Diario di una schiappa di Jeff Kinney

Un libro, anzi una serie, che sta spopolando dal 2007 in America e dall’anno successivo in molti altri Paesi tra cui l’Italia, è “Diario di una schiappa” scritto da Jeff Kinney: è la narrazione delle “vicende sfortunate” di un ragazzino che si appresta a frequentare la scuola media ed è adatta, visto il correre dei tempi, non solo a bambini di undici o più anni, bensì anche di età un po’ inferiore perché, in questi ultimi periodi, è palese che i bambini si faccian più presto ragazzi e le attività nonché i divertimenti cui si appassiona Greg, il protagonista, siano i giochi e i divertimenti già in uso nella scuola primaria.

Greg Heffley, di cui si narrano le vicende, ha ricevuto dalla mamma un diario che lui ama, però, definire “un giornale di bordo a vignette”. In esso Greg descrive, in stampato minuscolo e con simpatici disegni, la sua vita quotidiana con la famiglia composta, oltre che da papà e mamma, dal fratello maggiore Rodrick, naturalmente perfetto e quindi da imitare, e dal piccolo di casa, Manny che a lui ancora si rivolge chiamandolo Bubby. Ogni giorno Greg si reca a scuola ove stringe amicizie ma, allo stesso tempo, manifesta le normali difficoltà di socializzazione di un qualsiasi adolescente. Lì, in quel luogo che lui considera “la cosa più stupida che sia mai stata inventata”, avvengono molti incontri significativi ma non sempre felici per il protagonista. Così Greg si sente sempre più “schiappa” perché non emerge in nessuna attività, perché è timoroso con i ragazzi che si atteggiano a bulli, perché è ridicolizzato dovendo interpretare il ruolo dell’albero nella recita scolastica “Il mago di Oz” e per mille altri motivi per lui importanti, ma, in realtà, futili. Bisogna dire, però, che va rispettata, comunque, l’età del protagonista e che, quindi, quegli episodi, ai suoi occhi, assumono una valenza diversa rispetto a quella degli adulti i quali, anzi, dovrebbero immedesimarsi nel vissuto dei ragazzi per meglio comprenderli e, magari, guidarli. Viene anche trattato il tema dell’amicizia che Greg stringe con Rowley, suo vicino di casa, ancora iperprotetto dai genitori. Insieme i due vivranno divertenti avventure come quella della notte di Halloween, delle feste natalizie e, poi, attraverseranno un periodo “di rottura” fra loro. Nel frattempo, Greg, viene a contatto con Fregley, un tipo un po’ strano, evitato dalla maggioranza dei compagni. Il protagonista delle vicende, durante l’anno scolastico, si sente sempre più “schiappa” e i suoi tentativi per emergere sono vani. Non riesce a diventare “tesoriere” della scuola e neppure attira le attenzioni delle ragazze cercando inizialmente la loro compassione con la scusa di un’infezione alla mano. Insomma, problemi dell’età, di quel periodo in cui ognuno cerca una propria identità più definita, ma non riesce nell’intento e si sente, spesso, inadeguato. Non possiamo di certo definire Greg perfetto: la sua amicizia con Rowley è impari perché il compagno stravede per lui, mentre il protagonista, a volte, mente e gli addossa anche colpe che non ha commesso.

Greg ci appare, nel libro, un adolescente come tanti che commenta ogni sua disavventura in modo sentito e decisamente ironico, misto a quello che, per fortuna, almeno nella narrazione, è ancora un candore un po’ infantile.