Che in Italia non si legga molto e risaputo e lo confermano i dati. Siamo uno dei fanalini di coda dell’Europa, in questo senso, e a confermarlo è Riccardo Franco Levi, rinominato presidente dell’AIE per altri due anni. Alla guida dell’Associazione Italiana Editori ci sarà nuovamente lui, quindi, nell’anno della celebrazione dei 150 anni dalla nascita dell’organizzazione. Fondata il 17 ottobre 1869, appena otto anni dopo l’Unità d’Italia, AIE ha dato ascolto alle storiche parole “fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani”. Per la lungimirante associazione l’idea è sempre stata quella di partire proprio dai libri nella formazione degli italiani, così come scrive nella lettera di ringraziamento per la sua conferma Riccardo Levi. L’editoria italiana vuole scendere in campo per dare una scossa ai dati negativi relativamente ai bassi livelli di lettura in Italia. Vediamo le proposte.
Proposte per migliorare i livelli di lettura in Italia
Il basso livello di lettura in Italia può essere considerato emergenza nazionale. Volendo tornare indietro nel tempo, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, gli italiani non conoscevano la lingua italiana. Questo grave problema spinse la Rai, ai tempi, a creare un programma televisivo apposito per insegnare a leggere e a scrivere condotto dal Maestro Manzi, “Non è mai troppo tardi”. Tornando ad oggi, anche se il tasso di analfabetismo in Italia e grandemente diminuito, gli italiani non amano prendere un buon libro e leggerlo. Come confermano i dati, solo 60 connazionali su 100 leggono almeno un libro l’anno e quasi nessuno in Europa fa peggio di noi. La situazione diventa ancor più sconfortante se si fa riferimento all’indice di comprensione di un normale testo scritto che non fa che rendere ancor più pesante la mancanza di lettura in Italia, rendendola a tutti gli effetti un’emergenza a livello nazionale. Nella lettera di Riccardo Levi si legge: “Non stiamo parlando di noi. Non stiamo parlando per noi. Stiamo parlando dell’Italia e per l’Italia. Scuola, scuola, scuola. Non c’è, non abbiamo futuro se non mettiamo l’istruzione, la conoscenza, il sapere al centro dell’agenda politica nazionale. E se non ora, quando? Se non ora, quando?”.
Istruzione, conoscenza e sapere al centro dell’agenda politica in una sorta di appello, quindi, da parte del presidente dell’AIE.
Il libro, nelle parole di Levi, viene visto anche come un ponte tra le culture e una porta aperta allo scambio e alla comprensione tra le nazioni. L’accento viene posto sul fatto che l’editoria italiana è la prima industria culturale e la quarta industria editoriale dell’intera Europa, quindi si mira ad espandersi oltre il livello municipale e creare rete con fiere, campagne e modi per superare questa grande emergenza lettura in Italia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: In Italia si legge poco: ecco le proposte dell’editoria per migliorare la situazione
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