Sulla ricorrenza dell’onomastico solitamente non ci si sofferma molto: in pochi sanno cosa significa, quali sono le origini e soprattutto perché si festeggia.
Ci ritroviamo a fare gli auguri un po’ perché si usa, magari seguendo colui o colei che prima di noi hanno avuto buona memoria. In realtà siamo davanti ad una delle ricorrenze più antiche della storia, ricca di legami con il mondo religioso.
Se da una parte è stato Cicerone a introdurre il concetto di "dies onomastica", indicando in questo modo la celebrazione del nome, dobbiamo specificare che in realtà la festa dell’onomastico si lega soprattutto per i cattolici alla figura di Dio.
E partendo proprio dalle radici storiche e dagli scritti ritrovati abbiamo provato a ricostruire l’evoluzione della festa dell’onomastico.
Le origini dell’onomastico e il suo significato
A contendersi il primato due teorie in particolare, entrambe interessate a spiegare le origini dell’onomastico e per certi versi il suo significato. Da una parte, infatti, ci sono gli storici: essi affermano che si festeggiava l’onomastico anche nell’antichità e che ai bambini veniva chiesto di comporre poesie per il festeggiato.
Di questi aspetti in particolare parla Senofonte nella Ciropedia, ovvero l’opera che tratta dell’educazione di Ciro il Grande, il fondatore dell’Impero Persiano. D’altra parte c’è chi parla di una festa comune a quasi tutte le culture: la celebrazione del proprio nome, che ricorre solitamente ogni anno, porta con sé il ricordo della nascita.
Qualcuno direbbe che esiste il compleanno: è vero, ma nella vita di ognuno esiste una fase che intercorre tra la nascita e il primo compleanno. In quell’anno in realtà a ricordare il nuovo arrivato o la nuova arrivata c’è solo il nome. In tal senso il compleanno aggiunge la data, mentre è nel nome che risiede il contenuto di ciò che si festeggia.
L’importanza del nome lo possiamo capire anche ripercorrendo quella che è stata la storia del popolo di Israele: leggendo la Bibbia ci si accorge fin da subito che Dio cambiava il nome alle persone perché in questo modo indicava per ognuno la missione nella vita terrena. Un esempio, inoltre, è quello di Simone diventato Pietro. In questo caso è stato lo stesso Gesù a nominarlo tale.
Con il passare del tempo la festa si è sempre più cristianizzata e oggi si festeggia il proprio onomastico il giorno della festa del santo che porta lo stesso nome. Non è un caso che la persona festeggi la ricorrenza proprio tale giorno così come non è inusuale che le famiglie scelgano il nome anche in base alla figura del santo protettore.
D’altra parte la Chiesa continua il cosiddetto processo di canonizzazione per cui sono sempre più numerosi i martiri e i santi: si tratta di un modo per fornire alle persone una serie di modelli da seguire, sulle orme del vissuto di Gesù.
I santi, infatti, hanno un ruolo importante nella religione cristiana: sono coloro che intercedono per noi in quanto profondamente uniti a Cristo e a Dio. Inoltre i santi e le sante sono anche i patroni di città, paesi, professioni e non solo, nel tentativo di invocarne la protezione.
Quand’è il proprio onomastico?
Il calendario dei santi del giorno permette di individuare il giorno nel quale celebrare il proprio onomastico, in alternativa coloro che non trovano il proprio nome nel santorale possono festeggiare il proprio onomastico nel giorno di Tutti i Santi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Onomastico: cosa significa, origine e perché si festeggia
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