Cagliosa di Giuseppe Franza

Un romanzo che parla di calcio dilettantistico e di provincia disagiata, ma non solo. Potremmo definirlo un dramma contemporaneo ricco di elementi grotteschi e comici, dato che sa commuovere, urtare, denunciare e divertire senza mai mostrarsi troppo pesante o arrogante.

Cagliosa (Ortica Editrice, 2019) di Giuseppe Franza racconta con una sua particolare forma di sgangherata eleganza le vicende umane e sportive di un venticinquenne, attaccante fallito e svogliato, tesserato da una squadra di terza categoria, il Rione Incis Club.
La sua vita professionale extracalcistica (il protagonista è un ladro di motorini) non lo soddisfa più di tanto, la sua vita affettiva è squallida e disordinata - vive ancora con i suoi, un nonno pazzo e violento e una mamma depressa, ed è fidanzato da molti anni con una ragazza tranquilla e un po’ apatica, più attratta dal cibo che dal compagno - e, in generale, non ha idee chiarissime sul suo ruolo nel mondo. La sua esistenza a Ponticelli, quartiere povero della periferia napoletana, è dura in tutti i sensi.
Poi, però, il giovane attaccante s’innamora di una giornalista vista appena una volta, e tutta la dimensione della sua vita muta. Anche il suo atteggiamento nei confronti del calcio diventa più maturo e consapevole. Così il lettore può seguire partita dopo partita il campionato della Incis, conoscendo tutti i calciatori della squadra, ognuno con un soprannome poco nobile e con un evidente difetto fisico o caratteriale a minarne le possibilità atletiche.

Non mancano nel romanzo i momenti di eccessiva sguaiatezza. Forse l’autore si crogiola un po’ troppo tra riferimenti prettamente regionali e modi di dire ed espressioni triviali, non sempre indispensabili alla trama. Ma Cagliosa non sembra un libro ingenuo o gratuito, semmai riesce a recitate atteggiamenti di ingenuità e gratuità proprio per esasperare certi toni e avvicinarsi alla dimensione della materia trattata.
Nonostante le numerose frasi in napoletano - forse evitabili - è un romanzo che si legge volentieri. Ha un suo senso come libro di calcio, vale a dire come epopea negativa e critica del calcio giocato dai dilettanti, dove sembra non esistano regole e ha anche un suo perché come testo di narrativa moderna. Quindi potrà incontrare il gusto di amanti del pallone e di antisportivi che aborriscono ogni riferimento al gioco più amato dagli italiani.
Scritto con stile asciutto e affilato, Cagliosa è un testo che sa essere crudo e voluttuoso e in certi passaggi anche scorretto e acutamente satirico.