Laura Corsini, stimata collaboratrice di Sololibri, ci presenta in quest’intervista “Il sentiero delle tarantole”, il suo ultimo libro recentemente pubblicato per i tipi di Epika Edizioni.
Scrittrice ed editor, Laura Corsini ha pubblicato diverse opere tra cui “Tutti gli incontri possibili” (2013), “Il cuore a volte cammina all’indietro (come i gamberi)” (2013), “Il fantastico Hoppy” (2013), “Non si dispensano tartase” (2014), “Kitty ad ogni costo” (2014), “Ritorno a Canossa” (2015) e “Non ho imparato a nuotare” (2016).
“Il sentiero delle tarantole” ci racconta di come, a volte, un incontro possa cambiare la vita di una persona, e non necessariamente in meglio.
Quando il Geometra, che è riuscito a risollevarsi dopo alcune tormentate vicende familiari, si imbatte nell’ingegner Triste, per lui la rovina ha inizio.
Tratto da una storia vera, con nomi e riferimenti modificati, “Il sentiero delle tarantole” scoperchia una realtà sommersa, serpeggiante anche nelle più tranquille plaghe del nostro Paese.
- “Il Sentiero delle Tarantole. Il racconto di una provincia emiliano-romagnola corrotta e vendicativa”, di cosa parla questo libro?
Il libro parla di tante cose; in realtà, il titolo evidenzia solamente uno degli aspetti, ovvero la truffa ai danni di un imprenditore edile e la sua lotta per veder riconosciuti i suoi diritti, un lungo percorso legale contro un ingegnere che lo ha messo in ginocchio sia economicamente che psicologicamente, rovinando la sua reputazione, il suo onore. Il romanzo, tratto da una storia vera di cui non è possibile, per ovvi motivi, rivelare la fonte, percorre però le tappe dell’esistenza del protagonista, il suo cammino di crescita che passa attraverso un grave lutto, la morte dell’amato padre, la faticosa costruzione di una professione, di una ditta di successo, la trappola tesa dalla tela della “tarantola”, metafora dell’ing. Triste, e la lotta legale che ne consegue. Ma l’ingegnere non è solo, nella messa in opera del suo progetto truffaldino, è circondato da Gatti e Volpi viscidi, corrotti e potenti che stringono in una morsa il malcapitato imprenditore.
- L’ing. Triste è senza dubbio uno pseudonimo; è solo un espediente per non rivelare l’identità reale del personaggio o c’è altro in esso?
Tutti i personaggi nel libro sono definiti con dei soprannomi. C’è il Professore, che è il padre del protagonista, il fratello Musicista, ma anche il Duca, che è l’avvocato che si è occupato della causa penale, e il Viscido, un compare di merende dell’ingegnere. Visto il contenuto “scomodo” della narrazione, non si potevano certo utilizzare nomi reali né rendere i personaggi (tutti persone realmente esistenti) in qualche modo riconoscibili. Abbiamo tolto successivamente le indicazioni delle vie, dei paesi, delle località che nella prima stesura erano presenti. Però, quella dei soprannomi è anche una scelta che ha lo scopo di trasformare i personaggi in tipi, maschere. Quanti ingegneri Tristi ci saranno in giro! Il nostro, in qualche modo, li riassume tutti. È allo stesso tempo uomo reale e incarnazione di una precisa categoria di persone purtroppo assai diffusa.
- Come nasce il romanzo? Dalla narrazione del protagonista? Da appunti o documenti?
Il romanzo nasce da un incontro. Una comune amica mi ha messo in contatto con il Geometra dicendomi che conosceva un ragazzo che aveva una storia molto interessante ed era intenzionato a farne un libro. Ci siamo visti tutti e tre in un bar un pomeriggio e in pratica il libro è nato lì. Poi il Geometra mi ha girato alcuni suoi appunti che abbiamo integrato nel corso di un paio di appuntamenti in occasione dei quali lui mi ha raccontato a voce, spiegato alcuni passaggi complicati. Ho letto anche gli incartamenti della vicenda giudiziaria, alcune mail e lettere e infine sono andata a trovare, nel suo studio, l’avvocato penalista che mi ha fornito preziosi spunti per affrontare i passaggi più complicati del processo. Le revisioni sono state tante; con pignoleria, sia il Geometra che l’avvocato mi hanno fornito alcune note sul testo per correggere il tiro in alcuni punti. Ci abbiamo messo più di un anno, ma, alla fine, il romanzo ha visto la luce.
- Qual è il messaggio che tu e il misterioso protagonista-narratore del libro volete dare ai lettori?
La quarta di copertina riporta una frase:
“Quella inferta all’onore in un uomo onesto è la peggiore delle ferite”.
Ma le ferite si possono curare e, con l’onestà, dall’abisso si può anche riemergere. Certo, ci vuole tempo, però la battaglia della legalità deve essere portata avanti con i mezzi della Legge, con le persone che possono e devono punire chi viola la giustizia. Non sappiamo dove ci porterà questo libro, noi oramai siamo una squadra e faremo di tutto perché in molti conoscano (o riconoscano) la vicenda e siano portati a schierarsi dalla parte del giusto. C’è un passaggio nel romanzo in cui il protagonista, dopo aver denunciato una irregolarità edilizia, nota che la gente gli lancia occhiate ostili per la strada. Ecco, questo non deve più succedere; ci auguriamo che colui che lotta per il giusto riceva dalle persone pacche sulle spalle e sorrisi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Laura Corsini che presenta “Il sentiero delle tarantole”
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Incredibile questa storia...ma siamo proprio sicuri che sia stato il caro geometra ad incontrare nel suo cammino tutte queste tarantole oppure è lui stesso una tarantola???