Il 3 marzo 1996 moriva a Parigi, all’età di ottantun anni, la scrittrice Marguerite Duras.
Ora riposa nel cimitero di Montparnasse, il cimitero degli artisti, accanto a personaggi illustri della cultura francese quali Charles Baudelaire, Jean-Paul Sartre, Simonne de Beauvoir e Guy de Maupassant.
Marguerite Duras fu una donna “selvaggiamente libera”, autrice scandalosa e fortemente autobiografica. Riversò tutta la sua esistenza nella scrittura, senza tacerne nulla.
Dirà di se stessa:
Sono più una scrittrice che una persona che vive.
Per lei la scrittura si sovrapponeva alla vita, la completava e le dava un senso, addirittura la annullava diventando così l’unica esistenza possibile.
Scrisse numerosi racconti brevi, sceneggiature di film e, soprattutto, romanzi, incluso il bestseller L’amante pubblicato nel 1984, che le valse il prestigioso premio Goncourt. Dopo le riprese del film omonimo, la Duras pubblicò un altro romanzo intitolato L’amante della Cina del Nord, nel quale riscrisse l’intera vicenda.
Duras fu anche sceneggiatrice del film del 1959 Hiroshima mon amour, diretto da Alain Resnais, per il quale ricevette una candidatura all’Oscar come migliore sceneggiatura originale.
Marguerite Duras: la vita
Marguerite Germaine Marie Donnadieu nacque a Gia Dinh, nell’Indocina francese, il 4 aprile del 1914.
Il padre, Henri Donnadieu, era dirigente scolastico e la madre, Marie Legrande, insegnante. Successivamente la famiglia si trasferì a Sadek e poi a Vĩnh Long. Marguerite fu mandata in collegio a Saigon. L’esperienza in Indocina, la lebbra, la giungla, la società coloniale, la natura torneranno sempre nei suoi numerosi romanzi. Scrivendo Duras riviveva e ripeteva all’infinito i suoi ricordi.
All’età di quindici anni si innamorò di un uomo facoltoso, più grande di lei. Da questa esperienza autobiografica trasse ispirazione per il suo capolavoro, L’amante e in seguito L’amante della Cina del Nord.
L’infanzia e la giovinezza di Marguerite Duras furono segnate profondamente dalla morte del padre, Henri Donnadieu, avvenuta nel 1918: le difficoltà economiche seguite a tale decesso provocarono la follia della madre, che riversò sui figli un’educazione severa e rigida ai limiti del paranoico.
Nel 1932 Duras si trasferì in Francia, per studiare diritto, matematica e scienze politiche. In lei tuttavia la nostalgia della terra natale, l’Indocina (odierno Vietnam, Ndr), permaneva terribile e prepotente. In questo periodo iniziò ad affidare le sue memorie alla scrittura.
Alla vigilia della Seconda guerra mondiale sposò lo scrittore Robert Antelme e iniziò a lavorare per alcune case editrici parigine. Nel 1942 morirono il suo primo figlio e il fratello prediletto, Paulo. Nel 1943 cambiò il proprio cognome in “Duras”, dal nome di un villaggio nel dipartimento del Lot e Garonna, dove si trovava la casa del padre.
Partecipò alla Resistenza durante l’occupazione nazista, insieme al marito Robert Antelme, che verrà deportato a Dachau. In questo periodo collaborò alla redazione di Libres, il giornale che informava i parenti delle persone deportate in Germania.
Dopo la Seconda guerra mondiale militò tra le file del PCF fino al 1950, quando venne espulsa perché considerata dissidente.
Sempre più impegnata sul fronte politico, combattiva e determinata, si mobilitò nella lotta contro la guerra d’Algeria.
Nel frattempo arrivavano le gratificazioni sul fronte letterario, ma non su quello personale. Naufragò anche il suo secondo matrimonio con Dionys Mascolo, da cui aveva avuto un figlio nel 1947.
Negli anni Cinquanta Marguerite guadagnò la fama di scrittrice, ma iniziò a perdere se stessa. Cadde preda dell’alcolismo e all’età di soli cinquant’anni le viene diagnosticata la cirrosi epatica. Dopo gli anni infuocati delle lotte politiche iniziò a combattere la battaglia più terribile della sua vita: quella contro l’alcolismo.
Con fatica iniziò a disintossicarsi, ma presto ricadde nelle spirali dell’alcol perché riusciva ad accettare l’idea di invecchiare. Fra il 1988 e il 1989 trascorse cinque mesi in coma in ospedale, imprevedibilmente si riprese.
Passò gli ultimi anni della sua vita chiusa nella sua casa parigina, in una reclusione quasi claustrale, dove riceveva solo l’amante Yann Andréa, un giovane attore omosessuale cui dedicò i suoi ultimi romanzi che ancora parlavano d’amore e della passione implacabile che la tenne in vita anche nella disperazione più nera.
Scriverà:
È difficile morire, a un certo momento t’accorgi che le cose della vita finiscono. È tutto.
Con quell’emblematico “C’est tout” che sembra sancire la chiusura teatrale di un sipario finiva la vita romanzesca di Marguerite Duras, scrittrice emotiva e temeraria, il 3 marzo 1996.
Marguerite Duras: le opere
Il suo esordio letterario avvenne nel 1942 con il romanzo Gli impudenti (Les Impudents, Ndr), ma la fama arrivò nel 1950 con Una diga sul Pacifico (Un barrage contre le Pacifique) che Vittorini definì il libro “Il più bel romanzo francese del dopoguerra”.
L’Amante, uscito nel 1984, è considerato il suo capolavoro. Con quel romanzo Marguerite Duras vinse il prestigioso premio Goncourt e guadagnò la fama mondiale.
Tra le sue opere ricordiamo:
- L’amante (L’Amant) (1984), Collana I Narratori, Feltrinelli, Milano, 1985
- Il dolore (La Douleur), trad. di Laura Guarino e Giovanni Mariotti, Collana I Narratori, Feltrinelli, Milano, I ed. ottobre (1985)
- La Musica deuxième (1985)
- Occhi blu, capelli neri Feltrinelli, 1987
- La sgualdrina della costa normanna (La Pute de la côté normande, 1986), trad. di Sandro Naglia, Collana Il Ponte di Heidelberg, Edizioni Tracce, Pescara, (1991)
- Testi segreti, Collana I Narratori n.325, Feltrinelli, 1987; Collana Universale Economica, Feltrinelli, Milano, 1993
- Emily L. (Emily L., 1987), trad. di Laura Guarino, Collana I Narratori n.363, Feltrinelli, Milano, 1988 ISBN 88-07-01363-0
- Giornate intere tra gli alberi, trad. di Laura Guarino, Collana I Narratori, Feltrinelli, 1989; Collana Universale, Feltrinelli, Milano
- La pioggia d’estate (La Pluie d’été), Collana I Narratori, Feltrinelli, (1990)
- L’amante della Cina del Nord (L’Amant de la Chine du Nord, 1991), Collana I Narratori Feltrinelli, Milano, 1992
- Yann Andréa Steiner (1992), trad. di Lionella Prato Caruso, Collana I Narratori, Feltrinelli, Milano 1993
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Marguerite Duras: vita e opere della scrittrice
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