Rita Levi-Montalcini è stata una donna di notevole importanza e influenza nel corso del Novecento italiano e non solo, arrivando a meritare nel 1986 il Premio Nobel per la medicina. Neurologa, accademica e senatrice a vita italiana, negli anni Cinquanta grazie alla sua ricerca ha scoperto e identificato il fattore di accrescimento della fibra nervosa ora noto come NGF, ragion per cui ha vinto il premio Nobel per la medicina. A lei va anche il merito di essere stata la prima donna ammessa alla Pontificia accademia delle scienze. La nomina a senatrice a vita l’ha avuta il 1° agosto del 2001 per il merito di aver illustrato la Patria con "altissimi meriti nel campo scientifico e sociale". Tra le altre cose, è stata socia nazionale dell’Accademia dei Lincei per la classe di scienze fisiche e socia-fondatrice della Fondazione Idis-Città della Scienza. Vediamo insieme la vita, le opere e le più belle frasi di Rita Levi-Montalcini.
Rita Levi-Montalcini: vita
Rita Levi-Montalcini nasce il 22 aprile del 1909 a Torino. Entra a far parte della scuola medica di Levi a vent’anni, laureandosi nel 1936. La ricerca è sempre stata la sua passione, spingendola a proseguire la carriera accademica come assistente e ricercatrice in neurobiologia e psichiatria. Purtroppo a causa delle leggi razziali è costretta, nel 1938, a lasciare l’Italia per emigrare in Belgio insieme a Giuseppe Levi. Nonostante le difficoltà, la forte passione per lo studio della medicina le dà la forza necessaria ad andare avanti, anche se in un laboratorio casalingo per un certo periodo.
Quelli sono anni difficili per l’Europa e per il mondo, con la seconda guerra mondiale che devasta i paesi e le grandi difficoltà nel portare avanti progetti di ricerca, considerato che anche solo trovare posti dove stare sereni era difficile.
Nel ‘43, dopo aver vissuto in vari luoghi, la Montalcini arriva a Firenze, dove vive in clandestinità per qualche anno collaborando anche come medico volontario fra gli Alleati. Nel 1945, quando finisce la guerra, Rita riesce a tornare nella città natale. Qui riprende il suo lavoro, più serenamente data la fine della guerra, continuando a fare ricerca in un laboratorio domestico insieme a Levi.
Rita Levi-Montalcini riceve un’offerta molto buona dal Dipartimento di Zoologia della Washington University in Missouri e accetta, non prima di essersi assicurata di poter proseguire con la ricerca che aveva cominciato a Torino. Gli Stati Uniti, per Rita, diventano come una seconda patria e le fruttano moltissimi incarichi di prestigio per oltre 30 anni.
In cosa consistono gli studi della Montalcini che hanno prodotto risultati talmente straordinari da meritare il premio Nobel?
Dal 1938 al 1944 la Montalcini studia i meccanismi di formazione del sistema nervoso dei vertebrati, arrivando nel biennio ‘51-’52 a scoprire il fattore di crescita nervoso oggi noto a tutti come NGF. L’importanza di questa scoperta sta nel fatto che questo fattore gioca un ruolo importantissimo nella crescita e nella differenziazione di quelle che sono le cellule nervose simpatiche e sensoriali. Per tre anni la donna continua la ricerca su questa molecola proteica e sul meccanismo di azione; proprio grazie a questo lavoro riceve il premio Nobel per la Medicina nell’86 con la seguente motivazione: "La scoperta del NGF all’inizio degli anni ’50 è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell’organismo".
Diventa anche direttrice del Centro di Ricerche di Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma dal 1961 al 1969, collaborando in questo periodo con l’Istituto di Biologia della Washington University; dal ‘69 al ‘79 dirige anche il Laboratorio di Biologia cellulare. Terminato questo incarico per via dell’età, la donna non si ferma: prosegue le sue ricerche e lavora come guest professor dal ‘79 all’’89, proseguendo poi fino al ‘95 lavorando presso l’Istituto di Neurobiologia del CNR nel ruolo di Superesperto.
Le ricerche dell’ultimo periodo vertono maggiormente sullo spettro di azione del NGF sfruttando tecniche sempre più sofisticate. Da recenti ricerche è emerso come esso abbia un’attività molto più ampia di quanto si pensasse, non limitandosi a neuroni simpatici e sensori ma arrivando a influenzare anche le cellule del sistema nervoso centrale, di quello immunitario ematopoietico e le cellule coinvolte nelle funzioni endocrine.
Dal 1993 al 1998 Rita Levi-Montalcini presiede l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, essendo membro delle accademie scientifiche più prestigiose internazionali come l’Accademia Pontificia, l’Accademia delle Scienze detta dei XL e la National Academy of Sciences statunitense, tra le altre.
La vita della Montalcini prosegue anche con un impegno notevole nel sociale, per esempio contro le mine anti-uomo e per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società. La Fondazione Levi Montalcini nasce nel 1992, istituita da lei e dalla sorella gemella Paola in memoria del padre: l’obiettivo è quello di formare i giovani fornendo borse di studio a giovani studentesse africani universitarie. L’idea era quella di favorire la creazione di una classe di giovani donne pronte ad assumere un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del paese.
Nel 2008, precisamente il 22 gennaio, Rita Levi-Montalcini viene insignita della laurea honoris causa in biotecnologie industriali presso l’Università di Milano Bicocca. Il genio assoluto muore il 30 dicembre 2012 a Roma, arrivata alla strabiliante età di 103 anni, tanto notevole quanto lo è stata la sua intera vita.
Rita Levi-Montalcini: opere
Vediamo ora di seguito tutte le opere di Rita Levi-Montalcini in ambito scientifico:
- Origine ed Evoluzione del nucleo accessorio del Nervo abducente nell’embrione di pollo, 1942;
- Il messaggio nervoso, con Pietro Angeletti e Giuseppe Moruzzi, 1975;
- New developments in neurobiological research, 1976;
- Elogio dell’imperfezione, 1987;
- NGF. Apertura di una nuova frontiera nella neurobiologia, 1989;
- Sclerosi multipla in Italia. Aspetti e problemi, con Mario Alberto Battaglia, 1989;
- Presentazione di Max Perutz, È necessaria la scienza?, 1989;
- Prefazione a Carlo Levi, Poesie inedite. 1934-1946, 1990;
- Prefazione a Gianni Bonadonna, Donne in medicina, 1991;
- Presentazione di Gilberto Salmoni, Memoria: un telaio infinito Dialogo su un mondo tutto da scoprire, 1993;
- Prefazione a Giacomo Scotti (a cura di), Non si trova cioccolata. Lettere di bambini jugoslavi nell’orrore della guerra, 1993;
- Reti. Scienza, cultura, economia, con Guido Cimino e Lauro Galzigna, 1993;
- Vito Volterra. Il suo percorso, in Scienza, tecnologia e istituzioni in Europa. Vito Volterra e l’origine del CNR, 1993;
- Il tuo futuro, 1993;
- Per i settanta anni della Enciclopedia italiana, 1925-1995, in 1925-1995: la Treccani compie 70 anni. Mostra storico-documentaria, 1995;
- Prefazione a American Medical Association, L’uso degli animali nella ricerca scientifica, 1995;
- Senz’olio contro vento, 1996;
- L’asso nella manica a brandelli, 1998;
- La galassia mente, 1999;
- Presentazione di Nicola Canal, Angelo Ghezzi e Mauro Zaffaroni, Sclerosi multipla. Attualità e prospettive, 1999;
- Intervista in Serena Zoli, Storie di ordinaria resurrezione (e non). Fuori dalla depressione e altri mali oscuri, 1999;
- L’Università delle tre culture. Conferenza della professoressa Rita Levi-Montalcini, 1999;
- Cantico di una vita, 2000;
- Un universo inquieto. Vita e opere di Paola Levi Montalcini, 2001;
- Tempo di mutamenti, 2002;
- Tempo di azione, 2004;
- Abbi il coraggio di conoscere, 2004;
- Lungo le vie della conoscenza. Un viaggio per sentieri inesplorati con Rita Levi-Montalcini, con Giuseppina Tripodi, Brescia, Serra Tarantola, 2005;
- Eva era africana, 2005;
- I nuovi magellani nell’er@ digitale, con Giuseppina Tripodi, 2006;
- Tempo di revisione, con Giuseppina Tripodi, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2006;
- La vita intellettuale, in La vita intellettuale. Professioni, arti, impresa in Italia e nel pianeta. Atti del forum internazionale, 13 e 14 febbraio 2007, 2007;
- Rita Levi-Montalcini con Giuseppina Tripodi racconta la scuola ai ragazzi, 2007;
- Le tue antenate. Donne pioniere nella società e nella scienza dall’antichità ai giorni nostri, con Giuseppina Tripodi, 2008;
- La clessidra della vita di Rita Levi-Montalcini, con Giuseppina Tripodi, 2008;
- Ritmi d’arte, 2008;
- Cronologia di una scoperta, 2009;
- L’altra parte del mondo, con Giuseppina Tripodi, 2009.
Rita Levi-Montalcini: le migliori frasi e citazioni
- "A me nella vita è riuscito tutto facile. Le difficoltà me le sono scrollate di dosso, come acqua sulle ali di un’anatra."
- “Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza”
- “Per me quello che conta, in una persona, non è che sia ebrea o cattolica, ma che sia degna di rispetto. E sono convinta che non esistano le razze, ma i razzisti”
- “Quando avevo tre anni decisi che non mi sarei mai sposata”
- “Rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore e uniche coloro che usano entrambi”
- "La mia intelligenza? Più che mediocre. I miei unici meriti sono stati impegno e ottimismo. [...] L’assenza di complessi psicologici, la tenacia nel seguire la strada che ritenevo giusta, l’abitudine a sottovalutare gli ostacoli – un tratto che ho ereditato da mio padre – mi hanno aiutato enormemente ad affrontare le difficoltà della vita. Ai miei genitori devo anche la tendenza a guardare gli altri con simpatia e senza diffidenza."
- “Ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente”
- “Il cervello: se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce. La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare”
- “Amare il proprio lavoro è la cosa che si avvicina più concretamente alla felicità sulla terra”
- "Nel momento in cui smetti di lavorare, sei morto"
- “Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società”
- “Qualunque decisione tu abbia preso per il tuo futuro, sei autorizzato, e direi incoraggiato, a sottoporla ad un continuo esame, pronto a cambiarla, se non risponde più ai tuoi desideri”
- "La mancanza di complessi, una notevole tenacia nel perseguire la strada che ritenevo giusta e la noncuranza per le difficoltà che avrei incontrato nella realizzazione dei miei progetti, lati del carattere che ritengo di aver ereditato da mio padre, mi hanno enormemente aiutato a far fronte agli anni difficili della vita."
- “Rifiutate di accedere a una carriera solo perché vi assicura una pensione. La migliore pensione è il possesso di un cervello in piena attività che vi permetta di continuare a pensare ‘usque ad finem’, ‘fino alla fine’”
- “A vent’anni volevo andare in Africa per curare la lebbra. Ci sono andata da vecchia, ma per curare l’analfabetismo, che è molto più grave della lebbra”
- “Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita”
- “In America si lavora bene e si vive male.
In Italia si vive bene e si lavora male” - "Con sollievo mi resi subito conto che i giovani italiani, meno preoccupati dei loro coetanei americani del futuro, e desiderosi soprattutto di cimentarsi ai banchi di un laboratorio, accettavano senza esitazione anche una modesta e precaria retribuzione"
- “Non è l’assenza di difetti che conta, ma la passione, la generosità, la comprensione e simpatia del prossimo, e l’accettazione di noi stessi con i nostri errori, le nostre debolezze, le nostre tare e virtù, così simili a quelle dei nostri ascendenti e discendenti”
- “Purtroppo buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie, la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo – sono dovute alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così abile da indurci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro pensiero, quando non è così”
- “Bisogna dire ai giovani quanto sono fortunati a nascere in questo splendido Paese che è l’Italia”
- “La donna è stata bloccata per secoli. Quando ha accesso alla cultura è come un’affamata. E il cibo è molto più utile a chi è affamato rispetto a chi è già saturo”
- “Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi”
- “Il male assoluto del nostro tempo è di non credere nei valori. Non ha importanza che siano religiosi oppure laici. I giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte”
- “Le emozioni provate nei primi anni di vita, e altre sensazioni che hanno suscitato gioia o dolore, lasciano tracce indelebili che condizioneranno le nostre azioni e reazioni nell’intero corso dell’esistenza”
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Rita Levi-Montalcini: vita, opere e frasi famose a 110 anni dal giorno della sua nascita
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Aforismi e frasi celebri Rita Levi-Montalcini
Lascia il tuo commento