1967 - Intorno al Sgt Pepper
- Autore: Riccardo Bertoncelli
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2014
Ci sono anni che non finiscono mai, e non finiscono perché fanno storia. Anni-prodromo, anni cui non ci si sottrae, smettere di riferirsi. Anni che continuano a segnare la “piega” del mondo, della musica, delle idee. Anni così, anni mirabilis, come si dice.
Il Sessantasette del Novecento - con i venti della rivoluzione sessantottina ormai alle porte - mi pare possa contarsi tra questi. Per attenermi all’ambito esclusivo della musica, prendete nota del po’po’ di gente che c’era in circolazione tra palchi, psichedelia e sale di incisione. Per esempio c’era Jimi Hendrix che vezzeggiava da mancino una chitarra per destrorsi come fosse la cosa più naturale del mondo. C’erano i Pink Floyd del “diamante pazzo” Syd Barret e i Doors del dionisiaco Jim Morrison. C’era Frank Zappa “porco e ripugnante” ma che con la Fender tra le mani sapeva farci da dio. C’erano i Rolling Stones più "dannati" che la memoria rock riesce a ricordare. E naturalmente c’erano “loro” - Paul, John, George & Ringo -, i fab four di Liverpool con un “Sgt Pepper” fresco d’annata pronto ad arare la storia del pop-rock.
Su sponde meno mainstream, nel 1967, si davano da fare anche altri giovanotti che sapevano il fatto loro, due di questi si chiamavano e si chiamano Bob Dylan e Leonard Cohen, e di tutto ciò non sto scrivendo per caso. Compreso nella collana “Gli anni d’oro del rock” è infatti uscito l’ultimo volume a firma Riccardo Bertoncelli, dedicato a un (altro) anno-cardine per la musica con la maiuscola e a ciò che in esso ha avuto luogo sul fronte di cantanti, dischi, festival e, perché no, del costume internazionale.
Si intitola “1967. Intorno al Sgt Pepper” (noblesse oblige, come intitolarlo altrimenti?) e oltre a una selva di foto (bellissime), numeri, aneddoti, recensioni (52!), contempla i retroscena sulla produzione discografica delle succitate facce da rockstar (ma non solo), con l’unico dispiacere, per un italianofilo come me, di trovarci poco o nulla della scena nazionale. A parte una succosa intervista a Francesco Guccini sul suo “Folk Beat n. 1”, in chiusura di volume, una specie di chicca.
Se riferito a forma e contenuto (misure medio-grandi, illustrazioni su patinata, scrittura puntuale e appassionante), il libro costa un’inezia (22 euro), solleva un buon numero di groppi in gola (ma perché non esiste una macchina del tempo che possa riportarmi a quell’epoca, a quei dischi, a quei sogni là?) avvalendosi dei contributi di Cesare Rizzi, Franco Zanetti e Federico Guglielmi, “backing band” di lusso di un Bertoncelli-garanzia di sacrosanto giornalismo musicale.
N.B.: la definizione di “backing band” è dell’autore medesimo, come dire senso di appartenenza & fantasia. Che, a pensarci bene, sono alcuni degli effetti possibili che può dare un’annosa e comprovata militanza sotto l’egida dura e pura del rock. and roll.
1967. Intorno al Sgt. Pepper
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