Colti sul Fatto
- Autore: Marco Travaglio
- Genere: Politica ed economia
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2010
Sottotitolo: Nani e pagliacci, muffe e lombrichi di fine regime sul «Fatto Quotidiano»
Tutto ciò che si potrebbe scrivere di Travaglio è che fa il giornalista. Un giornalista che fornisce precisamente i fatti, le pure, elementari e semplici notizie. In ogni articolo la notizia è la materia prima: lì ai nostri piedi, senza giochi di prestigio, interessi o logiche partitico-padronali.
In “Colti sul Fatto” (edito da Garzanti e in libreria da fine novembre 2010) a farla da padrona è la notizia che Travaglio ogni giorno ci
sbatte in faccia con garbo ed ironia sulla prima pagine del Fatto Quotidiano, il giornale senza padroni.
Nel libro ritroviamo la storia d’Italia, le sue logiche mitico-criminali, l’Italia della politica che si fa crimine, che si depenalizza e si prescrive eppure rimane sempre col suo inconfondibile odore un po’ marcio. Attento, meticoloso, preciso, senza una gocciolina di sudore, Travaglio crea sdegno pian piano, a ondate, con garbata ironia.
L’Italia piccola dei piccoli uomini, incapaci di comprenderci e vogliosi di superficie, di frasi e linguaggi standard, di un’ultrastandard voglia di poltrona, potere, denaro e tutto ciò che
quest’accoppiata può comprare, amore morte e miracoli compresi. Travaglio ci fa strada come su un pianeta sconosciuto e taglia di fronte a noi la vegetazione per
mostrarci la realtà, a barlumi, improvvisi squarci, intraviste trame.
Nel suo stile, Travaglio scrive sorridendo tra il soddisfatto e l’arguto, tra l’insolente e l’irreale, come se l’unico modo di intrecciare le nostre lontananze ai mondi politico imprenditorial-truffaldini sia un bel sorriso. Scava a fondo e ci scava a fondo, ci dà la forza di sdegnarci sul serio, di elevarci
dalle solite logiche qualunquiste del “così fan tutti” per essere come lui informati sui fatti e quindi in grado
di scegliere, di esercitare la facoltà critica appieno, finalmente appieno.
Arriverei a dire che purifica noi per primi, con la rappresentazione sarcastica della tragedia, col ghigno
satiresco nel dramma, ma forse è dire troppo. Forse ci mette addosso semplicemente una maledetta
voglia di sentirci diversi da loro e questo potrebbe bastare.
Un libro per chi desidera altro, scritto da chi
desidera altro, con il desiderio in crescita di passare dallo sdegno ad un nuovo
entusiasmo, ad una rinnovata voglia di esserci ed esserci per cambiare. Ma è un Fatto anche questo: certi
libri sono contagiosi.
Tutto ciò che si potrebbe scrivere di Travaglio è che contagia di voglia di sapere, di informarsi, di
formarsi una propria opinione. Tutto ciò che si può e si deve chiedere ad un vero giornalista, noi possiamo
chiederlo a Travaglio.
Colti sul Fatto. Nani e pagliacci, muffe e lombrichi di fine regime sul «Fatto Quotidiano»
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