Oggi 25 novembre si commemora la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Per sensibilizzare donne ma soprattutto uomini su questo tema, in libreria è disponibile “Gocce di veleno” (Giunti 2016, pp. 192, 14,90 euro), un’intensa storia di resilienza per il nuovo romanzo di Valeria Benatti, giornalista, scrittrice e voce storica di Radio Rtl 102.5 FM.
Femminicidio: la strage delle donne. 116 femminicidi dall’inizio dell’anno in Italia. Centosedici donne uccise da mariti, fidanzati, compagni o altri familiari. Una ogni tre giorni. L’ultimo caso stanotte, vicino a Monza. Elizabeth, peruviana di 29 anni, uccisa dal convivente.
Da gennaio 2015, secondo i dati di Telefono Rosa, almeno 8.856 donne sono state vittime di violenza e 1.261 di stalking. Ed è solo la punta dell’iceberg, visto che il 90% delle donne non denuncia. L’autrice tra i soci fondatori di Make a Change, movimento per lo sviluppo dell’impresa sociale in Italia (www.makeachange.it), compone un libro duro, forte, sincero e necessario che dedica alle donne maltrattate
“perché ritrovino la forza di alzare la testa e di abbandonare per sempre il loro Barbablù”.
“Gocce di veleno” è il diario di una donna libera, autonoma, colta e determinata, vittima di un uomo narciso e manipolatore che la ferisce nel corpo e nell’anima, la stritola, ne annienta la personalità. Di una donna che sa dire basta a questa relazione malata e chiedere aiuto, scavare nel proprio passato per capire cosa l’abbia resa succube di un compagno violento. Che per tornare a vivere riattraversa l’inferno di un’infanzia segnata dall’abuso, da traumi rimossi ma potentissimi. Che grazie ad altre donne, le amiche, le volontarie e le psicologhe dei centri antiviolenza, ricostruisce se stessa e trova la capacità di amare.
La trama del romanzo
Cosa si nasconde dietro a un amore violento? Quale legame oscuro tiene avvinta una donna intelligente e autosufficiente a un uomo che la maltratta e la terrorizza? La storia di Claudia è simile a quella di tante altre donne, vittime dell’assurda e immotivata gelosia dei propri compagni.
“Se mi tradisci, ti ammazzo”.
Una frase che Claudia ha sentito dire così tante volte dal suo uomo che non ci fa più caso. Non ha paura, pensa che lui si prenda gioco di lei, non crede che possa ucciderla davvero, anche se a Barbablù ogni tanto piace far scorrere la lama di un coltello sulla sua pancia, percorrendola tutta, dal pube ai seni. L’ossessione continua fino a quando un giorno, all’improvviso, lei vede negli occhi di lui lampi di odio puro e finalmente si spaventa. A quel punto decide di farsi aiutare e la storia cambia, diventa un’altra, antica, rimossa, che risale nel tempo, fino alle origini del suo male d’amore. Claudia inizia un viaggio doloroso verso la guarigione. Lungo il cammino, i volti caldi di amiche e psicologhe, ma anche lo sguardo freddo di chi rifiuta la verità. Un viaggio che ogni donna dovrebbe affrontare per capire se stessa e superare la propria, piccola o grande, ferita amorosa.
“Ogni tanto cado ancora nel pozzo buio del mio segreto, e mi sento morire”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un libro per il 25 novembre: “Gocce di veleno” di Valeria Benatti
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