Diari di sangue di Chuck Driskell

Gage Hartline trova i “Diari di sangue” in Germania: mia sarà la vendetta e il castigo

È un lavoretto insignificante: intercettare conversazioni in una riunione della dogana, a Francoforte. Ed è pagato male, duemila sporchi euro, ma al verde come si ritrova, c’è poco da scegliere. Uno scenario squallido e una vita piatta per uno con le capacità di Gage Hartline, ma conoscendo i trascorsi militari dell’autore che lo creato, in questa sua prima avventura c’è da attendersi presto autentici fuochi d’artificio narrativi.
Chuck Driskell, lo scrittore che firma “Diari di sangue” (edizioni TimeCrime, 470 pagine, 8,90 euro) è un veterano congedato con onore dall’esercito americano. Vive nella Carolina del Sud, lavora nella pubblicità ed è stato due anni e mezzo di stanza in Germania, dove il suo protagonista, che parla un tedesco fluente, si muove benissimo.

Anche Matthew Schoenfeld, questa l’identità originaria di Gage - biondo, di origini europee - è stato un volontario perfetto e un ottimo sergente. Nessuna sorpresa che gli abbiano proposto di passare nei Berretti Verdi. La selezione è durissima, ma ce l’ha fatta. Il 95% dei candidati non completa il corso e lui voleva essere in testa al 5% dei migliori, l’élite dell’élite. Gli hanno insegnato anche il russo e tedesco e questo insieme alle doti militari lo rende perfetto per un’altra proposta ancora più selettiva, che gli avanza il colonnello Hunter: entrare in un reparto sotto massima copertura, disposto a qualsiasi missione segreta. C’è un requisito, che è anche un impegno, non avere alcun legame, mogli, figli, cani. E mantenere questa condizione per dieci lunghi anni.

Tutto quanto accadeva ieri, sta di fatto che oggi Gage nasconde un segreto nel suo passato di militare così brillante ed esclusivo. Un nodo che lo soffoca, lo fa star male tuttora. Molto grave, inconfessabile, molto più doloroso e pesante di qualsiasi grave segreto della cameriera di Hitler, che Hartline apprende per caso e che sconvolge il penoso tran tran che ha impresso alla sua vita. Piazzando le cimici nel palazzo della dogana, ritrova un vecchio diario nascosto, datato 1938 e ce ne sono altri sei, degli anni precedenti. Una lettura sconcertante, ma ancora più sconvolta è la ragazza con cui si vede, Monika, quando si decide a raccontarle la verità, il suo segreto, Creta.
Si volta a guardarlo con gli occhi sgranati, mentre lo ascolta parlare più di un’ora... ecco perché, senza un posto dove andare, senza carte da giocare, sono venuto qui a svolgere missioni di basso livello. Poi ha incontrato lei.

Da quell’atroce giorno a Creta, Gage non ha ucciso più nessuno, accettando solo incarichi puliti, senza spargimento di sangue e l’ultima cosa che vorrebbe fare è scatenare una caccia all’uomo a suo danno. Suo malgrado, è proprio quello che si verifica, mentre con Monika cerca di capire cosa fare dei preziosissimi diari di Greta, ebrea che si fingeva ariana e che ha avuto una bambina da Hitler, una figlia per metà israelita quindi, ma che poterebbe ancora essere in vita, sia pure anziana. Cercarla non sembra facile, tanto più che tutti sono sulle loro tracce: la polizia tedesca, una delle bande criminali più spietate di Francia, un agente infedele dei servizi francesi, l’esercito americano.

Gage tiene duro, controlla costantemente se qualcuno lo stia pedinando, mette in atto ogni diversione, come gli hanno insegnato. Chi gli dà una mano è l’ex collega Kenny Mars e può contare solo sull’aiuto a distanza di Hunter, l’ufficiale superiore che lo ha arruolato nel reparto operativo estremo.
Poi qualcuno esagera con Monika e qualcosa va storto. A questo punto Gage Nils Hartline ritorna Matthew Schoenfeld e da inseguito si trasforma in inseguitore, con tutta l’energia, la preparazione, le conoscenze apprese in anni di addestramento esclusivo e di servizi sotto copertura.

Un uomo letale. Una macchina da guerra. È c’è un passaggio del Deuteronomio che ama citare: mia sarà la vendetta e il castigo. Una vendetta terrificante.