Perché leggere? La Giornata nazionale per la promozione della lettura potrebbe essere un’ottima occasione per soffermarci e riflettere su una domanda che, nella quotidianità, ci poniamo raramente.
Come siamo diventati lettori e perché leggiamo? Per promuovere la lettura e sensibilizzare le nuove generazioni sulla sua importanza è fondamentale interrogarci in primo luogo sulle nostre abitudini e sulle ragioni che ci spingono a prendere in mano un libro e a immergerci per ore nelle sue pagine. Per educare nuovi lettori dobbiamo comprendere innanzitutto le tappe della nostra educazione letteraria e i benefici della lettura.
Perché i lettori leggono?
Chiedere a un lettore perché legge può apparire una domanda scontata, vuota, persino inutile nella sua banalità. È una domanda in se stessa ridondante come mostra la ripetizione “leggere/lettore” insita nella proposizione interrogativa: dopotutto, “un lettore è colui che legge”, per definizione. Sarebbe come domandare a un calciatore perché gioca a calcio, a un cuoco perché cucina, oppure a un cantante perché canta. Ma in effetti, a ben guardare, per ciascuna di queste categorie appena citate la passione diventa professione o, se non altro, un surrogato di essa, la lettura invece non è un lavoro.
Chiedere a un lettore perché legge è tuttavia una domanda così elementare, vacua, come chiedere a una persona perché ha fame ogni giorno in varie ore del giorno, oppure perché beve acqua quando ha sete. Più mi addentro nella riflessione, utilizzando me stessa come metro di riferimento, più mi rendo contro che la lettura è innanzitutto un bisogno. Un bisogno dell’anima prima che del corpo, quindi forse potremmo definirlo un “bisogno spirituale”. Ma come inizia questo bisogno?
L’importanza di un’educazione letteraria
Indubbiamente ogni lettore presenta una storia a sé. C’è chi si è scoperto lettore fin dall’infanzia e chi, invece, si è avvicinato alla lettura soltanto in età adulta o durante un’adolescenza turbolenta e votata all’introspezione. Non esiste un’età giusta per iniziare a leggere: si tratta di un processo in costante divenire, perché in fondo anche i nostri gusti letterari cambiano con noi, seguendo l’evoluzione impercettibile del nostro pensiero e del nostro sguardo.
Leggiamo per svariate ragioni: per abitudine, per imparare, per essere capiti, per sentirci meno soli, per evadere dalla realtà, per il piacere della scoperta. Elencare tutti i motivi che conducono alla lettura di un libro sarebbe impossibile, ed è altrettanto difficile spiegare quella sensazione di immersione travolgente nelle pagine che un lettore prova quando si accosta a un libro che ama.
A pensarci bene non vi è niente di razionale nell’attività di lettura: è un azione che non porta risultati concreti né benefici immediati, non a caso per molti è definita un “passatempo” se non proprio in termini dispregiativi come “una perdita di tempo”. La lettura è un’attività che si discosta dal mondo concreto, dal circuito immediato di produzione-guadagno che scandisce il rituale delle nostre giornate, e ci consegna a una dimensione altra, quasi metafisica.
Una delle cose principali che la lettura insegna è infatti la capacità di astrazione. Può sembrare un concetto complesso ma in realtà è molto facile da spiegare ai bambini: loro colgono subito il fascino delle storie, la loro mente è plasmabile e accoglie di buon grado i viaggi immaginari.
Forse l’educazione letteraria inizia proprio da questo, dalla fantasia, poi la fantasia si trasforma in pensiero (Io nel pensier mi fingo finché il cor non si spaura, diceva un poeta, Ndr) e poi i pensieri diventano idee raggiungendo un configurazione solida, concreta, capace di agire nel mondo.
Per sensibilizzare gli altri sull’importanza della lettura bisognerebbe proprio far appello a questo circolo inscindibile tra fantasia, pensiero e idee che, in fondo, rappresenta l’essenza della lettura stessa.
Educhiamo i bambini alla fantasia, all’immaginazione e così li educheremo a pensare, a essere adulti consapevoli e capaci di porsi domande senza accettare passivamente le cose della vita.
Perché leggere: i 7 benefici della lettura
Se la nostra esperienza di lettori non è sufficiente a convincere i “non lettori” sulla meraviglia che l’attività della lettura porta con sé, portiamo a nostra difesa i cosiddetti “7 benefici della lettura” che sono stati riconosciuti dalla comunità accademica internazionale.
Perché leggere? Ecco 7 validi motivi per farlo:
- I libri migliorano la comunicazione: leggere ci aiuta a migliorare il nostro lessico e la padronanza del linguaggio.
- I libri ci permettono di interpretare la vita: leggere ci permette di adottare diverse prospettive e punti di vista modificando, di conseguenza, il nostro modo di vedere il mondo.
- I libri sviluppano l’empatia: la capacità di metterci nei panni dell’altro, sviluppata attraverso la lettura, migliora la nostra intelligenza emotiva e la capacità di comprendere i pensieri altrui.
- I libri migliorano la memoria: leggere ha degli effetti benefici sulla nostra concentrazione, il fatto di restare focalizzati ore sulle pagine migliora le nostre capacità mnemoniche e di apprendimento.
- I libri aumentano la nostra sicurezza in noi stessi: i libri stimolano il nostro cervello rendendoci più intelligenti e, di conseguenza, ci rendono persone più consapevoli e sicure nelle dinamiche relazionali-sociali.
- I libri riducono lo stress: uno studio condotto dall’Università del Sussex ha dimostrato come, con soli sei minuti di lettura, il battito cardiaco e la tensione muscolare diminuiscano riducendo lo stress.
- I libri sono un viaggio: leggere permette di esplorare nuovi periodi storici, nuovi luoghi e nuovi orizzonti. Solo attraverso la lettura facciamo esperienze che, nella vita quotidiana, ci sarebbero precluse. Viaggiare stando fermi con un libro è possibile. Non è un caso che la lettura sia stata il mezzo prediletto di evasione durante il lockdown 2020.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Perché leggere? I 7 benefici della lettura
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