Cercando Beethoven
- Autore: Saverio Simonelli
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2020
Nel sobborgo viennese di Heiligenstadt, nel 1808, comincia il romanzo di Saverio Simonelli dal titolo evocativo Cercando Beethoven (Fazi, 2020), un’avventura fisica ed emotiva, intellettuale e affettiva, che porta la voce narrante del libro, Wilhelm Werner, un ventenne romantico, appassionato, protagonista di una stagione culturale che ebbe nello Sturm und Drang il suo punto di massimo risalto, a mettersi sulle tracce del grande Maestro. Siamo dunque a Vienna, la capitale della musica, quella che ha appena vissuto la gloria di Mozart e ora vede in Ludwig Van Beethoven un altro genio che si appresta a celebrare la capitale dell’impero asburgico come centro propulsivo della cultura e della musica europea. Il fratello di Wil, Kaspar, è un medico che lavora a Jena, e da lì porta lo spirito innovatore del gruppo di Jena, che vede nella rivista Athenaum e nel poeta Novalis il suo massimo esponente.
Il romanzo è intricato, pieno di personaggi e di eventi storici; sullo sfondo la guerra imminente che porterà Napoleone Bonaparte a invadere l’impero asburgico. Wilhelm e il suo amico Andreas, un promettente pianista, inseguono il grande Beethoven cercano di carpirne i segreti, addirittura penetrano nella casa di villeggiatura dove soggiorna presso la famiglia di Franz Grillparzer, lo scrittore austriaco a cui sarà poi dato il compito di pronunciare l’orazione funebre per Beethoven, per cercare carte segrete che rivelino il segreto profondo della sua straordinaria ispirazione. Wil conosce una ragazza che suona insieme ad Andreas, Queenia: con lei comincerà una relazione che sfocerà più avanti in una passione amorosa, caldeggiata dallo stesso Beethoven, che vede nella giovane donna un talento musicale spontaneo e potente, che lo affascina.
Al di là della storia romanzesca, qual che affascina il lettore di questo libro è il ritratto inedito dell’autore delle opere immortali che tutti ascoltiamo. Era un uomo trasandato nel vestire, alieno da ogni formalismo e da ogni etichetta, che pur erano obbligatorie nell’ambiente aristocratico dove le sua presenza era ricercata e preziosa. Tuttavia l’uomo che viveva per la musica, che diceva di sé “Tutto quello che faccio, a parte la musica, è stupido e mal fatto”, che anche da vivo era già un monumento, è capace di gesti affettuosi e disinteressati: va a suonare per un’amica aristocratica, recente vedova, per portarle conforto. Si lega a Wilhelm e alla sua giovane compagna Queenia, e loda le attitudini di lei, che si esibisce in un repertorio di canti popolari inglesi, che lui asseconda. Riceve gli amici in casa sua offrendo uno spettacolo di disordine, di carte sparse ovunque, di resti di cibo, addirittura in un angolo c’è un vaso da notte. Un clarinetto prezioso, un violino, il pianoforte di Beethoven, piccoli oggetti artigianali prodotti nella bottega di Heinz Strolz, incastonati con pietre preziose, le carte del Mercante in Fiera, una misteriosa piramide, magia, esoterismo, follia, fantasmi: il libro di Saverio Simonelli è un caleidoscopio nel quale è possibile vedere insieme Mozart e Beethoven, ascoltare il Flauto Magico e il Settimino, L’Eroica e Jupiter, aspettare l’arrivo terribile di Bonaparte ammirato e odiato, passeggiare lungo i paesaggi immortalati dai pittori romantici, ascoltare la musica alta e popolare in tutti i teatri e i salotti dove si esibiscono geni e musicisti in cerca di fama. Principesse, duchesse che vivono nei palazzi gentilizi, pieni di stucchi e di mobili preziosi, gente del popolo che si raduna nell’osteria di Manfred, e sullo sfondo una bella storia di amicizia tradita e di amore conquistato.
L’autore mescola realtà e fantasia, storia pubblica e vicende personali, ma la personalità del Maestro resta al centro della nostra percezione di questo uomo grande, non troppo conosciuto nel suo privato, sofferente per il grave disturbo uditivo, ma dotato di un talento geniale, di una sensibilità unica, di una personalità magnetica, di un linguaggio raffinato che lo portava a tradurre sullo spartito e sulla tastiera con facilità la sua acuta percezione del reale:
“Mi si chiede da dove prenda le mie idee? Non posso dirlo con certezza: mi vengono non so da dove, non chiamate. Potrei quasi afferrarle con le mani, all’aperto, nei boschi, durante le passeggiate, nel silenzio della notte, all’alba. Sono stimolate da stati d’animo, che nel caso del poeta vengono tramutati in parole, e nel mio in suoni: risuonano, fremono, si agitano, fino a quando prendono finalmente per me la forma delle note musicali.”
Ricordo da bambina un tentativo di mio padre, appassionato di musica classica, di spiegarmi la Pastorale, mentre l’ascoltavamo alla radio. Queste parole che Simonelli fa pronunciare a Beethoven mi hanno aiutato ora, da adulta, a distanza di tanti decenni, a capire meglio cosa voleva farmi capire, ascoltando una musica straordinaria che ora porto dentro di me.
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Bellissima recensione di un libro difficile da recensire per la grande abbondanza di temi e la complessità del periodo storico e culturale