Oltre ad aver sempre tratto ispirazione dalle vicende narrate in pregevoli opere letterarie, il cinema ha dimostrato grande interesse anche per la vita privata di poeti e romanzieri: ecco quali sono i migliori film sulle scrittrici più celebri.
- The hours (2002, regia di Stephen Daldry)
In momenti storici e luoghi diversi, le storie di tre donne risultano unite da un’opera letteraria, “La signora Dalloway”. Nel 1923 a Richmond, in Inghilterra, Virginia Woolf (Nicole Kidman) è impegnata a scrivere il romanzo, mentre tenta di combattere gli esaurimenti nervosi e le crisi depressive. Nel 1951 a Los Angeles la lettura del libro spinge Laura Brown, moglie e madre, a cambiare la sua vita in modo radicale. Nel 2001 a New York l’editor Clarissa Vaughan incarna una versione moderna di Mrs. Dalloway.
- Miss Potter (2006, regia di Chris Noonan)
Nella Londra di inizio Novecento l’illustratrice Beatrix Potter (Renée Zellweger) lotta contro il volere degli aristocratici e conservatori genitori per poter raggiungere l’indipendenza economica attraverso le sue creazioni letterarie. L’incontro con l’editore Norman Warne, il primo a credere davvero nel suo talento, segna l’avvio di una straordinaria carriera destinata a farla diventare una delle più amate scrittrici di letteratura per l’infanzia. Nei suoi libri per bambini l’interesse per la vita in campagna e per il contatto diretto con la natura si concretizza nel racconto delle avventure di animali antropomorfizzati come, ad esempio, il noto Peter Coniglio.
- Becoming Jane (2007, regia di Julian Jarrold)
Alla fine del Settecento la giovane Jane Austen (Anne Hathaway) trascorre le giornate tra feste da ballo e visite a conoscenti, coltivando la sua passione per la letteratura. A scuotere la placida esistenza della ragazza arriva l’amore ricambiato per lo studente di legge Tom Lefroy, inviato dal ricco zio in campagna con la speranza di persuaderlo ad abbandonare la sua dissoluta condotta cittadina. Quando la possibilità di un matrimonio sfuma a causa dell’opposizione dei familiari, Jane sceglie di sfidare le convenzioni sociali dell’epoca e di dedicare tutta se stessa alla scrittura.
- Hannah Arendt (2012, regia di Margarethe von Trotta)
Nel 1961 la filosofa Hannah Arendt (Barbara Sukowa) raggiunge Gerusalemme per assistere al processo al gerarca nazista Adolf Eichmann e scrivere degli articoli al riguardo come inviata del New Yorker. Già autrice de “Le origini del totalitarismo” e di altri testi, Arendt resta profondamente colpita dall’atteggiamento dell’uomo, giudicato colpevole per i crimini di guerra e ritenuto uno dei principali responsabili della deportazione di massa degli ebrei. Durante gli interrogatori e le numerose testimonianze dei sopravvissuti chiamati a deporre contro di lui, Eichmann appare, infatti, come un mediocre e impotente burocrate, semplice esecutore degli ordini ricevuti. Proprio in conseguenza di queste riflessioni, la filosofa scriverà il controverso “La banalità del male”.
- A Quiet Passion (2016, regia di Terence Davies)
Dopo gli anni della formazione giovanile, periodo in cui dimostra di possedere un animo ribelle e anticonformista, l’esistenza della poetessa statunitense Emily Dickinson (Cynthia Nixon) viene segnata per sempre dalla decisione di estraniarsi dal mondo e di vivere in sofferta reclusione nella casa di famiglia. Ad allietare in parte la solitudine domestica vi sono lo stretto legame con l’amata sorella e la dedizione alla poesia. Solo in seguito alla pubblicazione postuma di centinaia di suoi scritti, venne finalmente riconosciuta l’importanza della sua opera nella letteratura angloamericana.
- Ferrante Fever (2017, regia di Giacomo Durzi)
Il documentario si concentra sulla misteriosa identità della scrittrice italiana Elena Ferrante, eletta dal Time tra le cento personalità più influenti al mondo. Ci si interroga sul motivo dell’enorme successo di critica e di pubblico ottenuto dai suoi romanzi sia in Italia sia all’estero e si sottolinea soprattutto l’incredibile fortuna riscontrata negli Stati Uniti dalla tetralogia dell’Amica geniale. La sua storia viene raccontata attraverso le pagine de “La Frantumaglia”, inconsueto autoritratto letterario costituito da scritti, lettere e interviste dal 1991 fino agli anni più recenti. Intervengono, inoltre, nel film gli scrittori Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Elizabeth Strout e Jonathan Franzen, la traduttrice di Elena Ferrante in inglese Ann Goldstein, i registi Mario Martone e Roberto Faenza.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I migliori film sulle scrittrici più celebri: dalla letteratura al cinema
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