Attribuzioni di Antonio Vangone

Antonio Vangone, napoletano, classe 1995, è stato finalista nel 2017 al premio Raduga.
Alcuni suoi racconti sono apparsi su SPLIT, Tremilabattute, Pastrengo, Clean, Risme, COYE, La morte per acqua e altre riviste.
Ha già pubblicato con pièdimosca nell’antologia di microfinzioni multiperso (2022).
La sua prima raccolta di racconti Attribuzioni (pièdimosca, 2023) sarà presentata al Salone del Libro di Torino il 20 maggio alle ore 12:30, presso lo Stand Regione Umbria, U137/U139, Padiglione Oval. Con l’autore sarà in dialogo Carlo Sperduti, curatore della collana “glossa”.

Attribuzioni è una raccolta di racconti brevissimi in pieno stile glossa, collana aperta alla sperimentazione nella scrittura.
Gli argomenti trattati sono di varia origine e natura, passando dall’autobiografico del racconto di apertura, una nostalgica elegia di un compagno di scuola scomparso giovanissimo, contestualmente un rito di passaggio dall’infanzia beata alla durezza della vita matura di eco leopardiana. E ancora, il controverso punto di vista dell’anarchico Gaetano Bresci regicida bresciano, osservazioni paradossali su un racconto attribuito postumo all’autore, la storia divergente e convergente di due uomini con lo stesso nome di battesimo.
Ciò che lega tra loro le varie storie, oltre alla brevità è l’importanza della scrittura in senso assoluto. Scrivere è negazione di una unicità così come leggere perché ogni scritto si presta a una distinta interpretazione scaturita da un distinto vissuto.

Così ogni storia può modificarsi e ogni lettore è invitato a modificarla a suo piacimento come chiosa a fine volume lo stesso autore:

I libri devono parlare di qualcosa e questo qualcosa dev’essere ben chiaro: ho scelto di disobbedire a questa regola ingiustificata, lasciando a chi legge la libertà di scegliere cosa unisce o separa le finzioni qui raccolte. Gli scarabocchi posti in apertura delle tre sezioni del libro vanno infatti a cancellare i titoli che avevo originariamente attribuito loro; con essi sono spariti i criteri da me utilizzati nell’intendere le realtà e le irrealtà di Attribuzioni, che non ritengo essere più o meno meritevoli di quelli di chi leggerà.