Nell’inferno di acqua e fango che in queste ore ha investito l’Emilia-Romagna e che sembra non concedere tregua ci sono case, strade, città, campagne. E una porzione di patrimonio artistico e librario di grande pregio. Impossibile fare la conta dei danni. Troppo presto. Ma, una volta esaurita l’urgenza del soccorso alle tante persone coinvolte, toccherà stilare un elenco dei luoghi colpiti. A simboleggiarli tutti in queste ore è la Biblioteca Manfrediana di Faenza (Ravenna), esempio delle conseguenze della furia dell’acqua e insieme testimonianza di resilienza.
La Biblioteca Manfrediana di Faenza inondata
Le fotografie degli interni dei piani bassi della Biblioteca Manfrediana di Faenza hanno fatto il giro delle testate giornalistiche. Restituiscono i libri, tanti, sparsi sul pavimento dove li ha trascinati la forza dell’acqua, strappandoli agli scaffali. Sono accartocciati, fradici, infangati. Molti irrecuperabili. Il fiume Lamone ha inondato i seminterrati e i locali al piano terra superando il metro di altezza. Un destino condiviso con palazzi, negozi, musei della zona. Il costo più alto lo hanno pagato i volumi per ragazzi e i testi di letteratura. Erano collocati sui ripiani più bassi. Una scelta che rispondeva alla frequenza di consultazione: sono i più usati, i più sfogliati, i più amati. Difficile al momento, spiega il personale, quantificare la portata dei danni alle collezioni custodite nell’interrato, come le conseguenze per i locali e gli impianti.
La solidarietà e i ringraziamenti
Ma poi ci sono le altre foto, quelle di poco successive, comparse sulla pagina facebook della biblioteca: nel bel mezzo del disastro e delle mille urgenze che stanno colpendo il territorio, qualcuno ha provato a rimettere ordine, a salvare qualcosa. Sono cittadini, amici, volontari che hanno tentato di aiutare la loro biblioteca. E poi giornalisti, colleghi, editori che hanno promesso nuovi volumi. Per ricominciare. Perché i libri, anche se distrutti, continuano a fare il loro mestiere che è dare speranza, far riflettere, incoraggiare. Come il messaggio comparso sui social:
Abbiamo molte immagini dei danni subiti dalla biblioteca: sale allagate, arredi rovinati, volumi irrecuperabili. Preferiamo però ringraziarvi ancora una volta con questa. I reggilibri lavati e ripuliti dal fango ad uno ad uno già pronti a tornare sugli scaffali, a fare il loro lavoro, speriamo molto presto. A vederli così puliti e luccicanti ci sembra che sorreggano un po’ anche noi.
Un patrimonio di incommensurabile valore
La biblioteca ha una storia lunga che affonda le sue radici nel ’700 e nell’epoca napoleonica. Vanta un patrimonio di più di 500 manoscritti composti tra il XV e la seconda metà del XX secolo, per fortuna custoditi ai piani alti e non raggiunti dall’acqua. E poi periodici e giornali antichi e famosi, stampe su seta, fotografie storiche, preziose mappe cartografiche di Faenza.
Non è l’unica ad aver subito danni: sono allagati, tra gli altri, il deposito della biblioteca di Forlì, le Biblioteche di Sant’Agata sul Santerno e Solarolo. E poi musei, archivi, giardini storici, case illustri, monumenti e siti archeologici. Simboli della fragilità di un patrimonio di incommensurabile valore, ma anche della forza di un territorio intero che aspetta faticosamente una tregua dalla furia degli elementi e il ritorno alla normalità.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Alluvione in Emilia Romagna: il messaggio di speranza dalla Biblioteca Manfrediana di Faenza
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