Tutti noi abbiamo delle abitudini e dei modi di fare che ci caratterizzano. Oggi ci siamo chiesti quali sono state le abitudini e le superstizioni degli scrittori famosi. In fondo ognuno di noi ha dei piccoli rituali, oppure ripete delle azioni con un certo metodo. C’è anche chi è superstizioso e quindi evita i gatti neri o di passare sotto le scale, e chi invece non si cura di queste cose e le ignora.
Cosa sappiamo degli scrittori e delle scrittrici che amiamo? Cosa conosciamo della parte più intima e personale delle loro vite? Scopriamolo insieme.
Possiamo anticiparvi che abbiamo scovato abitudini e superstizioni sia di grandi autori del passato che di scrittori contemporanei di fama internazionale, autori di bestseller che troviamo oggi in libreria. Tra le informazioni raccolte abbiamo trovato piccole manie, veri e propri metodi, rituali ossessivi, idee bizzarre e abitudini personalissime: da Victor Hugo che scriveva nudo a Dan Brown che ogni tanto si appende a testa in giù, ecco cosa fanno gli scrittori quando sono all’opera, oltre a scrivere.
Scopriamo insieme abitudini, manie e superstizioni degli scrittori famosi.
Scrittori famosi: manie, abitudini e superstizioni
Iniziamo col raccontarvi che Victor Hugo, se messo alle strette da consegne imminenti, era solito scrivere nudo. Senza vestiti era necessariamente spinto ad accelerare i tempi: non potendo uscire di casa e patendo il freddo, l’autore di Notre Dame de Paris a volte ordinava proprio ai suoi domestici di far sparire dalla casa tutti i capi di abbigliamento.
Un altro che a volte scriveva nudo era Truman Capote, autore di Colazione da Tiffany, anche se la sua caratteristica principale era quella di scrivere i suoi testi disteso su un letto o un divano e non seduto alla scrivania (inoltre si rifiutava di cominciare o finire qualunque cosa di venerdì). Anche James Joyce, l’autore di Gente di Dublino, scriveva sdraiato sul letto a pancia in giù. Così come Marcel Proust, che scriveva sdraiato a letto e di notte, vivendo una vita da vampiro, dal momento che di giorno dormiva e nessuno lo vedeva mai in giro.
Il poeta tedesco Friedrich Schiller scriveva tenendo alcune mele marce nel cassetto. Il gas metano delle mele marce oltre a creare un terribile odore, sembrava provocare un senso di vertigini e questo stimolava la creatività dell’autore.
Vladimir Nabokov, autore di Lolita, non scriveva i suoi romanzi sui fogli, come tutti i suoi colleghi, ma invece utilizzava dei bigliettini che conservava poi in alcune scatole. Essendo sempre libero di cambiare l’ordine dei bigliettini, riteneva di favorire l’ispirazione e di scrivere in questo modo le scene dei suoi romanzi in modo non sequenziale. Aveva dei bigliettini vuoti, pronti a essere riempiti di idee, sempre a portata di mano, anche sotto al cuscino.
Jack Kerouac, l’autore di Sulla Strada, scriveva di notte ed era molto superstizioso: era fissato con la “magia” del numero 9 e spesso rimaneva schiavo di comportamenti compulsivi come ripetere un’azione 9 volte prima di sentire di essere al sicuro dalla cattiva sorte.
Virginia Woolf invece scriveva, soprattutto in età giovanile, tutte le mattine per due ore. Usava diversi inchiostri colorati e quando scriveva lettere lo faceva usando esclusivamente un inchiostro color porpora. Infine l’autrice di Una stanza tutta per sé spesso scriveva in piedi.
Dan Brown per esempio scrive con una clessidra sulla scrivania. Ogni ora passata a scrivere, l’autore de Il codice Da Vinci interrompe la sua attività di scrittura per fare dell’esercizio fisico. Quando invece sente che la sua creatività è bloccata si appende a testa in giù penzolando da una barra. Questo procedimento lo aiuta a rilassarsi e a concentrarsi, sembra che favorisca l’ispirazione.
L’autore americano J.A. Jacobs scrive invece mentre cammina su un tapis roulant, per combinare insieme lavoro e forma fisica. Ci avete mai provato?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Abitudini, manie e superstizioni di scrittori famosi
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