Norman Rockwell
Family Tree (Albero genealogico), 1959
Olio su tela. Cover of The Saturday Evening Post, October 24, 1959
Collection of The Norman Rockwell Museum at Stockbridge
Dall’11 novembre 2014 all’8 febbraio 2015 Roma ospita, per la prima volta in Italia, opere provenienti dalla collezione del Norman Rockwell Museum di Stockbridge; in occasione della mostra Skira edita un catalogo illustrato e bilingue.
Il catalogo dove la produzione dell’artista è analizzata sotto molteplici punti di vista, accompagna la retrospettiva romana che per la prima volta propone in Italia opere provenienti dalle collezioni del Norman Rockwell Museum di Stockbridge, Massachusetts.
La mostra è stata fortemente voluta dal Presidente della Fondazione Roma, il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, il quale all’anteprima dell’esposizione ha dichiarato:
“L’illustratore è stato il cantore di un’epoca e come tale occorre ricordarlo, il suo realismo lieve è stato frutto di una maturità interiore perché l’artista aveva importato questi sentimenti nella sua vita quotidiana. Ricordiamo che Rockwell non amava vivere a New York. Pur avendo avuto come punto di riferimento della sua creatività la Grande Mela, aveva preferito la tranquillità della campagna di Stockbridge. Ecco allora la vita della middle class cioè una visione molto borghese, nella quale Rockwell ha evidenziato gli aspetti formativi di quella idea dell’America di quegli anni che era appunto un’America buonista, quella del salvataggio di un bambino... L’America dei sentimenti”.
Norman Rockwell
The Runaway (Il fuggiasco), 1958
Olio su tela. Cover for The Saturday Evening Post, September 20, 1958
Collection of The Norman Rockwell Museum at Stockbridge
“Mi piace raccontare storie per immagini. Per me la storia è la prima e l’ultima cosa” scriveva Norman Rockwell (1894-1978), specchio dell’America in tutti i suoi aspetti e coscienza etica del Grande Paese, che ha ritratto la società statunitense in evoluzione con le sue illustrazioni dettagliate e lievi, dirette al cuore, dotate di humour e compassione. Ora quello spirito è protagonista della mostra evento American Chronicles: The Art of Norman Rockwell che si è aperta a Palazzo Sciarra a Roma.
L’esposizione curata da Stephanie Plunkett (Chief Curator del Norman Rockwell Museum) e Danilo Eccher (Direttore della GAM di Torino), è promossa dalla Fondazione Roma, organizzata dal Norman Rockwell Museum di Stockbridge, Massachusetts, e dalla Fondazione Roma-Arte-Musei, in collaborazione con La Fondazione NY e la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma.
Le tavole dell’’’artista della gente” hanno descritto per più di mezzo secolo (dagli anni Dieci fino agli anni Settanta) gli ideali, la realtà, le aspirazioni, influenzando pensieri e comportamenti del popolo americano. I ruggenti anni Venti, la Grande Depressione, la II Guerra Mondiale, gli anni Cinquanta e Sessanta, l’opera omnia di Rockwell rispecchia quell’American way of life della middle class nella quale emergono personaggi rassicuranti, sorridenti, fiduciosi, familiari. L’esposizione rappresenta un viaggio esaustivo nella produzione di Rockwell: presenti più di cento tra dipinti, documenti e fotografie, e la raccolta completa delle 323 copertine originali del noto magazine The Saturday Evening Post elaborate da Rockwell fra il 1916 e il 1963.
Cinque le sezioni tematiche:
- American Roots (le radice americane per l’artista sono raffigurate nel Family Tree (1959) albero genealogico che rappresenta le origini leggendarie degli USA, unione di nativi americani e cowboy, principesse spagnole e puritani, pirati e gente comune),
- Shaping an American Aesthetic (qui l’artista indaga la relazione fra arte e illustrazione),
- Tomorrow (dedicata ai piccoli-grandi protagonisti delle opere di Rockwell, i bambini come il celebre The Runaway - 1958),
- American Dream (emblematico A Scout is helpful (1939)
- L’ultima sezione è Problems and Perspectives
Norman Rockwell
A Scout is Helpful (Uno scout si rende utile), 1939
Cover of Boys’Life, February, 1941, and Boy Scouts of America calendar, 1941
Olio su tela
Collection of The Norman Rockwell Museum at Stockbridge
Nel gennaio del ’41 il Presidente Roosevelt delinea la propria visione della società bellica, fondata su quattro irrinunciabili libertà (Four Freedoms): la libertà di parola, la libertà di culto, la libertà dal bisogno e la libertà dalla paura. Rockwell le traduce in quattro dipinti Freedom of Speech, Freedom of Workship, Freedom from Want, Freedom from Fear (1943) nei quali ritrae persone comuni, famiglie affettuose e assemblee pacifiche.
Alla preview dell’esposizione era presente anche il figlio di Rockwell, Peter, di professione scultore che vive a Roma.
Una carriera durata mezzo secolo quella del grande disegnatore di talento dove si riflette una nazione vibrante di ideali, di coraggio e di ottimismo.
“Senza rifletterci troppo, quello che facevo era mostrare a chi forse non li conosceva gli aspetti dell’America che avevo sotto gli occhi”.
American Chronicles: The Art of Norman Rockwell
11 novembre 2014 – 8 febbraio 2015
Fondazione Roma Museo, Palazzo Sciarra
Via Marco Minghetti, 22 (angolo Via del Corso)
00187 Roma
Orari:
Lunedì ore 15.00-20.00
Dal martedì al venerdì e domenica ore 10.00-20.00
Sabato ore 10.00-21.00
La biglietteria chiude un’ora prima
Ingresso: intero 12,00 euro, ridotto 9,50 euro
Catalogo Skira 200 pagine, 166 colori e b/n 40 euro
www.fondazioneromamuseo.it
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: American Chronicles: The Art of Norman Rockwell
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