Bicicletta che passione!
- Autore: Romano Stagni
- Genere: Sport
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2024
Ultimo lavoro dell’inesauribile giornalista Romano Stagni che per oltre quarant’anni ha scritto di sport per “Il Resto del Carlino” e altre testate bolognesi, scomparso alcuni mesi prima della pubblicazione del libro, il suo sesto dedicato al ciclismo e in particolare a quello bolognese, Bicicletta che passione! (Giraldi Editore, 2024) è stato rielaborato e curato da Giorgio Di Primio, giornalista de “Il Resto del Carlino” legato all’autore da rapporti di parentela.
Il ciclismo affascina e appassiona da sempre gli italiani, è uno sport antico e semplice, di fatica e sudore. Fatto di strade tortuose di montagna e di valli, di città e di frazioni, di traguardi piccoli e grandi. Nella prefazione al libro sarà lo stesso Romano Stagni a porsi la domanda del perché ancora una volta, rimangiandosi la parola data che il precedente libro sarebbe stato l’ultimo, ha voluto lavorare per un intero anno sui differenti aspetti che riguardano l’attività amatoriale che si svolge nell’ambito dell’Uisp bolognese.
In queste pagine compaiono tanti semplici appassionati pedalatori e anche qualche campione del passato, scrive Stagni, in particolare il leggendario corridore italiano ormai dimenticato che vinse il Giro di Francia giusto un secolo fa, nel 1924, vestendo la maglia gialla dalla prima all’ultima tappa: il caporale dei bersaglieri ciclisti Ottavio Bottecchia, medaglia di bronzo al valore militare della Grande Guerra. Ottavio Bottecchia, la cui foto è in copertina, era nato in provincia di Treviso in una famiglia molto umile ed è stato il primo corridore italiano a vincere la Grande Boucle. Ultimo di otto figli di un semplice carrettiere ortolano, dopo essersi classificato quinto al Giro d’Italia venne notato dal corridore francese Henri Pelissier, che lo invitò al Tour de France.
Durante la Prima Guerra mondiale venne arruolato tra i bersaglieri ciclisti e, per i suoi atti eroici sul Carso, decorato al valore militare. Morì nel 1927 a 33 anni dopo dodici giorni di agonia per una caduta dalla bici mentre si stava allenando da solo. Al suo funerale non partecipò nessun politico e nessuno dei corridori italiani suoi rivali, come Girardengo e Binda. Quello che gli era accaduto, senza testimoni, fece supporre che poteva non essere stato un incidente ma un omicidio: aveva ovunque affermato, anche all’estero, di non aderire al regime fascista.
All’interno del libro non mancano capitoli cari al nostro autore, come quello dedicato all’Eroica, la manifestazione cicloturistica che si svolge ad ottobre tra le zone del Chianti verso Siena, e della Valle d’Orcia fino a Montalcino. È famosa in tutto il mondo e si arriva a un numero massimo di 7000 partecipanti.
Rievocazioni, curiosità e un ritratto meritevole ed emozionante di Franco Magli, una famosa guida in tandem per i ciclisti non vedenti, “con i suoi occhi che diventano a visione doppia”. Un album di foto delle società bolognesi scomparse nel tempo, fino al ricordo delle donne cicliste come la pioniera Alfonsina Strada e immancabilmente le nuove leve.
Un capitolo molto interessante e curioso è la Galleria di curiosità d’altri tempi, con la foto in bianco e nero di Totò insieme a Fausto Coppi in un film girato nel 1948, e quella proprio di un giovanissimo Coppi fotografato con la sua bicicletta nel 1932.
La bicicletta rappresenta un simbolo pieno di significati per la nostra cultura, basti pensare al Giro d’Italia istituito nel 1909 che da sempre mantiene il suo equilibrio tra il Nord e il Sud nella lunga corsa ciclistica attraverso le città e i paesi della nostra Italia. Dagli anni Trenta al dopoguerra, la bicicletta è stato il mezzo principale per andare al lavoro; con il boom economico venne poi sostituita dalla Vespa e dalla Fiat 500.
La passione per il ciclismo non è mai morta e rimane un amore senza tempo, come Romano Stagni sottolinea rimarcandolo con il suo profondo entusiasmo ancora una volta nell’ultimo dei suoi libri.
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