La vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2022 Annie Ernaux entra nel “Grand Salon” di Villa Medici, a Roma, dalla porta destra - ancora chiusa - stupendo il pubblico che invece la attendeva da parecchi minuti con gli occhi puntati verso l’altro ingresso, aspettandosi un’entrata trionfale.
La porta si schiude piano, silenziosamente, e questa donna magra, fragile, avanza a piccoli passi. Cammina da sola, non c’è nessuno a precederla.
Sembra piccola piccola in questo salone immenso. Entra quasi con esitazione e guarda, per un istante, a terra prima di sollevare lo sguardo verso l’alto. Quando alza gli occhi appare quasi sorpresa di trovare la sala gremita e rivolge al pubblico un ampio sorriso stupito.
La accompagnano applausi scroscianti che si protraggono per più di cinque minuti in un battito di mani impetuoso che genera il fragore di un’orchestra. Il Nobel ad Annie Ernaux è il Nobel di tutti e lo esprime con partecipazione questo applauso interminabile, capace di generare vibrazioni. È un applauso quasi elettrico, vitale, commosso.
È un applauso a quella giovane studentessa di Rouen che scrisse nero su bianco sul suo “journal”, il suo diario, un proposito chiaro:
J’écrirai pour ’venger ma race.
trad.: Scriverò per vendicare la mia razza.
Parole di fuoco che, anni dopo, hanno trovato la loro ragion d’essere. Tramite la tecnica innovativa dell’écriture plate, Annie Ernaux ha portato il mondo dei “dominati” nella grande letteratura schiudendo così le porte a una scrittura politica che rifiutava la lingua della “prosa alta” per adeguarsi al linguaggio semplice dei ceti sociali più umili, la classe sociale popolare in cui lei stessa era nata. Tramite la scrittura de Il posto, libro dedicato alla storia del padre, Ernaux ha creato un nuovo genere letterario: l’auto-socio-biografia, in cui si fondono letteratura e sociologia, per dare voce a chi non ne ha e, nella secolare tradizione letteraria, non ne ha mai avuta.
Stare “al di sotto della letteratura”: è l’umilissima, ma perentoria, dichiarazione di scrittura di Ernaux ora consacrata dal premio Nobel. Oggi quella studentessa di Rouen che scriveva risoluta sul suo diario il desiderio di diventare “autrice” è diventata questa donna di ottantadue anni che china il capo di fronte agli applausi, il cui corpo sembra vibrare come percosso da questa ondata travolgente di ammirazione, gratitudine e riconoscimento.
Dal primo romanzo Gli armadi vuoti (1974) alla rivoluzione della tecnica di scrittura con la pubblicazione de Il posto (1984) sino al capolavoro Gli anni e oltre: l’ultimo libro di Ernaux Le jeune homme è stato pubblicato in Francia da Gallimard nel maggio 2022 e arriverà in Italia il prossimo novembre grazie a L’orma editore, la casa editrice che ha avuto il merito di riscoprire l’autrice francese e portarla nel nostro Paese nel 2014, quando il nome di Annie Ernaux era ancora sconosciuto alla maggior parte degli italofoni.
En conversation avec Annie Ernaux a Villa Medici: l’evento
Nel pomeriggio di ieri, domenica 23 ottobre 2022, la scrittrice francese, premio Nobel per la letteratura 2022, ha raccontato la propria produzione letteraria dinnanzi al pubblico italiano in un discorso appassionato che ha toccato anche tanti argomenti di stretta attualità, come l’aborto e la visione meritocratica.
Ne ha parlato in dialogo con il suo editore Lorenzo Flabbi - premiato traduttore di tutti i suoi libri e voce italiana di Ernaux - in una conversazione acuta dal ritmo serrato, intervallata da commenti e sorrisi.
Annie Ernaux ha un tono di voce fermo, ma al contempo gentile. Parla con la tonalità sommessa, educata, di chi sa esattamente cosa intende dire e non ha bisogno di gridare né di alzare la voce per farsi sentire.
L’autrice si trovava a Roma per la promozione di Les années Super-8, il docu-film da lei realizzato insieme al figlio David Ernaux-Briot, che sarà distribuito nelle sale a dicembre da I Wonder Pictures. L’occasione è stata propizia anche per permettere al pubblico italiano di celebrare la prima donna francese a vincere il premio Nobel per la Letteratura.
Cosa ha rappresentato la vittoria del Nobel per Annie Ernaux?
Conversando con Lorenzo Flabbi, Ernaux ha ripercorso per intero la sua parabola letteraria. Il discorso è iniziato dal suo libro più rivoluzionario, La place (1984) (Il posto in italiano, Ndr) che ha decretato la nascita di una nuova forma letteraria.
Prima di addentrarsi nel vivo delle opere è però stata posta a Ernaux la fatidica domanda:
La vittoria del premio Nobel ha cambiato la sua vita? Come vive questa immensa responsabilità di essere stata la prima donna francese a vincerlo?
Annie Ernaux ha risposto, umilmente, di aver iniziato a prendere coscienza del riconoscimento grazie alle reazioni dei lettori che, fin dal primo giorno, l’hanno travolta con un’ondata d’affetto. Ha poi posto l’accento sull’immensa “chambre de l’eco” che genera un premio Nobel, affermando di sentirsi molto esposta sulla scena pubblica ora, ma di non voler approfittare in alcun modo di questa sua esposizione mediatica. Per Ernaux il premio Nobel è innanzitutto una “grande responsabilità,” come donna, come “transfuga di classe”, e soprattutto come scrittrice.
Nella sua conversazione l’autrice ha posto l’accento sull’essenza della scrittura come dono e sul suo significato politico:
Ho sempre avuto l’impressione di dover donare la scrittura.
Quello che lei ricerca nella scrittura, ha affermato Ernaux, è la “giustezza”, la perfetta aderenza ai fatti e alle sensazioni della vita.
Riflettendo sulle differenze tra i suoi libri, ha osservato come la scrittura di Una donna ad esempio sia diversa da quella de Il posto. Si tratta della medesima ècriture plate, ma nel raccontare la storia della madre Annie dichiara di abbandonarsi a un trasporto più “affettivo”, perché il rapporto che la legava alla madre era più intimo.
leggi anche
Annie Ernaux: un percorso di lettura alla scoperta della vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2022
La conversazione ha poi intrecciato il tema della scrittura e quello della memoria narrando la complessa gestazione del libro-capolavoro Gli anni. Ernaux ha spiegato il lavoro di lima che ha richiesto la creazione di una nuova voce narrante, il cosiddetto “Io impersonale”, una prima persona neutra - quindi declinata a plurale, al “noi” - che le permettesse di raccontare il tempo nel suo fluire.
La scrittura di Annie Ernaux si intreccia strettamente all’attualità: Memoria di ragazza (2016) racconta di una violenza sessuale e richiama l’esplosione del movimento del MeToo, nata parallelamente, di cui il romanzo è stato quasi un anticipatore. E ancora, ne L’evento, Ernaux racconta il proprio aborto clandestino puntando l’obiettivo su un argomento scottante. Dal libro è stato tratto il film di Audrey Diwan, La scelta di Anne, vincitore del Leone d’oro al Festival del Cinema di Venezia nel 2020.
Oggi che il diritto all’aborto è minacciato, Ernaux pone ancora una volta l’accento sul diritto delle donne di poter disporre liberamente del proprio corpo. Un tempo l’aborto era un argomento tabù, di cui non si parlava, non si poteva parlare: Ernaux l’ha sdoganato attraverso la scrittura, mostrando che i tabù devono essere infranti e che nominare le cose ha uno scopo politico, perché conferisce loro lo status di esistenza. La rivoluzione sociale può avvenire anche tra le pagine di un libro, perché sono proprio le parole a ricordarci che “Nulla è conquistato per sempre”, ci mette in guardia la scrittrice.
Ricordiamo che Annie Ernaux scrisse un libro ora strettamente contemporaneo come La donna gelata (1981) (La femme gelée, Ndr), ben quarantadue anni fa, in cui metteva in discussione il ruolo della donna - moglie e madre - come lo intendeva la società ripercorrendo a ritroso l’“educazione femminile” impartitole sin dall’infanzia.
Opera dopo opera, Ernaux ha creato un puzzle letterario complesso in cui l’autobiografia privata si trasfonde in una visione collettiva. La sua penna riesce a dare corpo all’indicibile, perché non esita a nominare “la vergogna” (la Honte, Ndr), intesa nella sua doppia declinazione: sociale e femminile.
In un celebre passo del suo libro, La vergogna (L’orma, 2018), Ernaux afferma:
L’aspetto peggiore della vergogna è che si crede di essere gli unici a provarla.
Bisogna partire da questa premessa per comprendere appieno il valore sociale della sua opera. L’atto stesso della scrittura per l’autrice francese premio Nobel significa soprattutto “dire la vergogna”, perché:
Senza vergogna non c’è letteratura.
Quando uscirà il prossimo romanzo di Annie Ernaux?
Infine Annie Ernaux ha dato un’anticipazione del suo prossimo libro, Le jeune homme, che uscirà in Italia per L’orma editore l’8 novembre 2022 con il titolo Il ragazzo. In questo libro, ha dichiarato, si intrecciano tutti i temi cardine della sua scrittura: il tempo, la memoria, l’aborto, le differenze sociali, la vergogna.
Con Le jeune homme Annie Ernaux scardina un altro tabù sociale, narrando la storia d’amore da lei vissuta nei primi anni Novanta con un ragazzo di trent’anni più giovane.
In attesa di essere di nuovo trafitti dalla lama acuminata delle sue parole non possiamo fare altro che dire grazie a questa straordinaria scrittrice francese e alla sua scrittura coraggiosa, senza vergogna, che ci racconta la vita nel suo farsi, senza servirsi di alcun artificio.
Merci, Annie.
Annie Ernaux a Villa Medici: il video dell’evento
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Annie Ernaux a Roma dopo il Nobel: l’incontro a Villa Medici e un’anticipazione del prossimo libro
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Ti presento i miei... libri News Libri Annie Ernaux L’orma editore
Lascia il tuo commento