Sono molte le parole ed espressioni in latino che utilizziamo nel linguaggio comune scritto: Incipit, et cetera, legenda, memorandum, promemoria, vademecum, post scriptum e queste sono solo alcune delle tante, basti pensare a locuzioni come pro forma, errata corrige, ad libitum o brevi manu. Scopriamo insieme quali sono i vocaboli latini di uso più comune quando si scrive in italiano, cosa significano e quando si utilizzano in base al tipo di testo che ci si trova davanti e alla frase che si vuole formare.
Ecco la lista dei vocaboli latini più comuni quando si scrive.
Vocaboli latini comuni quando si scrive: la lista
Ecco la lista di vocaboli e locuzioni in latino comunemente usate nell’italiano scritto e non solo:
- Incipit: si tratta di una voce verbale latina che corrisponde alla parola iniziale della formula latina che serve per introdurre il titolo di un’opera. Quando viene utilizzata in bibliografia e filologia, invece, la parola incipit fa riferimento alle prime parole con cui inizia un testo; si tratta, per esempio, del primo verso di una poesia.
Nella critica letteraria attuale l’uso della parola incipit ha un significato più ampio, utile sia in caso di testi in prosa che in caso di testi in poesia, e sta ad indicare non solo la prima parola o la prima frase, ma proprio un segmento di avvio che può avere lunghezza variabile. - Memorandum: la parola memorandum fa comunemente riferimento a un promemoria, solitamente in forma scritta, spesso utilizzato nell’ambiente lavorativo. Solitamente si tratta di un tipo di comunicazione diretta e precisa.
Il memorandum viene detto anche d’intesa e viene utilizzato, in questo senso, in ambito diplomatico, con lo scopo di riassumere i punti controversi di una questione; tramite memorandum d’intesa ciascuna delle parti in causa può esprimere la propria opinione su un dato fatto formulando poi le proprie richieste alla o alle controparti. - Post Scriptum: particolarmente utilizzato nel linguaggio scritto, post scriptum viene comunemente abbreviato come P.S. o Poscritto. Letteralmente questa locuzione latina significa “dopo la scritta” e viene utilizzato per fare una breve aggiunta o scrivere un ultimo appunto a conclusione di un messaggio scritto già firmato che può essere una lettera ma anche un SMS o una e-mail.
- Et cetera: questa locuzione latina significa letteralmente “e i rimanenti”, “e così vià”. Derivante dal greco, ci sono una serie di varianti di questa espressione già a partire dal latino medievale. L’espressione et cetera viene attualmente ripresa in molte lingue: in inglese la locuzione è diventata etcetera e questa forma viene comunemente accettata; in italiano, invece, solitamente scriviamo eccetera, andando praticamente a sostituire la forma scritta latina sin dal XIV secolo.
- Legenda: letteralmente “le cose che devono essere lette”, questa parola viene solitamente utilizzata nelle cartine geografiche verso la fine della mappa. Concretamente la legenda è composta dalle spiegazioni dei simboli che vengono rappresentati sulla carta, utili a rappresentare le caratteristiche di un dato territorio. Lo scopo della legenda è spiegare la carta nella maniera più semplice possibile.
- Postilla: si tratta di una breve annotazione riferita a un testo che viene solitamente scritta a mano sui margini o fra le righe di un’opera stampata o scritta a mano.
- Pro forma: questa locuzione latina significa letteralmente “per salvare la forma”. Solitamente viene utilizzata nei documenti in ambito commerciale, particolarmente nell’ambito import/export, per indicare un tipo di fattura che non obbliga chi la emette ad adempiere a una serie di obblighi legali che invece dovrebbe considerare emettendo una reale fattura. Questa espressione sta ad indicare anche un comportamento assunto per salvare le apparenze e la forma, non per necessità o convinzione.
- Conditio sine qua non: letteralmente “condizione senza la quale non può verificarsi un evento”, questa espressione viene utilizzata per segnalare un vincolo necessario e irrinunciabile. Viene spesso utilizzata in ambito legale, per esempio, nella stesura dei contratti per evidenziare una clausola essenziale che, se non rispettata, comporta l’annullamento del documento.
- Errata corrige: letteralmente questa locuzione significa “correggi le cose sbagliate”, viene utilizzata nei documenti scritti come libri, articoli di quotidiano e riviste, e-mail o comunicazioni scritte di vario tipi per segnalare l’errore che si è commesso riportandone la correzione. Quando si parla di libri, generalmente l’errata corrige compare nelle ultime pagine.
- Vademecum: in latino la parola è separata, vade mecum, e significa “vieni con me”. A livello figurativo si può tradurre questa parola con “ti do una mano”. Solitamente i vademecum sono formulari e guide che contengono i punti salienti su un determinato argomento che può essere di natura diversa. Può definirsi vademecum, per esempio, quello che indica azione, indicazioni principali e composizione di un dato farmaco.
- Promemoria: in latino pro memoria, letteralmente il significato è “per la memoria”, “per ricordare”. Solitamente si tratta di un appunto scritto su un agenda o su un foglietto che aiuta chi ha molti impegni o poca memoria a ricordare cosa deve fare.
- Addendum: per addendum si intende un documento incluso in un contratto di vendita e acquisto che contiene informazioni aggiuntive oppure richieste di aggiunta di elementi che non sono compresi nel contratto. L’addendum viene considerato parte integrante del contratto.
- Imprimatur: questa espressione latina veniva e viene ancora, di tanto in tanto, utilizzata per segnalare la concessione di un’autorità ecclesiastica alla stampa e pubblicazione di un libro. Solitamente la menzione si può trovare all’inizio del libro, subito dopo il frontespizio. Oggi l’imprimatur ecclesiastico viene concesso solo quando richiesto dall’autore o dall’editore; ciò significa semplicemente che nella pubblicazione non ci sono errori rispetto alla fede e ai costumi cattolici, non che chi lo concede condivisa le opinioni condivise nell’opera.
- Ad libitum: letteralmente “a piacere”, “a volontà”. Si utilizza questa espressione per segnalare che, in una certa occasione, una persona è libera di scegliere come comportarsi. Spesso viene utilizzata in forma scritta negli spartiti musicali indicando una serie di battute, solitamente il ritornello a conclusione di un pezzo o una coda, che possono essere ripetuti un numero x di volte a scelta di chi suona.
- Ex libris: la traduzione letterale è “dai libri” e con questa espressione si fa riferimento a un’etichetta ornata da un motto o da uno stemma che viene applicata a un libro allo scopo di indicarne il proprietario.
- Brevi manu: “con mano breve” è il significato letterale di questa espressione che sta a significare direttamente, di persona, in riferimento a una consegna da mano a mano, senza persone che facciano da intermediari.
- Ad hoc: letteralmente "per questo", si usa per indicare cosa, persona o momento dedicato, preposto, pensato appositamente allo scopo che ci si prefigge.
- Cum laude: la traduzione letterale è “con lode”, l’espressione latina viene solitamente associata a una valutazione assegnata a un laureato rispetto al suo percorso universitario che ne decreta l’eccellenza e il punteggio massimo raggiungibile.
- Curriculum vitae: solitamente chiamato curriculum e abbreviato CV, tradotto in latino significa “corso della vita” con riferimento particolare agli studi. Si tratta di un documento redatto da un aspirante candidato per un posto e richiesto dai datori di lavoro allo scopo di presentare il percorso personale, dalla scuola al lavoro, e le capacità di una persona.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le espressioni e i vocaboli latini più comuni quando si scrive
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Significato di parole, proverbi e modi di dire
Lascia il tuo commento