Oriana Fallaci ora riposa nella sua Firenze, la città in cui era nata e in cui era voluta tornare per dare il suo ultimo saluto al mondo dalle sponde dell’Arno. Nella larga piana del Cimitero degli Allori, un cimitero evangelico, non cattolico, che nei giorni di sole è battuto da un sole inclemente, si trova un’alta lapide bianca. Sulla superficie di questa lapide completamente spoglia sono incise poche parole, scritte a lettere maiuscole ben distanziate e definite:
ORIANA FALLACI. SCRITTORE.
L’iscrizione sembra quasi un urlo capace di scalfire lo sconcertante silenzio della morte. Servivano le parole, le parole scritte, per combattere la morte e Oriana Fallaci questo lo sapeva bene. “Sono esistita, ho vissuto,” quella tomba spoglia priva di date, priva di inutili orpelli, sembra dire questo, appare come un’ultima battagliera rivendicazione di sé. La tomba è un poco isolata dalle altre, si trova innalzata sulla cima di un piccolo poggio. Accanto alla grande lapide bianca è stata posata una lastra commemorativa in ricordo di Alekos Panagulis, il rivoluzionario greco amato da Oriana, il suo grande amore perduto. Il corpo di Panagulis riposa ad Atene, ma la sua anima doveva essere unita in qualche modo a quella di Oriana.
Oriana Fallaci non aveva dato grande importanza alla sua sepoltura. In un’intervista aveva dichiarato che non le importava granché del suo funerale, voleva essere sepolta sotto un albero, possibilmente un olivo, e che qualcuno suonasse per lei le note di Greensleeves, una celebre melodia popolare inglese; un canto malinconico, il suo preferito.
Anche se mi buttate sotto un olivo, per me va bene. Ma se buttandomi suonate Greensleeves, mi fate una cortesia.
Morì a Firenze l’11 settembre 2006, a 77 anni, sconfitta da un cancro ai polmoni che lei aveva denominato “l’Alieno”, dopo una vita vissuta sempre in prima linea con la penna in mano, che era la sua unica spada.
Oggi ci si può recare sulla sua tomba e lasciarle un fiore; ma di certo la maniera migliore per ricordarla, e ritrovarla, è leggere i suoi libri. Le sue parole sembrano ancora uscire dalla pagina come se fosse lei stessa a leggerle a voce alta, imperiosa, per essere certa di farsi sentire. Aveva raccontato la Storia, il Potere, la vita e la morte, filtrandole attraverso uno sguardo soggettivo, unico, che non conosceva alcuna imparzialità. La bellezza e la grandezza di Oriana risiedono nel fatto che lei si sia sempre schierata: non è mai stata in bilico, indecisa, ferma in un limbo, ha sempre preso una posizione, giusta o sbagliata che fosse. Ed è così che vogliamo ricordarla.
Oriana Fallaci: 5 libri da leggere per scoprire la sua opera
L’esordio di Oriana Fallaci nella narrativa avvenne nel 1961 con la pubblicazione di un reportage sulla condizione della donna in Oriente Il sesso inutile. Viaggio intorno alla donna che l’abile penna di Oriana trasformò in un’inchiesta molto più ampia e sagace sulla condizione femminile nel mondo. Un anno dopo avrebbe pubblicato Penelope alla guerra (1962), la storia di Giò, una giovane donna determinata e indipendente che per ragioni professionali si reca a New York dove ritrova persone del suo passato, tra cui il suo primo amore giovanile, Richard. Un po’ romanzo di formazione, un po’ romanzo rosa: di certo non la sua migliore opera, ma in queste righe già si coglie il suo stile mordace, pungente, ironico e coraggioso. Sin dal titolo Oriana capovolge le parti dando alla donna, che nell’Odissea è un personaggio di natura secondaria, il ruolo dell’eroina.
Penelope alla guerra può essere letto come un anticipo di ciò che sarà la Fallaci che, all’epoca trentenne, già ticchettava ticchettava sui tasti della macchina da scrivere diventando, lettera dopo lettera, il grande scrittore che sarà.
Vi guidiamo ora alla scoperta di 5 libri che dovete assolutamente leggere di Oriana Fallaci per scoprire il pensiero e la vita della grande giornalista che ha saputo narrare il nostro tempo con uno sguardo acuto e penetrante, unico.
1. Lettera a un bambino mai nato
Non si può pensare ad Oriana Fallaci senza nominare questo titolo. Semplicemente è il Libro. In Lettera a un bambino mai nato si compie l’inaudito: una donna si confronta con la facoltà di dare la vita o di negarla, che è propria dell’essere femminile. Il risultato è un dialogo lacerante, complesso, carico di emozione che infine si abbandona a un lungo flusso di coscienza capace di attraversare le epoche.
Come si può scrivere un libro sulla vita, sulla morte? Impossibile, direte voi, eppure Oriana Fallaci ci è riuscita e ha creato un’opera che ha, per davvero, un valore immortale.
Lettera ad un bambino mai nato
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2. Niente e così sia
Niente e così sia è avvincente come un romanzo di avventura, penetrante come un trattato di filosofia. Oriana lo scrisse nel 1967 quando fu inviata dall’Europeo in Vietnam per documentare la guerra. In queste pagine troverete la Fallaci più vera, battagliera, audace. La stessa che sale su un aereo da combattimento con i mocassini di Gucci e, allo sguardo stupido del comandante, non fa una piega e lo prega di partire. La stessa che finge di avere paura e scoppia in un pianto incontrollato solo per farsi scortare il più velocemente possibile dall’altro lato del campo.
Che coraggio, che forza. Ma in questo libro c’è anche la debolezza, la fragilità, la stima che diventa amore per il giornalista francese Francois Pelou, inviato della France Presse. E soprattutto ci sono i grandi interrogativi dell’umanità dinnanzi alla guerra, di fronte alla morte. La domanda stupida posta dalla sorellina Elisabetta ad Oriana al principio del libro “La vita cos’è?” ci accompagna fino alla fine. Nelle ultime pagine, dopo aver toccato con mano l’orrore, Oriana Fallaci tenta a suo modo di dare una risposta. Ed è una risposta che non dimenticherete.
Niente e così sia
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3. Se il Sole muore
Scritto negli anni Sessanta mentre il mondo intero osservava attonito l’uomo che andava alla conquista della luna, Se il Sole muore è ancora un libro profondamente attuale. In queste pagine Oriana indaga i traguardi della scienza, le magnifiche sorti progressive, e se domanda il senso. Com’è possibile, si chiede, che l’uomo sia capace di vagare nello spazio, camminare sulla Luna, e non possa sconfiggere la morte, il male e il dolore sulla terra. Come è possibile, si domanda, che un uomo possa toccare il suolo della Luna, e nessuno possa salvare sua madre che sta morendo di cancro, sulla Terra?
Con incredibile arguzia e quasi in una sorta di preveggenza Oriana Fallaci in questo libro fa emergere i rischi dell’alienazione tecnologica. E se un giorno la tecnologia creata dagli uomini prenderà il sopravvento sull’umanità? Accanto a questi interrogativi si trova tutto l’incauto ottimismo verso il futuro di un Occidente che sta imparando a superare i propri limiti, inaugurando nuove straordinarie sfide.
Se il Sole muore
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4. Un uomo
Un uomo è il libro che Oriana Fallaci dedicò all’uomo amato, Alessandro Panagulis (detto Alekos, Ndr): eroe rivoluzionario della resistenza greca che morì per difendere i propri ideali. La narrazione si muove in bilico tra ricostruzione storica e memoir nel tentativo di far rivivere l’esistenza straordinaria di un uomo che era già parte della Storia nel momento in cui viveva. Oriana non tralascia neppure i particolari più agghiaccianti della reclusione di Alekos e sembra vivere con lui, respirare con lui, dargli coraggio pagina dopo pagina pur non potendo evitare l’infausto finale.
Ne risulta un romanzo imponente, complesso e bellissimo che può essere riassunto tutto in quel grido che si levò dalla folla nel giorno del funerale di Alekos, ciò che Oriana definì la grande menzogna: Zi, Zi, Zi, che tradotto in italiano significa “Vive, vive, vive”.
Eppure è proprio così, a ben vedere non è una menzogna, Alekos Panagulis vive anche grazie a questo libro.
Un uomo
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5. Intervista con il Potere
Per comprendere, infine, l’acutezza dello sguardo di Oriana Fallaci occorre leggere le sue interviste. Se come scrittore Oriana dava il meglio di sé con una prosa unica, poetica e al contempo sferzante, era come giornalista che osservava gli eventi, li indagava, e infine li catalogava con la meticolosità di una storica.
In Intervista con il potere troviamo tutti i grandi personaggi del Novecento, da Robert Kennedy, al Dalai Lama, da Enrico Berlinguer a Indira Gandhi, uomini e donne che davvero avevano in mano le sorti del mondo. Lei tutti questi grandi personaggi riusciva a spogliarli nelle sue interviste, li sbucciava come un frutto, domanda dopo domanda, fino a rivelarne la polpa. Non c’è politico, capo di stato, generale o presidente cheA non appaia umano in queste pagine.
Infine Oriana dimostra che tutti sono in fondo uomini, e trova ciò che accomuna queste persone di potere al resto dell’umanità. Dunque meritano davvero la nostra ammirazione, la nostra collera, la nostra invidia? L’invito della Fallaci è sempre lo stesso, il monito che rivolge sempre a tutti i suoi lettori: pensare con la propria testa, lottare sempre, disubbidire sempre, dire la propria verità.
Intervista con il potere
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Vi proponiamo di seguito il video dell’ultima intervista a Oriana Fallaci, in cui la grande giornalista riflette sulla propria vita, parla dei traguardi raggiunti, delle sfide e anche della lotta contro il cancro - l’Alieno, come lo chiamava lei - che avrebbe combattuto sino alla fine.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Oriana Fallaci: un percorso di lettura alla scoperta della grande giornalista che ha raccontato il nostro tempo
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