“C’è Arezzo come in un album di famiglia sfogliato passeggiando dal centro storico verso i colli circostanti”
afferma Claudio Santori.
“È un libro fatto apposta per gli Aretini veri, che non può mancare in ogni studio professionale della Città”
conferma Marco Botti.
Stiamo parlando di “I sette colli della conca di Arezzo e Castelsecco-San Cornelio”, nuovo libro a cura di Giorgio Feri edito da Cartaria Aretina. I testi all’interno sono di Giorgio Feri, Marco Botti e Fabio Fusi, le fotografie di Stefano Feri, Marco Botti, Foto Tavanti e Cartaria Aretina, la grafica è curata da Bruno Franchi e l’impaginazione da Icona di Città di Castello.
Ma chi è Giorgio Feri? Patron della mitica Cartaria Aretina, la cartolibreria sotto i portici del Liceo Classico Petrarca di Arezzo, sforna oramai una pubblicazione all’anno riguardante la propria città natale.
Il libro “I sette colli della conca di Arezzo” è stato presentato alla stampa ed alla cittadinanza nel tardo pomeriggio di giovedì 15 dicembre, al Circolo Artistico di Arezzo, nella sala da ballo stile Belle Epoque, del palazzo Guazzesi sito in Corso Italia.
Storie conosciute, inedite e curiose trovano spazio nel testo che, tra l’altro, rende doveroso omaggio all’aretino Enzo Scatragli, il più importante scultore italiano attuale secondo Antonio Paolucci; mentre parla dei colli e dei loro frequentatori illustri passati e presenti.
Per il Pionta e per S. Cornelio, poi, sono intervenuti i loro due grandi valorizzatori: Mauro Mariottini Presidente di Academo, che sta conducendo importantissimi scavi archeologici di cui ha fornito foto inedite al Feri; e Giovanni Pelini, dell’Associazione Castelsecco, che cerca di trasformare in parco urbano il colle sconosciuto al 90 per cento degli Aretini, mentre gli altri lo frequentano per il motocross, valorizzando il teatro etrusco che contiene. A tal proposito, il giovane giornalista Marco Botti ha ricordato l’esperienza di Pietrabbondante, in Molise, dove un analogo progetto di recupero ha ottenuto ben due milioni di euro di finanziamento dall’Unione Europea, rilanciando l’economia della zona attraverso la cultura.
Filippo Nibbi, già collaboratore di Gianni Rodari, ha allietato la presentazione ed il libro con le sue stravaganti poesie che ha recitato in presa diretta. Tra il pubblico, Zenone (alias Emilio Giunchi), noto vedutista naive della città antica e dintorni, sulle orme di Piero della Francesca che raffigura Arezzo da Porta Santo Spirito, nella leggenda della Vera Croce.
Parlando così di Arezzo, si è fatta sera, con l’ottimismo della volontà di coloro che lavorano per la Città valorizzandola come superpotenza culturale dalle enormi potenzialità inespresse, come fa Giorgio Feri con questo suo ultimo libro, in attesa di un nuovo interprete e Pigmalione della città postmoderna, come Fanfani lo fu di quella novecentesca.
(Nella foto che ritrae il tavolo della conferenza compaiono da sinistra verso destra: Claudio Santori, Filippo Nibbi, Marco Botti, Giorgio Feri e Bruno Franchi)
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Presentato l’ultimo libro di Giorgio Feri, “I sette colli della conca di Arezzo”
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