In occasione della Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore è d’obbligo rispolverare il celebre decalogo formulato dallo scrittore francese Daniel Pennac sui diritti del lettore.
Nel libro-saggio Come un romanzo (Feltrinelli, 2013) Pennac teorizza l’idea della lettura come diritto dell’uomo. Dunque non un obbligo, non uno svago, ma semplicemente un diritto che ciascuno può esercitare secondo la propria piena volontà.
Nel suo saggio l’autore francese afferma che:
Le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere.
Link affiliato
Rivendica dunque totale libertà nell’approccio individuale alla lettura, che troppo spesso viene imposta erroneamente dal sistema scolastico come un compito, un obbligo da assolvere, come parte fondante di un’educazione distorta.
Daniel Pennac nel suo libro stilla un decalogo dei diritti inalienabili di ogni lettore: i 10 diritti del lettore sono veri, spiritosi, a volte ironici ma tutti sanciscono una verità sacrosanta.
Il verbo leggere non conosce l’imperativo, afferma lo scrittore nel suo saggio, proprio come il verbo sognare e il verbo vivere.
E questa è senza dubbio la citazione più bella da ricordare nella Giornata mondiale del libro.
Scopriamo quali sono i 10 diritti del lettore secondo Daniel Pennac.
Quali sono i diritti del lettore secondo Daniel Pennac
1. Il diritto di non leggere
Secondo Pennac la lettura deve essere innanzitutto una “scelta”, perché tutto ciò che diventa un obbligo viene poi vissuto come una costrizione e la lettura non deve essere tale. Dunque, libro o tv? Libro o passeggiata? Ma guai a leggere controvoglia!
2. Il diritto di saltare le pagine
Ci sono libri tanto noiosi da apparire interminabili. È diritto del lettore non annoiarsi, ma trarre gioia e beneficio dalla lettura: quindi non temete di saltare paragrafi o intere pagine se preferite, per approdare al capitolo o alla parte che stimola di più la vostra immaginazione. Potete farlo, non sentitevi in colpa, lo dice Pennac!
3. Il diritto di non finire il libro
Non sentitevi in colpa se lasciate un libro a metà, è capitato a tutti, persino ai lettori fortissimi. Se la lettura non trascina è inutile insistere. Potrete magari riprenderlo in un altro momento in cui vi sentirete più in sintonia con la storia narrata.
4. Il diritto di rileggere
Alzi la mano chi ha letto più volte il suo libro preferito! Certo che possiamo rileggere, e persino sottolineare e imparare le frasi a memoria, non ce lo vieta nessuno. È il più grande atto d’amore nei confronti della letteratura che si possa mettere in pratica.
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
Un vero lettore legge di tutto, persino le istruzioni dello shampoo. Scherzi a parte, secondo Pennac non esistono “buoni” e “cattivi” libri, ma ogni lettore deve sentirsi libero di leggere ciò che in quel momento più gli aggrada: che sia un saggio di geopolitica, un libro fantasy o un romanzo rosa.
6. Il diritto al bovarismo
Il termine “bovarismo” dovrebbe essere noto ai lettori. Trae origine da uno dei più perfetti e ben riusciti personaggi letterari: Madame Bovary. Pennac vuole raccomandare ai lettori di lasciarsi trascinare, travolgere, emozionare dalle storie proprio come Madame Bovary che alla fine non riusciva neppure più a distinguere il confine tra la vita vera e quella immaginaria.
Pennac ci concede anche di piangere senza pudore per un libro, se lo riteniamo necessario. Perché la lettura deve essere, prima di tutto, emozione.
7. Il diritto di leggere ovunque
In questo caso Pennac riporta l’esempio esilarante del soldato che legge Gogol mentre pulisce le latrine. In una società frenetica e dai ritmi serrati come la nostra ritagliarsi il tempo per leggere è un bene necessario, fondamentale come un atto di cura verso se stessi.
Quindi leggete in tram, in treno, in macchina, sul divano, in ascensore e persino mentre camminate - ma stando attenti a non andare a sbattere, mi raccomando, serve una certa tecnica e un po’ di cautela.
8. Il diritto di spizzicare
Sarà capitato a tutti di prendere un libro da uno scaffale, leggere una pagina a caso, oppure cercare una frase specifica e poi richiuderlo. Va benissimo così, non sentitevi in colpa. La lettura non deve essere per forza continuativa.
9. Il diritto di leggere ad alta voce
Ci sono storie che prendono vita solo se lette ad alta voce. E a volte leggere una particolare frase ad alta voce la rende più viva, più vera, riesce a farci percepire l’emozione che trasmette sotto la pelle. Le parole lette ad alta voce, afferma Pennac “Si mettevano a esistere fuori di me, vivevano veramente”.
10. Il diritto di tacere
“L’uomo costruisce case perché è vivo e scrive libri perché è mortale”, scrive enigmaticamente Daniel Pennac alla fine del suo decalogo. La lettura è un’attività strana, una compagnia solitaria che apparentemente non appaga con riscontri immediati, ma ci permette di comprendere meglio l’esistenza e ciò che ci circonda. Forse l’insegnamento più prezioso che la lettura ci insegna è proprio il “diritto di tacere”, che in una società abituata a parlare sempre, a parlare a vanvera, a parlare di tutto, vuol già dire molto.
Un “buon silenzio non fu mai scritto” diceva un tale, ma ne siamo proprio sicuri?
Eccoci arrivati alla fine del decalogo. Siete d’accordo con ciascuno di questi diritti? Ne aggiungereste degli altri? Fatecelo sapere nei commenti.
leggi anche
Perché leggere? I 7 benefici della lettura
Immagine di copertina Credits: Thesupermat, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I 10 diritti del lettore secondo Daniel Pennac
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Daniel Pennac Curiosità per amanti dei libri Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore
Lascia il tuo commento