Per celebrare i cent’anni dalla nascita di Leonardo Sciascia, Repubblica ha da poco pubblicato A ciascuno il suo, su concessione di Adelphi. Ogni giovedì per 20 settimane romanzi, saggi e racconti di Sciascia saranno in edicola con il giornale.
A ciascuno il suo è un romanzo che per qualità fa il paio con Il giorno della civetta, due capolavori del genere "giallo".
Ma è certamente riduttivo rinchiudere Sciascia in un genere letterario: i suoi libri hanno il respiro delle grandi storie universali, nelle quali eterne passioni, miserie e virtù si combattono e si incrociano, per restituirci il nostro ritratto nel bene e nel male. L’ambientazione di entrambi i romanzi è siciliana, con caratteristiche sociologico politiche specifiche e un’analisi realista della mafia (con cui i politici sono collusi) che arriva al delitto con estremo cinismo. In tale specificità si incontrano i sentimenti di sempre, l’ombra del potere, l’arroganza del denaro, delle caste, le connivenze, le sudditanze; inoltre la passione e l’amore, il bisogno di giustizia, il senso di colpa, almeno in brevi lampi rivelatori.
A ciascuno il suo
A ciascuno il suo esce nel 1966. Nel 1967 Elio Petri ne fa un film perfetto, con Irene Papas e Gianmaria Volonté protagonisti.
Il libro è amarissimo, segnato da un’ironia continua e feroce che maschera la sofferenza per dover contemplare e ritrarre una società totalmente corrotta. Un doppio assassinio non viene quasi indagato; immediatamente gli inquirenti sposano la tesi ufficiale del delitto passionale, costruita ad arte per nascondere altro, i traffici illeciti di società industriali e finanziarie. Il vero mandante dalle finte mali pulite, nipote di un potente arciprete, sposerà la vedova di uno dei due morti.
Soltanto un professore di liceo, Paolo Laudana, timido e sottomesso alla madre, una figura modesta quasi da antieroe, si pone domande e ricostruisce i fatti grazie al suo bisogno di conoscenza. Pagherà con la vita. Laudana "era un cretino": così viene liquidato da un sacerdote durante la festa dedicata a Maria Bambina. Tutto ciò dà i brividi.
Sciascia ha un ritmo narrativo sintetico e incalzante, uno stile colto e nel contempo "popolare" nel senso della lettura accessibile a tutti.
In questo gioiello soltanto un personaggio tra i notabili possiede il dono dell’autocritica e la capacità di pronunciare un "mea culpa". È un vecchio medico novantenne quasi cieco, già luminare oculista. Dalla sua terrazza guarda senza poterla vedere la sontuosità di Palermo, in un’estate calda; è quasi a ridosso della morte. Vive una grande solitudine, ascolta La Divina Commedia registrata da un grammofono. Qualcosa ha capito. È il padre del dottor Roscio, una delle due vittime prese a fucilate. Discorrendo con il professor Laudana afferma:
"Proverbio, regola: il morto è morto, diamo aiuto al vivo. […] e il vivo da aiutare è appunto l’assassino. […] non a quei vivi che direttamente, materialmente l’hanno ucciso. Ai vivi che l’hanno disamorato, che l’hanno portato a vedere certe cose della vita, a farne certe altre…[…] ci può essere in un uomo una esperienza, una pena, un pensiero, uno stato d’animo per cui la morte, in fine, è soltanto una formalità. E allora, se responsabili ci sono, bisogna cercarli tra i più vicini: e nel caso di mio figlio si potrebbe cominciare da me, ché un padre è sempre colpevole, sempre.”
Le colpe dei padri. E noi? Che mondo stiamo lasciando ai figli? Un libro di valore pone domande inquietanti.
Accosto Sciascia a un altro grande scrittore di polizieschi, l’americano Raymond Chandler. Entrambi possiedono l’arte di esporre senza veli la povertà morale dei ricchi egoisti Epuloni, lo sbriciolamento sociale, la fine dei grandi valori. Chandler distrugge il "sogno americano" di progresso, il suo detective vede crollare ogni certezza di solidarietà tra gli uomini. Anche per Sciascia accade lo stesso, specie in questo "unicuique suum", “a ciascuno il suo”. A ciascuno il suo destino, a ciascuno le sue colpe. Il valore autentico sta nello scrittore, nella forza della verità.
Possiamo tiraci fuori, dire che non siamo mafiosi. Vero, eppure tutto è collegato da fili invisibili. Come ha cantato de André, "siete lo stesso coinvolti." Forse anche solo mangiando innocentemente un arancio siciliano.
L’iniziativa di Repubblica
Per celebrare il centenario dalla nascita di Leonardo Sciascia, le opere più importanti dello scrittore arrivano in edicola con Repubblica, ogni giovedì, per 20 uscite a cadenza settimanale.
I primi tre numeri, A ciascuno il suo, Todo modo e Il giorno della civetta sono già arrivati in edicola; il prossimo appuntamento è previsto per il 28 gennaio, con La scomparsa di Majorana.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: A ciascuno il suo: i libri di Sciascia sono in edicola con Repubblica
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