Driiiiiin, la campanella è suonata nel primo giorno di maturità 2019. I ragazzi sono entrati e i plichi con le tracce maturità 2019 sono stati distribuiti: tre le tipologie in tutto, tipologia A - analisi del testo con 2 tracce, tipologia B - testo argomentativo con 3 tracce, tipologia C - tema di attualità con 2 tracce. Vediamo in particolare la soluzione dell’analisi del testo de Risvegli di Giuseppe Ungaretti, una delle due uscite. La traccia non risulta inaspettata, anzi, si vociferava che fosse tra le possibilità del ministero dell’Istruzione. Cosa ne penseranno i maturandi? Sicuramente sapremo la loro opinione una volta passata questa mattinata. Vediamo ora la parafrasi, l’analisi del testo e tutte le informazioni utili sul componimento dell’autore.
Testo di Risvegli di Giuseppe Ungaretti
Ogni mio momento
io l’ho vissuto
un’altra volta
in un’epoca fonda
fuori di meSono lontano colla mia memoria
dietro a quelle vite perseMi desto in un bagno
di care cose consuete
sorpreso
e raddolcitoRincorro le nuvole
che si sciolgono dolcemente
cogli occhi attenti
e mi rammento
di qualche amico
mortoMa Dio cos’è?
E la creatura
atterrita
sbarra gli occhi
e accoglie
gocciole di stelle
e la pianura mutaE si sente
riavere
Parafrasi di Risvegli di Giuseppe Ungaretti
Ogni momento della mia vita l’ho rivissuto un’altra volta in un’epoca profonda e lontana da me. Non riesco a ricordare bene tutte le altre vite vissute e ormai perse nel passato.
Riemergo in un bagno di familiari ricordi, che sono a me cari, e mi sento più sereno.
Osservo le nuvole fino a che non si frantumano lentamente e mi tornano alla mente ricordi di amici defunti.
Cos’è Dio?
E quella creatura impaurita, con gli occhi spalancati, con lo sguardo accoglie la rugiada cosmica e le pianure che cambiano. E sente di rinascere.
Risvegli di Ungaretti analisi: la poetica dell’autore
Poesia e biografia in Giuseppe Ungaretti sono strettamente collegate. Alla vita Ungaretti si ispira nella materia del canto. Il primo ambito in cui ciò risulta evidente è la vita di Ungaretti in trincea, dove tutte le intemperie e lo sporco, il rapporto con i compagni stremati e un contesto estremamente doloroso e disagiato forniscono al poeta spunti e materiale per esprimere in maniera nuova e inedita tutto quel dolore.
Giuseppe Ungaretti cerca e trova i mezzi espressivi più adeguati per esprimere tutto questo in Allegria di naufraghi, la raccolta che contiene versi essenziali, sì, ma pregni di significato e che trasudano la sofferenza provata in guerra. Nella forma Ungaretti predilige frequentemente l’uso di possessivi e dimostrativi, indicando anche date e luoghi precisi come sinonimo di una forte affermazione del fatto che il soggetto, il poeta, sia coinvolto nelle vicende traumatiche della guerra che vengono riportate.
A livello di stile notiamo in Ungaretti una sperimentazione che mira a distruggere la metrica tradizionale: versi spezzati dati dal rinnovamento dell’endecasillabo, a volte composti da parole uniche, senza utilizzo della punteggiatura e accostate tramite analogia. Scomponendo il verso Ungaretti mira a eliminare la discorsività data da una forma prolissa a favore della sinteticità e della trasmissione di profondi concetti tramite una singola parola poetica.
In Sentimento del tempo, la raccolta successiva, Ungaretti inserisce le liriche composte tra il 1919 e il 1933 e qui si può assistere a un’evoluzione poetica meno autobiografica e più esistenziale che ha come centro l’uomo visto come specie umana e non come singolo, avendo cura di riportare tutti quei conflitti e di quella ricerca di certezze che accomuna tutti quanti e di cui il poeta si fa veicolo.
Il nodo esistenziale dell’uomo secondo Ungaretti può essere sciolto recuperando la fede, anche se rimane vero quel conflitto che esiste tra il sentimento religioso e la sofferenza della collettività e del singolo. La poetica e lo stile di Ungaretti mutano ancora quando passa alla successiva raccolta, Il dolore del 1947, in cui il tema centrale è il rapporto tra contingente ed eterno e quella che è l’esigenza meditativa. In questa raccolta torna a farsi sentire l’elemento autobiografico, come evidente già dalla prima sezione in cui viene trattata la morte prematura del figlio.
Ungaretti da spazio anche all’attualità del suo tempo e lo fa nella sezione Roma, con riflessioni sulle vicende contemporanee.
Risvegli di Ungaretti: l’analisi del testo e commento
Contenuta ne Il porto sepolto, Risvegli è una delle poesie più religiose della raccolta.
Scritta in versi liberi, Risvegli presenta un linguaggio raffinato e tipico dell’ermetismo di Ungaretti. Frutto di riflessioni dovute all’esperienza della guerra, questa poesia non parla tanto del dolore e della sofferenza che ne conseguono quanto della riflessione rispetto al proprio io e al mondo che ci circonda, come se ci fosse una sorta di mistero che si cerca continuamente di svelare senza mai riuscirci.
Da questa poesia traspare la forte voglia di continuare a vivere poiché ad ogni morte che avviene a causa della guerra corrisponde una rinascita, così come indica il titolo Risvegli; esso fa riferimento anche al risveglio della coscienza che si ripete nel tempo, come sottolinea l’ultimo verso, la parola "riavere".
In questo specifico componimento il poeta comincia rievocando le altre vite che sente di aver vissuto, come se le cose che gli accadono gli fossero già successe in una precedente epoca. Qui si comincia a intravedere il porto sepolto, ovvero la profondità dell’essere umano e del suo animo. Tentando di rievocare i ricordi di quelle epoche lontane, il poeta si immerge nel proprio essere fino a perdersi.
Riemergendo dall’immensità del proprio animo, Ungaretti ritorna alle cose a lui familiari, quelle che lo riportano nel presente in un clima tranquillo e più dolce, dove il poeta trova la sua vita attuale e la percepisce come punto stabile.
Nella parte centrale del componimento Ungaretti fa appello alle nuvole, che rappresentano il fluire degli eventi. Qui il suo pensiero va agli amici che un tempo frequentava e che ora non ci sono più.
Arriva poi a porsi una delle domande a cui è impossibile trovare risposta: cos’è Dio? Se la vita dell’uomo comincia e finisce, per contrapposizione Dio deve essere eterno, enorme, senza precisi confini ed è proprio questo pensiero che lo lascia pieno di irrequietezza. Parla di se, poi, mettendosi a confronto con Dio e sentendosi come una creatura terrorizzata, piccola e insignificante ma che, nel suo essere minuscolo, fa parte del tutto. A un certo punto, da impaurita che è, la creatura si sente confortata dalla vista della rugiada celeste che la rianima.
Per approfondire ulteriormente la poetica di Giuseppe Ungaretti:
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Risvegli di Giuseppe Ungaretti: parafrasi e analisi della poesia
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