A una certa ora di un dato giorno
- Autore: Mariantonia Avati
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2020
Emma è la protagonista di questa storia dolorosa che viene da lontano: una storia di abbandoni, di scomparse, di perdite che parte dalla sua infanzia. Nelle prime pagine di A una certa ora di un dato giorno di Mariantonia Avati (La nave di Teseo, 2020) viene descritto un viaggio in aereo che la piccola compie con sua madre per raggiungere in Germania il padre archeologo, impegnato negli scavi che lo portano sempre lontano dalla famiglia. Il viaggio durerà pochissimo e sarà traumatico per madre e figlia.
Poi incontriamo di nuovo Emma, a Roma, ormai adulta. Fa l’arredatrice e durante il lavoro in un appartamento conosce Luca, che è titolare dell’impresa edile. Si piacciono, si innamorano, si sposano, avranno un unico figlio, Federico.
Il romanzo approfondisce il rapporto fallimentare fra i due. Luca è un tossico, ha smesso di sniffare cocaina, ma è depresso, insonne, nevrotico, violento: le sue parole sono ferite che colpiscono Emma in modo irreparabile. Tuttavia, malgrado la donna sia in analisi da una valente terapeuta che la mette in guardia rispetto all’opera di manipolazione del marito, Emma non riesce a prendere le distanze dall’uomo bello che ha sposato. Finisce sempre per giustificarlo, convinta di poterlo aiutare: la crocerossina che si cela nel suo inconscio le impedisce di allontanarsi dal dolore che il marito le procura. Celare al figlio Federico la sua sofferenza e la follia del padre sono il compito che si prefigge, a qualunque prezzo.
Un uomo con cui aveva avuto in passato una relazione molto affettuosa, Guido, la raggiunge spesso sul cellulare: lei però non dà seguito a questi richiami, ma neppure li interrompe: come se volesse lasciarsi uno spiraglio di luce nell’inferno in cui la sua vita coniugale si è trasformata.
La parte finale del romanzo porta alle conseguenze più estreme il rapporto malato fra i due: dopo una faticosa serata natalizia in cui tutta la famiglia di Emma si è riunita nella casa del mare, fra lei e sua madre avviene un chiarimento profondo dopo decenni di incomprensioni, che riavvicina le due donne e che darà il coraggio a Emma di affrontare la realtà che ha finora cercato di nascondere a se stessa.
Mariantonia Avati ci accompagna con sapienza nelle contraddizioni, nei tabù, nelle paure e nella sofferenza di una donna forte e matura, ma per certi versi fragile, incapace di liberarsi dalla violenza domestica a cui è ormai quotidianamente sottoposta. Tutte le cronache dei femminicidi a cui ci siamo tragicamente assuefatti sono testimonianza di quanto cammino debbano fare ancora le donne per uscire da gabbie di amore malsano, di malattie che avvelenano intere famiglie, di un equivoco che attribuisce alle donne il potere di guarire quando invece ci vogliono ben altri strumenti terapeutici: la buona volontà troppo spesso non è sufficiente a sanare cicatrici profonde.
Io ti salverò, il celebre film di Hitchcock, ha spinto troppe donne a essere certe di poter cambiare in meglio, di recuperare una storia d’amore e una normalità: Avati invece è più chiara nelle sue conclusioni, più decisa nell’analisi dei personaggi, più spietata nell’uso del linguaggio, ponendoci di fronte a un racconto crudo, realistico, efficace. Il termine “scomparso”, che fa da epigrafe al romanzo, ne è veramente la parola chiave. A una certa ora di un dato giorno, dal titolo lungo ed evocativo, sarà una lettura molto proficua per molti, uomini e donne.
A una certa ora di un dato giorno
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