Lo Schiaccianoci da sempre porta sul palco la magia del Natale, una magia che raggiunge il culmine con l’incanto della prima neve nel valzer nella foresta di abeti, poi prosegue con la marcia dei bastoncini di zucchero, la danza russa dei pastorelli di marzapane sino all’incanto dato dalla Fata Confetto.
Le avventure di Clara e dello Schiaccianoci hanno dato luogo a diverse rappresentazioni, teatrali e cinematografiche, sino ad arrivare alla più recente pellicola Disney Lo schiaccianoci e i quattro regni.
Il 18 dicembre 1892 il balletto di Petr Ilic Čajkovskij portava sul palcoscenico del teatro Mariinskij di San Pietroburgo la bellezza di una fiaba immortale, che sarebbe stata replicata nei teatri di tutto il mondo.
Lo Schiaccianoci: l’origine di una fiaba
La trama del celebre balletto classico deriva dal racconto Schiaccianoci e il re dei topi (1816) dello scrittore tedesco Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, noto come E. T. A. Hoffmann.
Recensione del libro
Lo schiaccianoci
di E.T.A. Hoffmann
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In seguito il racconto di Hoffmann fu riadattato dal romanziere Alexandre Dumas nella storia dal titolo Histoire d’un casse-noisette ossia Storia di uno schiaccianoci (1845).
Proprio da questa seconda versione, scritta da Dumas padre, il coreografo Marius Petipa trasse ispirazione per la creazione del famoso balletto che avrebbe traghettato il teatro russo verso la modernità.
Per comporre il libretto de Lo Schiaccianoci Petipa mischiò le due versioni, quella originale di Hoffman e la più poetica di Dumas. Grazie a questo rimescolamento il librettista riuscì a stemperare gli elementi più cupi del racconto di Hoffmann trasformando Lo Schiaccianoci in una fiaba moderna.
L’intento di Marius Petipa, nel suo riadattamento, era soprattutto quello di esaltare l’atmosfera natalizia dell’opera puntando su alcuni elementi nostalgici che facevano da contrappunto a una festosità più gioiosa.
Lo Schiaccianoci: la trama e la morale della fiaba
Lo Schiaccianoci è una fiaba senza tempo, che ancora oggi fa riflettere sul significato del dono, un tema caro al Natale.
Tra i tanti doni ricevuti, la piccola Clara (Marie nell’originale di Hoffmann, Ndr) rimane colpita da uno schiaccianoci di legno a forma di soldatino. Grazie a un incantesimo che ha luogo la notte di Natale, Clara viene trasportata dallo schiaccianoci in un’incredibile avventura. Lo schiaccianoci si rivela infatti essere un prode generale chiamato a combattere contro l’esercito del Re dei Topi.
Clara segue il suo accompagnatore nel mondo incantato della Foresta delle Confetture, scoprendo Castelli di Marzapane, il Lago delle Rose e la Fata Confetto. Le avventure di Clara e del suo schiaccianoci infine si rivelano un sogno - o forse un incantesimo, chissà - la fiaba restituisce ai lettori quel mondo fatato e impalpabile dell’infanzia che il Natale, ogni anno, porta con sé. E la vicenda dello Schiaccianoci dimostra che a volte i doni all’apparenza più insignificanti possono trasmettere le emozioni più belle.
Petr Ilic Čajkovski e Lo Schiaccianoci
Nel 1891 le musiche del balletto furono commissionate a Petr Ilic Čajkovski, un vero talento dell’epoca.
Čajkovski era già celebre nella Russia del tempo per aver composto le partiture del balletto La bella addormentata - che aveva riscosso un notevole successo di pubblico - e la più complessa partitura musicale de Il lago dei cigni, uno spettacolo che tuttavia non fu compreso dal pubblico di fine Ottocento.
Marius Petipa aveva compreso la capacità e la raffinatezza del musicista e decise di coinvolgerlo nel suo progetto.
La collaborazione tra i due tuttavia non fu sempre idilliaca: Petipa era un perfezionista e Čajkovski un artista che non amava essere messo alle strette. I contrasti tra i due spesso minacciarono di far saltare del tutto la coreografia, ma per fortuna furono appianati per una malattia di Petipa che lo costrinse al ritiro. La direzione della coreografia passò quindi al ballerino Lev Ivanov e Petr Ilic Čajkovski poté concludere la sua partitura, senza le invadenze tecniche del coreografo.
Le musiche di Čajkovski riescono a restituire alla storia de Lo schiaccianoci l’aria spensierata dell’infanzia, unita a una malinconia intangibile. La partitura vivace e a tratti malinconica fa luce sul mondo fatato dell’infanzia insidiato dai turbamenti dell’età adulta. Ne Lo Schiaccianoci il compositore russo crea la propria rappresentazione di un irraggiungibile paradiso perduto, che ancora oggi restituisce agli spettatori l’incanto del Natale vissuto nella prima infanzia.
Lo Schiaccianoci: il debutto a San Pietroburgo
Lo Schiaccianoci debuttò ufficialmente al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo il 18 dicembre 1892.
Tra gli interpreti di questa prima esecuzione vi erano l’italiana Antonietta Dell’Era, nel ruolo della Fata Confetto, il russo Pavel Gerdt, Olga Preobrajenska e il giovane Nicolaj Legat mentre il ruolo di Clara fu affidato a un’allieva della scuola di ballo del Teatro Mariinskij.
La rappresentazione incontrò il favore dello Zar Alessandro III, ma non il plauso della critica che giudicò alcuni passaggi poco chiari.
A lungo la critica giudicò Lo Schiaccianoci come una delle opere minori di Čajkovski, inferiore alla perfezione compositiva de La bella addormentata e Il lago dei cigni.
Eppure, a 129 anni di distanza Lo Schiaccianoci è considerato uno dei balletti più straordinari di tutti i tempi che riesce a far sognare grazie alle sue atmosfere oniriche e sospese il pubblico di tutto il mondo.
Oggi l’opera è considerata uno dei vertici della produzione ballettistica russa grazie al perfetto intreccio tra libretto, coreografia e musica.
Lo Schiaccianoci è un classico invernale da non perdere, che ogni anno restituisce agli spettatori l’incanto senza tempo del Natale, una magia impalpabile e senza trucchi, proprio come quella vissuta nell’infanzia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lo Schiaccianoci di Čajkovskij: la storia di un classico di Natale
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