di Roma), dove ha detto che vorrebbe il ritorno all’utilizzo del grembiule nelle scuole elementari e medie e che l’idea di porre delle telecamere per la videosorveglianza all’interno di tutte le classi è stata messa nero su bianco in una proposta di legge che dovrebbe essere discussa in parlamento a breve. Vediamo, nel dettaglio, cosa è stato detto da Salvini nel suo intervento.
Scuola, Salvini nei comizi elettorali: ritorno al grembiule e videosorveglianza
Già nei mesi scorsi lo aveva accennato, un paio di volte dall’inizio di quest’anno (gennaio e marzo) e, in data 1° maggio, Matteo Salvini è tornato a parlare di scuola e di grembiuli. Secondo il vicepremier tornare a indossare i grembiuli sarebbe garanzia del fatto che non si creino disparità sociali tra bambini e ragazzini. A Palestrina, in provincia di Roma, Salvini ha dichiarato che "Visto che tutti i bimbi sono uguali io nel nome della parità di tutti rimetterei un bel grembiulino. Così non c’è quello con la felpa da 800 euro e quello con le scarpe da 20 euro". Il ministro degli Interni ha anche aggiunto, sarcasticamente, che “ora qualcuno a sinistra dirà che voglio tornare al Ventennio”.
Oltre a ciò Salvini ha anche ricordato che, come non dimentica mai di fare presente, l’educazione civica tornerà a settembre come materia obbligatoria in tutte le classi.
Oltre a questo, il politico ha parlato anche di un altro tema particolarmente dibattuto e che rimane sempre caldo: la /scuola-torna-educazione-civica-come-funziona-novita.html. A questo proposito Salvini ha voluto ricordare che la proposta di legge a firma leghista sulla videosorveglianza arriverà in Parlamento la prossima settimana. L’idea sarebbe quella di introdurre telecamere negli asili nido e nelle case di riposo per anziani allo scopo di “difendere bambini, anziani e disabili”; nell’ambito della scuola, secondo Salvini, le telecamere andrebbero introdotte “pure nelle scuole dei gradi superiori, ma in questo caso per difendere i professori da alunni e genitori imbecilli”.
Scuola e telecamere: le opinioni dei docenti e la privacy
L’argomento è da sempre molto controverso: i docenti accoglierebbero di buon grado una sorveglianza che, alla fine, sarebbe anche sul loro lavoro? Questa dinamica andrebbe a ledere al rapporto studenti-docente e, più in generale, alle dinamiche della classe? Le opinioni sono discordanti, ma una cosa è certa: legalmente parlando la legge non consente di piazzare delle telecamere, se non a scuola chiusa. Il Garante per la privacy prevede, infatti, l’utilizzo delle telecamere solo e soltanto “in casi di stretta indispensabilità (ad esempio, a causa del protrarsi di atti vandalici)” oltre al fatto che “gli stessi devono essere circoscritti alle sole aree interessate ed attivati negli orari di chiusura degli istituti, regolando rigorosamente l’eventuale accesso ai dati”.
Anche in caso di situazioni di pericolo, sia per quanto riguarda l’incolumità degli studenti che per quanto riguarda quella dei docenti e del personale scolastico, rimane in mano al Garante per la privacy o alla polizia l’autorità e la possibilità di intraprendere “iniziative a fini di tutela dell’ordine pubblico o di individuazione di autori di atti criminali (per es. spacciatori di stupefacenti, adescatori, ecc.)”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Grembiule e videosorveglianza nelle classi: le ultime novità per la scuola
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