Carriere
- Autore: Kate Coscarelli
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
Tre generazioni. Un solo obiettivo?
Laverne, colei che darà inizio a tutta questa storia: una donna maturata troppo in fretta, cinica, una donna che non esiterà a offrire la verginità della figlia in cambio di una carriera sfolgorante sul red carpet.
La cosa funziona ma a che prezzo…
Bunny diviene un’attrice prodigio, molti produttori chiedono i suoi servigi e tutto sembra andare per il meglio.
Fine della storia? Tutt’altro, siamo appena alle prime pagine.
Inevitabilmente l’amore entrerà nella vita di Bunny e Laverne non gioirà affatto della cosa. Se poi consideriamo che da quell’amore nascerà Chelsea, la terza protagonista…
Inutile dire che il padre della bimba non ha un rapporto idilliaco con Laverne e, quel che è peggio, non troverà in Bunny l’alleata che sperava. Verrà allontanato e non sarà al fianco della figlia quando avrà bisogno di lui…
Chelsea cresce e lo fa con gli occhi aperti, capisce immediatamente che persona sia la nonna e vede la madre deperire giorno dopo giorno, soffocata da Laverne e ferita da amori che le tolgono la linfa vitale, invece di nutrirla.
Anche per Chelsea le delusioni non mancheranno ma troverà un sentimento, dentro sé, che le darà la forza per andare avanti, per crescere e, soprattutto, per donare amore. E questa volta Laverne occuperà soltanto il posto di spettatrice.
Kate Coscarelli, con “Carriere” (Mondadori, 1992, pp. 503, collana Diamanti, copertina a cura di Franco Pizzocchero), disegna per noi una storia che si divide in tre generazioni, tre donne con ideali differenti che hanno un solo scopo: la felicità.
Purtroppo non tutte avranno la forza per giungere all’agognato obiettivo e qualcuna potrebbe fermarsi prima del tempo, con una brusca frenata. Magari soltanto accontentarsi, rimanendo in quella finta bambagia che le dona sollievo.
Un libro da divorare e amare, mille cose dette e non dette che ci faranno fremere. E ricordare che, forse, la felicità è dietro l’angolo, basta avere il coraggio di guardare.
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