Oriana Fallaci non ha bisogno di molte presentazioni: è una delle scrittrici e giornaliste più famose del nostro paese, scomparsa ormai più di 10 anni fa (15 settembre 2006).
Per questo motivo, in molti amano leggere le sue citazioni e frasi migliori, spesso in grado di fornire spunti di riflessione profondi.
Anche se negli ultimi anni la scrittrice ha fatto molto discutere per le posizioni estremiste assunte nei confronti dell’Islam, Oriana Fallaci resta comunque tra le scrittrici più amate e conosciute di sempre. Di seguito una selezione delle sue migliori frasi.
Oriana Fallaci: le migliori frasi
- Ho sempre avuto l’ossessione della dignità e pensato che la cosa più importante fosse vivere con dignità, ora so che c’è una cosa ancora più difficile, ancora più importante che aver vissuto con dignità: è morire con dignità. E questa è, questa sarà, la vera prova del fuoco.
- Non si regala l’anima a chi non è disposto a regalare la sua.
- Sono molto molto, molto arrabbiata. Arrabbiata d’una rabbia fredda, lucida, razionale. Una rabbia che elimina ogni distacco, ogni indulgenza.
- Sono tutti plebei, in America. Bianchi, neri, gialli, marroni, viola. Stupidi, intelligenti, poveri, ricchi. Anzi i più plebei sono proprio i ricchi. Nella maggioranza dei casi, certi piercoli! Rozzi, maleducati. Lo vedi subito che non hanno mai letto Monsignor della Casa, che non hanno mai avuto nulla a che fare con la raffinatezza e il buon gusto e la sophistication. Nonostante i soldi che sprecano nel vestirsi sono così ineleganti che, in paragone, la regina d’Inghilterra sembra chic.
- Se tu fossi stato con me t’avrei chiesto scusa. Oppure aiuto. Invece non c’eri; incredibile come gli altri manchino sempre nei momenti in cui se ne ha bisogno; passi giorni, mesi, anni interi con qualcuno a cui non hai da dir nulla e nel momento in cui hai da dirgli qualcosa, magari scusami, aiuto, lui non c’è e tu sei solo.
- Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie... lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità.
- La vita ha 4 sensi: amare, soffrire, lottare e vincere. Chi ama soffre, chi soffre lotta, chi lotta vince. Ama molto, soffri poco, lotta tanto, vinci sempre.
- Il fatto è che loro fanno sempre così. È quasi un secolo che fanno così. Che seguono il modello o, se preferisce, il metodo bolscevico anzi stalinista. Perché sa su che cosa si basa il metodo bolscevico anzi stalinista? Nel perseguitare l’avversario attraverso la calunnia e l’oltraggio e la menzogna. Nel diffamarlo, offenderlo, ridicolizzarlo, demonizzarlo. Nell’attribuirgli cose che non ha fatto, cose che non ha detto. Cose che non ha scritto. Infine, nel mandarlo in un gulag o buttarlo dinanzi a un plotone d’esecuzione...
- Io non mi sono mai sentita tanto viva come dopo una battaglia dalla quale sono uscita viva e indenne. […] è dopo aver vinto quella sfida che ti senti così vivo. Vivo quanto non ti senti nemmeno nei momenti più ubriacanti di gioia o nei momenti più travolgenti d’amore.
- Io credo che fin dal momento in cui lo spermatozoo feconda l’ovulo e la cellula primaria diventa due cellule poi quattro poi otto poi sedici insomma prende a moltiplicarsi, noi siamo ciò che saremo. Cioè esseri umani.
- Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.
- Come un legno che va alla deriva, incapace d’opporsi alla corrente del fiume, ignaro se l’acqua lo scaglierà sulla sponda o lo trascinerà fino al mare, così me ne andavo nella tua esistenza durante quell’autunno. La mia battaglia contro l’amore, il cancro, era ormai perduta.
- Sai, mi dispiace molto morire. Infatti me ne vado con molti dispiaceri, ma il dispiacere più grosso è averti trovato così tardi e aver passato così poco, troppo poco tempo con te. Non so nemmeno chi eri, com’eri. Di te so soltanto chi sei oggi, una persona nella quale mi riconosco completamente, sebbene io sia completamente diversa da te.
- In Italia si parla sempre di Diritti e mai di Doveri. In Italia si finge di ignorare o si ignora che ogni Diritto comporta un Dovere, che chi non compie il proprio dovere non merita alcun diritto.
- Rifiuto di rinunciare a me stesso e rassegnarmi. Un uomo rassegnato è un uomo morto prima di morire, ed io non voglio essere morto prima di morire. Non voglio morire da morto! Voglio morire da vivo!
- La morte di un amore è come la morte d’una persona amata. Lascia lo stesso strazio, lo stesso vuoto, lo stesso rifiuto di rassegnarti a quel vuoto. Perfino se l’hai attesa, causata, voluta per autodifesa o buonsenso o bisogno di libertà, quando arriva ti senti invalido. Mutilato.
- E quest’Italia, un’Italia che c’è anche se viene zittita o irrisa o insultata, guai a chi me la tocca. Guai a chi me la ruba, guai a chi me la invade. Perché, che a invaderla siano i francesi di Napoleone o gli austriaci di Francesco Giuseppe o i tedeschi di Hitler o i compari di Usama Bin Laden, per me è lo stesso. Che per invaderla usino i cannoni o i gommoni, idem.
- Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
- In America, oggi, il rischio della dittatura non viene dal potere esecutivo: viene dal potere giudiziario. E nel resto dell’Occidente, lo stesso. Pensi all’Italia, dove, come ha capito la Sinistra che se ne serve senza pudore, lo strapotere dei magistrati ha raggiunto vette inaccettabili. Impuniti ed impunibili, sono i magistrati che oggi comandano. Manipolando la Legge con interpretazioni di parte cioè dettate dalla loro militanza politica e dalle loro antipatie personali, approfittandosi della loro immeritata autorità e quindi comportandosi da padroni.
- È la vita. A volte credi che due occhi ti guardino e invece non ti vedono neanche. A volte credi d’aver trovato qualcuno che cercavi e invece non hai trovato nessuno. Succede. E se non succede, è un miracolo. Ma i miracoli non durano mai.
- Quello che avevo da dire l’ho detto. La rabbia e l’orgoglio me l’hanno ordinato. La coscienza pulita e l’età me l’hanno consentito. Ma ora devo rimettermi a lavorare, non voglio essere disturbata. Punto e basta.
- Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre
- La rivoluzione più grande è, in un paese, quella che cambia le donne e il loro sistema di vita. Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli ma moralmente hanno una forza cento volte più grande.
- Risponderò in stile minigonna, cioè in modo abbastanza lungo da coprire l’argomento e abbastanza breve da renderlo interessante.
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