Arditi in Sicilia. Il X reggimento nella campagna di Sicilia. Luglio-agosto 1943
- Autore: Federico Ciavattone
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
Una ricerca di storia militare nazionale a tema inedito. Il X Arditi dell’Esercito nella seconda guerra mondiale, tanto eredi dei reparti di rottura leggendari nel primo conflitto quanto emuli degli incursori subacquei della Marina. La Sicilia è stata il terreno principale d’azione dei nuovi arditi: una ricerca di Federico Ciavattone, puntuale e senza precedenti, rende conto della nascita del reparto, dell’addestramento e della breve vita operativa. Arditi in Sicilia. Il X reggimento nella campagna di Sicilia. Luglio-agosto 1943, è apparso in prima edizione nell’aprile 2021, nella collana Archivio Storia della casa editrice Mattioli 1885 di Fidenza-Parma (con centinaia di fotografie b/n, 272 pagine).
Dottore di ricerca in storia contemporanea, docente e direttore del Centro studi di storia del paracadutismo militare italiano, Ciavattone è un esperto di storia e di guerra, autore di numerosi articoli e libri, anche in inglese. Con Mattioli è alla seconda pubblicazione, dopo Gli specialisti. I reparti arditi ufficiali e la squadra «X» nella lotta antipartigiana 1944-1945, edito nel 2014.
Destino curioso quello dell’arditismo, acclamato durante la Grande Guerra e messo in diparte alla fine delle ostilità (lo stesso è accaduto al X Reggimento, che non ha lasciato tracce di sé nel secondo dopoguerra). Avviata la smobilitazione dell’Esercito, lo scioglimento dei reparti d’assalto venne completato entro il 1920: il carattere non convenzionale degli uomini e la loro natura aggressiva erano inconciliabili con “l’uniformità” indispensabile per una Forza Armata in tempo di pace. Ciononostante, l’immagine dell’ardito aveva fatto breccia nell’opinione comune: un combattente volontario, eroico, dotato di qualità psico-fisiche straordinarie, che andava all’assalto armato solo di pugnale e bombe a mano.
Nel 1942, si fece riferimento all’esperienza positiva di quella formazione quando si pensò di ricostituirla nel Regio Esercito. Lo Stato Maggiore era impressionato dai reparti speciali inglesi, il Long Range Desert Group e lo Special Service, che effettuavano raid, sabotaggi e azioni di guerriglia dietro le linee, in Africa settentrionale, nelle retrovie dell’Asse. Si decise quindi di formare unità d’elite che si sarebbero dedicate ad analoghe forme di guerra non convenzionale, ricalcando l’operatività di quelle britanniche e riprendendo i valori e la tradizione dei Reparti d’Assalto italiani della prima guerra mondiale.
Il primo nucleo venne formato nella primavera 1942 e sottoposto a super addestramento a Santa Severa, tra Roma e Civitavecchia. Andò a costituire il Reggimento, che assunse la denominazione di X Arditi, operando in Nord Africa e in Sicilia, fino allo scioglimento nel settembre 1943. Le attività di base: infiltrazione in territorio nemico, operazioni speciali dietro il fronte, sabotaggio di ferrovie, strade, ponti, aeroporti, depositi di munizioni, attività di guerriglia, di stay behind (restare indietro) e anche di guerra irregolare, se necessario.
Oggi le definiremmo forze speciali, sottolinea nella prefazione il generale Marco Bertolini. Quando gli Alleati sbarcarono in Sicilia e il X Arditi venne messo in azione (come illustra nel dettaglio il prof. Ciavattone), il reparto era nato da poco più di un anno. Nell’aprile del ’42, la nostra guerra non stava ancora scivolando verso la sconfitta e l’Italia cercava di dare impulso alle proprie ambizioni, nonostante le prove di un’insufficienza generale ch’era costata l’Africa Orientale e si era manifestata nella tremenda prova in Grecia, scuotendo tante certezze.
La scelta del nome, X Reggimento Arditi, chiariva la volontà di combinare “due realtà operative differenti anche se convergenti”, l’eredità gloriosa degli Arditi, impiegati vent’anni prima come truppe speciali nel Carso, sul Grappa, sul Piave e l’attualità della X Flottiglia MAS della Regia Marina, che già stava diventando leggenda, assalendo silenziosamente i porti nemici, dove l’avversario si sentiva al sicuro.
Nel luglio e agosto 1943, la Campagna di Sicilia vide impegnati il II Battaglione Arditi, al comando del maggiore Vito Marcianò e le Pattuglie Camionettisti, Paracadutisti e Nuotatori del X Reggimento, impegnate in incursioni e azioni di sabotaggio nelle retrovie degli Alleati avanzanti. Mitici i combattimenti intorno al ponte Primosole sul fiume Simeto, strada obbligata per Catania.
Si può senz’altro concordare, da lettori, sul giudizio tecnico molto positivo di uno specialista qual è il gen. Bertolini, che si sofferma sulla validità e novità di questa “minuziosa ricerca storica”, capace di “riportare alla luce atti di valore preziosi, ma dimenticati e quasi schiacciati dal contesto tragico nel quale si inquadrarono”. Per non dire del caos che seguì alle vicende in Sicilia, “con quell’8 settembre che avrebbe impresso una svolta drammatica alla nostra storia nazionale”.
Il saggio, corredato da centinaia di immagini d’epoca oltre a un portfolio fotografico di 16 pagine sempre in bianconero, è completato in appendice da sezioni realizzate con la collaborazione di Marco Gimmillaro: proposte per un Battlefield Tour sui luoghi che videro in azione gli Arditi.
Arditi in Sicilia. Il X reggimento nella campagna di Sicilia. Luglio-agosto 1943
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