Immagine di copertina Credits: 2cordevocali, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Scrivere la vita: non esistono parole più opportune per presentare l’immensità dell’opera della scrittrice francese Annie Ernaux, considerata una delle voci più potenti del panorama letterario contemporaneo e ora vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2022.
La scrittura di Ernaux obbedisce a un unico imperativo: “écrire dangereusement”, scrivere pericolosamente, come ha rivelato lei stessa in un’intervista. Il pericolo, osserva Ernaux, non è da ricercare nei contenuti, ma nella maniera di scrivere. E l’autrice francese si serve della parola come di un’arma affilata, tagliente, capace di squarciare il velo apparente delle cose e rivelare l’indicibile. La scrittura è il coltello che incide la superficie e penetra nel profondo, puntando la lama proprio su ciò che ferisce.
Nei suoi romanzi l’autrice francese ha tematizzato senza censure la morte dei genitori, la sessualità, l’aborto, l’Alzheimer della madre, la condizione femminile. A queste tematiche spesso scottanti fa da corredo un’architettura narrativa interamente costruita attorno al tempo e, soprattutto, all’arte della memoria.
Nel suo processo di ricostruzione narrativa Ernaux riesce a fondere memoria personale e storiografica sino a costituire, attraverso il suo romanzo-capolavoro Gli anni, una cronaca collettiva della storia.
Il proposito finale della scrittura è dunque definibile attraverso un’azione precisa: l“’atto di salvare”. Scrivere dunque per “salvare qualcosa del tempo in cui non saremo più.” In questo senso la vita dell’autrice - di una singola donna - si inscrive nel solco di una memoria collettiva.
A che scopo scrivere d’altronde se non per disseppellire cose, magari anche una soltanto, irriducibile a ogni sorta di spiegazione –psicologica, sociologica, o quant’altro- una cosa che sia il risultato del racconto stesso e non di un’idea precostituita o di una dimostrazione, una cosa che provenga dal dispiegamento delle increspature della narrazione, che possa aiutare a comprendere –a sopportare- ciò che accade e ciò che facciamo.
Oggi Annie Ernaux, nata a Lillebonne in Normandia il 1° settembre 1940, compie ottantadue anni. La celebriamo attraverso i suoi libri che, titolo dopo titolo, sembrano comporre un’autobiografia collettiva capace di parlare di un’umanità condivisa. Inutile ora dilungarci sui dettagli biografici relativi alla vita di questa autrice, non ne risulterebbe che una carta d’identità scarna e sbiadita, la vera auto-socio-biografia della sua esistenza l’ha narrata lei stessa.
Annie Ernaux: 5 libri da leggere dell’autrice francese
Da quale libro iniziare per scoprire l’opera della grande autrice francese, più volte inserita dai bookmaker tra i favoriti al premio Nobel oggi finalmente vincitrice del premio Nobel per la letteratura 2022?
Vi proponiamo un percorso di lettura in 5 titoli: da Il posto, che nel 1983 sancì la nascita di un nuovo genere letterario definito “auto-socio-biografia”, sino a Guarda le luci amore mio, l’ultimo libro edito in Italia da L’orma editore, la casa editrice romana che ha avuto il merito di riscoprire l’autrice rivelando l’affascinante complessità della sua opera al pubblico italiano.
- Il posto
Pubblicato in Francia nel 1983, Il posto valse ad Ernaux la vittoria del prestigioso premio Renaudot l’anno successivo. Il titolo originale del libro doveva essere “elementi di etnografia familiare”, attraverso queste pagine Ernaux rievoca la vita del padre, rivoluzionando i termini della autobiografia. Rievocando la vita minuscola del padre, Ernaux dà voce a schiere di lavoratori, operai che non possedevano le competenze né i mezzi per esprimersi a causa della loro condizione sociale, ed erano condannati dunque a stare “al di sotto” della letteratura. Questo libro, nella sua scrittura scabra, affilata, oggettiva, rappresenta a tutti gli effetti il vero atto di nascita di Annie Ernaux come autrice: in queste pagine avviene la rivoluzione della voce narrante e dello stile di scrittura che, d’ora in avanti, renderà l’opera letteraria di Ernaux riconoscibile.
Il posto
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- La vergogna
Pubblicato nel 1997 con il titolo La Honte, La vergogna è il romanzo che chiude il ciclo dei racconti familiari. Ernaux ha rievocato la figura del padre, quella della madre nel romanzo Una donna, e ora si appresta a diventare “etnografa di sé stessa”. Nella stesura de La vergogna Ernaux adotta per la prima volta posizione del sociologo narrando il proprio vissuto con uno scarto oggettivo che impedisce all’Io di raccontare di sé nel tipico linguaggio confessionale dello stile autobiografico. Nelle pagine de La vergogna Ernaux rivela la ferita alla base della sua scrittura attraverso un memoriale basato sui fatti, su dati incontestabili, che parlano in tutta la loro veridicità. Parla di come la “vergogna” è entrata nella sua vita, imprimendosi come un marchio indelebile: una vergogna di classe, una vergogna sociale che si rende manifesta nel ritornello ossessivo “cosa penseranno di noi?”.
Decostruendo la bambina che è stata Ernaux ci restituisce il ritratto sociale vivido di un mondo popolare che teme di essere giudicato dalle classi più privilegiate. Emerge quindi la condizione peculiare della “transfuga di classe”, come lei stessa si definisce, ovvero chi è chiamato a compiere il passaggio dal mondo proletario-popolare a quello borghese.
La vergogna
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- Gli anni
L’assoluto capolavoro di Annie Ernaux, Gli anni, è già considerato un classico letterario. Con questo romanzo, che le valse il premio Strega Europeo nel 2016, Ernaux compie una autentica rivoluzione narrativa introducendo come voce narrante un soggetto impersonale inclusivo, il “noi”. Attraverso la narrazione monumentale de Gli anni Ernaux ha inaugurato un nuovo modo di pensare il soggetto e l’individualità ponendola al centro della Storia.
Gli anni può essere letto come una sorta di testamento o di archivio della memoria, il famoso “roman total” che l’autrice temeva di non riuscire mai a scrivere e che si è imposta di affrontare definitivamente una volta arrivata alla pensione, attuando così il suo proposito di narrare «l’esistenza di un singolo individuo fusa nel movimento di una generazione».
Si tratta di uno dei grandi romanzi della nostra epoca, in grado di raccontare l’ossessione del tempo che fugge esprimendo il complesso processo di avvitamento tra memoria storica e memoria umana.
Gli anni
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- Memoria di ragazza
L’autrice nel 2016, in occasione della pubblicazione del romanzo presso l’editore Gallimard, lo definì il suo “libro definitivo”. In queste pagine Ernaux tematizza un altro tipo di vergogna, assai più inesprimibile, la vergogna di essere ragazza. Memoria di ragazza ci restituisce il ricordo della ragazza del ’58 nell’invincibile estate in cui avviene il passaggio violento, traumatico all’età adulta. Quella stagione per Ernaux segna un punto irrevocabile di non ritorno.
Mémoire de fille (questo il titolo originale francese, Ndr) doveva essere il primo romanzo dell’autrice, ma alla giovane Annie l’impresa apparve insormontabile. Il primo progetto di scrittura, tentato a ventidue anni, sarà un fallimento. Toccherà quindi alla donna del 2014 scrivere della ragazza del ’58 che rivive attraverso una serie di fotografie. Attraverso la scrittura affilata che la contraddistingue Annie Ernaux fa dunque rivivere l’estate dei suoi diciotto anni scarnificando il ricordo della vergogna innominabile, tipicamente femminile, di “essere stata oggetto di desiderio”.
Memoria di ragazza
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- Guarda le luci amore mio
Concludiamo con l’ultimo romanzo di Annie Ernaux pubblicato in Italia. Guarda le luci amore mio è un vibrante diario in cui la scrittrice annota, per quasi un anno, dall’ottobre 2012 al novembre 2013, le osservazioni da lei compiute nel corso delle sue visite quotidiane presso il supermercato Auchan di Cergy-Pointoise.
Lo sguardo di Ernaux stavolta si concentra su uno dei grandi teatri del vivere collettivo: il supermercato, ricavandone un ritratto del nostro vivere sociale. Ne risulta una disamina accurata della nostra società ormai divenuta un tempio del consumo.
Nella narrazione è tuttavia possibile ritrovare lo stesso proposito che animò la solenne scrittura de Gli anni, ovvero il tentativo di salvare quello che “non sarà più.” La pagina scritta, ancora una volta, si fa custode suprema di un tempo inafferrabile che sembra continuamente sfuggirci tra le dita.
Guarda le luci, amore mio
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Quella qui proposta è una rilettura soltanto parziale dell’opera di Annie Ernaux. I libri dell’autrice francese formano un complesso puzzle letterario e andrebbero letti l’uno di seguito all’altro andando così a ricostruire il disegno vario, vasto e ancora incompiuto di una vita che è stata interamente riversata, trasfusa nelle pagine e, infine, consacrata alla scrittura.
La vita di una donna che si incide nel solco di un’intera generazione sul filo di una narrazione memoriale condivisa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Annie Ernaux: un percorso di lettura alla scoperta della vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2022
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