A casa prima di sera di Riley Sager

Il topos narrativo della casa infestata discende dall’archetipo del maniero spettrale di connotazione gotica. In altri termini: la canonica famigliola trasferita nell’altrettanto canonica abitazione frequentata da fantasmi rappresenta la variante del malcapitato che, sorpreso da tregenda o smarrita la strada, trova riparo nel castello di Dracula & affini.
Con Orrore ad Amityville, lo statunitense Jay Anson trasforma in aureo il sottogenere “gruppo di famiglia in un interno infestato”, spacciando per vere le vessazioni demoniache subite dai coniugi Lutz nella casa al numero 112 Ocean Avenue di Amityville, nel Long Island. Siamo nel 1977 e da quella prima pubblicazione, e nonostante i “fatti” si siano poi rivelati “bufale”, il libro conta 13 ristampe e vendite superiori ai 10 milioni di copie. Il molto più solido A casa prima di sera di Riley Sager (traduzione dall’inglese di Francesco Vitellini), uscito per la collana TimeCrime di Fanucci, non può non indurre a libere associazioni con Orrore ad Amityville (La casa degli orrori. Una storia vera, si legge nel “finto” frontespizio con cui si apre il romanzo; e il fortunato libro di Anson è citato a pagina 19), ma va rimarcato come tra l’uno e l’altro — tra A casa prima di sera e Orrore ad Amityville — le affinità risultino generiche e peraltro blande. Ritmo, tono e colore di scrittura contrassegnano il romanzo di Sager come altra cosa rispetto al gruppone stereotipato dei romanzi consimili, non solo rispetto l’Amityville di Jay Anson.

Il punto di vista narrativo binario di A casa prima di sera sfaccetta e ricompatta di continuo la trama, scombinando le acquisizioni provvisorie del lettore, conferendo alla vicenda tratti borderline, ora razionali ora soprannaturali, ora del “giallo” ora della vicenda paranormale. La plausibilità di situazioni e personaggi ne giova, fermo restando la tensione assoluta di capitoli come quelli del “pigiama party” o della fuga notturna dalla casa degli orrori. (“Giorno 20. A casa di sera”). Difficile soffermarsi sulla trama senza il rischio di sciuparne i colpi di scena. Ci provo di seguito, come meglio posso.

La storia di A casa prima di sera è una storia che comincia venticinque anni prima. Lo scrittore freelance Ewan Holt si trasferisce con moglie (Jess) e figlia (Maggie) nella chiacchierata dimora di Baneberry Hall, a ridosso dei boschi del Vermont. Non passa nemmeno un mese (per l’esattezza passano solo venti giorni) e i tre se la danno a gambe nel cuore della notte: fuggono dalla casa e dai ripetuti accadimenti soprannaturali che spesso coinvolgono Maggie (cinque anni).
La verità (?) su quei venti giorni diabolici è raccontata da Ewan nel libro La casa degli orrori (il primo dei due focus attraverso cui Riley Sager inquadra la storia), divenuto un bestseller mondiale al pari di Orrore ad Amityville. Maggie (seconda voce narrante del romanzo) è frattanto cresciuta, pur se fra rimossi, rimorsi, e dubbi sulla buona fede dei propri genitori (ormai separatisi). Sulla veridicità delle vicende raccontate in La casa degli orrori non scommetterebbe un cent. I fantasmi non esistono, continua a ripetersi quando si trasferisce a Baneberry Hall per ristrutturare e vendere la casa che ha ereditato. Ma la dimora in stile vittoriano sta lì apposta per smentirla, resuscitando giorno dopo giorno (meglio: notte dopo notte) un apparente passato di omicidi e verità sottaciute, oltre che un consolidato campionario di eventi poltergeist (tonfi e rumori strani, visioni spettrali, musica nella notte, armadi che si aprono e si chiudono da soli, orsetti di peluche che sbucano dal niente, serpenti, misteriose presenze, ritratti da brividi alle pareti, cimeli di altre vite e di altre epoche, e come contorno gli abitanti del paese che ostentano rancore e diffidenza). Maggie è a un passo dal convincersi, insomma, che quanto raccontato nel libro di suo padre corrisponde a verità: la casa maledetta di Baneberry Hall è una casa infestata dagli spiriti…

Con un occhio ai canoni del gotico letterario e uno, straordinariamente acuto, a quelli del mistery a sfondo investigativo, Riley Sager imbastisce insomma una storia che assicura notti insonni. Non solo per la paura che sa metterti addosso ma anche per la curiosità che suscita il non sapere, se non all’ultimo, come andrà a finire.