Quella di Primo Levi è una storia struggente: nell’occasione dell’anniversario della sua nascita una selezione di libri da leggere per ricordarlo e riportare alla luce non solo il suo pensiero ma anche e soprattutto la vicenda che più di ogni altra cosa l’ha segnato in modo indelebile.
Vittima dell’Olocausto, Primo Levi è stato scrittore e testimone in prima persona di quello che è stato il sistema totalitario nazista durante gli anni difficili e duri della Seconda Guerra Mondiale.
Nato a Torino il 31 luglio del 1919 e di origine ebraiche, ha consacrato al mondo della scrittura non solo le tradizioni e le pratiche che caratterizzano il suo popolo, ma anche la voce della sofferenza e delle atrocità dalle quali è stato toccato direttamente, fornendo una testimonianza ancora oggi preziosa di quegli anni che non possono assolutamente essere dimenticati.
Ecco allora alcuni dei libri da leggere scritti da Primo Levi, tra i quali alcuni divenuti celebri e simbolo della lotta contro le disuguaglianze, le discriminazioni razziali e la giornata della memoria.
Primo Levi: i libri da leggere per non dimenticare
I libri da leggere scritti da Primo Levi e divenuti celebri sono diversi: si studiano a scuola, tra i banchi di scuola, perché il messaggio di non sbagliare ancora arrivi primi fra tutti ai giovani.
Ma anche per ricordare, continuare a coltivare le giornate dedicate alla memoria, a ciò che è stato e non può accadere di nuovo, nonostante ancora oggi sono tanti paesi che ogni giorni contano vittime di guerra, in particolare civili, donne e bambini.
Tra tutti i suoi scritti è sicuramente quello più famoso, che lo ha reso celebre e che racconta la terribile testimonianza di Primo Levi quale deportato. Dal giorno in cui fu letteralmente catturato dai nazisti, Levi porta alla luce i fatti avvenuti all’interno di uno dei lager nazisti di Auschwitz durante la Seconda Guerra Mondiale. Prigioniero a tutti gli effetti, la narrazione si apre con la cattura, il 13 dicembre del 1943, continua con la deportazione nel campo di concentramento fino al momento della liberazione. In quel lungo periodo si concentra su tutto ciò che i suoi occhi non possono fare a meno di vedere: donne, bambini, uomini sani, uomini malati, colpevoli di appartenere ad una minoranza, tutti spogliati di ogni cosa, privati della propria dignità con l’obiettivo di annientarli ed eliminarli.
Altrettanto famoso è il seguito di "Se questo è un uomo", il libro dal titolo "La tregua" dove Primo Levi riporta i racconti che porteranno alla liberazione dei deportati, al tentativo dei sopravvissuti di tornare alla normalità. Un libro che commuove e che può essere considerato il proseguimento del precedente: quando Levi fu catturato si trovò a partire per la destinazione ignota insieme a 649 altri ebrei, zingari e altre categorie considerate da eliminare per l’operazione di purificazione della razza ariana. Tornarono a casa solo in 3, tra questi Primo Levi. Nel libro l’autore descrive l’attesa di essere veramente liberi, a partire dall’arrivo dei russi che invasero i campi di Auschwitz il 27 gennaio 1945 fino all’effettiva fine della tragedia.
Dopo i due libri autobiografici, Primo Levi torna a scrivere mettendo nero su bianco una serie di riflessioni per ricordare da una parte l’Olocausto, dall’altra per tentare di spiegare e non dimenticare questa forma di violenza mai vista prima messa in piedi dal regime nazista. Primo Levi tenta di rispondere a domande quali "che cos’è l’ideologia dello sterminio", "può esistere una memoria di quei fatti" e via dicendo. Un impegno che è fatica e che si traduce in un saggio dai toni pacati ma allo stesso tempo crudi, il tentativo di sollevare una voce vera su storie vere mettendo all’angolo anche a coloro che tentano di trovare strade che neghino i fatti da lui raccontati.
Le riflessioni di Primo Levi su quello che è stato il nazifascismo in Europa non finirono mai: questo libro affronta da vicino le avventure drammatiche e vere di migliaia di uomini partigiani che tentarono in tutti i modo di contrastare coloro che volevano sterminarli. Ebrei polacchi e russi sono i protagonisti principali di questo racconto che parte dalle foreste più fredde della Russia Bianca arrivando alla vecchia Milano. Un romanzo capace di raccontare fatti drammatici e realmente accaduti con un velo di comicità, vincitore inoltre del Premio Campiello e del Premio Viareggio.
Un Primo Levi come spesso non riusciamo ad immaginarlo: apparentemente meno legato alla sua vicenda personale, in questo libro lo scrittore intraprende un vero e proprio viaggio tra quelli che sono gli elementi chimici, per la precisione 21, ai quali spetta anche il compito di dare titolo all’opera. In realtà tra le pagine del racconto è possibile incontrare una serie di affinità e di accostamenti tra la sua vicenda strettamente personale e collettiva, con uno sguardo attento sulla "materia" arrivando così a narrare un vero e proprio mestiere, il "mestiere di vivere".
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Primo Levi: i libri da leggere per ricordarlo nel giorno dell’anniversario della sua nascita
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Libri bellissimi ho amato molto "il sistema periodico"in particolare il capitolo sul carbonio