Addio, Monti di Michele Masneri

Ghost writer, immobiliaristi, giornalisti, presentatori televisivi ed ereditiere sono i personaggi alla disperata ricerca di fama e denaro che Michele Masneri, al suo esordio letterario con “Addio, Monti” (Minimum Fax, 2014), fa muovere fra Cortina e il quartiere Monti nel centro storico della capitale. Ne possiamo seguire, affascinati come davanti ad un gabbia di scimmie allo zoo, le avventure e le angosce, le cadute e i successi ritrovati. Possiamo calarci così tanto nel romanzo da farci prendere dal terrore di poterli incontrare davvero o dal tremendo ricordo di averli già incontrati.

Masneri ha scritto un romanzo per chi a Roma ci ha vissuto almeno per qualche tempo o quel tanto che basta per poter cogliere appieno l’ironia e la denuncia di ogni singola pagina. Fra citazioni letterarie e descrizioni di capi griffati che strizzano l’occhio a Bret Easton Ellis, l’autore descrive una realtà, quella italiana degli ultimi dieci anni, che non ci fa onore ma è estremamente rappresentativa di quello che siamo diventati. Una sorta di “La grande bellezza” hipster, ritratto realistico di come si presenta l’Italia, e Roma in particolare, che avrebbe spiccato per coraggio ed originalità se solo Masneri non fosse stato preceduto sul grande schermo da Paolo Sorrentino all’incirca un anno fa. Una lettura piacevole, divertente e scorrevole, capace di far conoscere Michele Masneri al grande pubblico, ma lontana dalle gemme letterarie che la casa editrice romana Minimum Fax ha avuto l’abilità di far scoprire o riscoprire ai suoi lettori negli anni.

“I sentimenti: pensavo che fossero appannaggio dei laureati in comunicazione Lumsa, gli dice una volta.”