Sono giorni di incontri, questi, per il Ministero dell’Istruzione e i sindacati, che stanno vagliando una serie di soluzioni sui possibili concorsi straordinari da bandire per stabilizzare i moltissimi docenti che ancora sono precari, anche in vista della massiccia uscita di personale prevista nel comparto scuola nel prossimo periodo grazie a Quota 100. Scopriamo insieme quali sono le idee sul tavolo e se, visti i presupposti, tutto questo potrebbe bastare per fermare l’agitazione e lo sciopero previsto per il 17 maggio, indetto non solo per via del precariato ma anche per la questione della regionalizzazione e dell’aumento degli stipendi.
Docenti precari con 36 mesi di servizio: ieri l’incontro tra Miur e sindacati
Si è svolto ieri l’incontro interlocutorio tra Miur e sindacati per risolvere la questione riguardante i docenti ancora precari non abilitati con 36 mesi di servizio. Cosa è successo?
Orizzonte Scuola ha riportato una proposta fatta dal Miur, ovvero quella di un percorso abilitante universitario il cui unico scopo sarebbe quello dell’assunzione a tempo indeterminato. In parallelo ai docenti in questione verrà anche permesso di partecipare al concorso ordinario con una quota di posti riservata, che è stata ipotizzata al 35% ma che potrebbe arrivare anche al 50%, più l’esclusione dal test preselettivo.
Di quante persone si tratterebbe? Il Miur ha rilasciato i dati in merito: i precari con 36 mesi di servizio sarebbero 55.604 e i posti messi a disposizione dal concorso, invece, 48.500; per quanto riguarda, invece, il numero di docenti ai quali sarebbe accordato il permesso di accedere al percorso universitario selettivo dovrebbe attestarsi attorno alle 20.000 unità.
Il prossimo incontro per definire di più dovrebbe tenersi oggi. I sindacati, dopo l’incontro di ieri, hanno domandato che il percorso disegnato dal Miur garantisca a tutti i docenti con 36 mesi di servizio il conseguimento dell’abilitazione.
L’incontro di oggi servirà a trovare una posizione comune in merito alla questione per entrambe le parti. Per ora il Ministero pensa che l’accesso al concorso universitario dovrebbe essere selettivo e avere come solo scopo l’assunzione, mentre per i sindacati la selezione deve essere fatta al termine del percorso. Qualora fosse raggiunto, l’accordo avrebbe come conseguenza un emendamento che verrà presentato al Governo nel decreto Crescita.
Quali concorsi si possono bandire?
La decisione sul piatto, quella generale, riguarda poi tutti i concorsi straordinari. Sono costituzionali o no? Ad essere messa in discussione è l’esclusività del concorso che viola quel concetto di “pubblico concorso”; indire concorsi esclusivi, infatti, andrebbe a violare gli articoli 3, 51 e 97 ultimo comma della Costituzione.
Nell’ordinanza che è stata depositata dal Consiglio di Stato viene osservato che, dal ‘90 al 2017 aver conseguito l’abilitazione - indispensabile per partecipare ai concorsi - è dipeso non dall’impegno dei singoli o dalla loro volontà ma da un complesso e articolato sistema di circostanza casuali. In questo senso, mantenere la riserva agli abilitati sarebbe una disparità di trattamento senza senso rispetto ai laureati.
Che cosa potrebbe succedere, quindi, ai concorsi straordinari? Se la consulta dovesse bocciare l’idea di indirli, il Miur si troverebbe costretto a bandire un ulteriore concorso che consenta l’accesso anche ai dottori di ricerca e a tutti i non abilitati.
Per coloro che sono stati assunti in ruolo grazie al concorso straordinario, comunque, non dovrebbe esserci nessun tipo di ripercussione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Scuola, precariato: le soluzioni studiate da governo e sindacati
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